Un ricordo

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Aura's Pov

La scuola alle sei di pomeriggio del sabato è molto più gradevole,la biblioteca è occupata da pochi veramente interessati a leggere e studiare e i corsi obbligatori finiscono alle quattro perciò c'è solo qualche studente sperduto che ha deciso di fare teatro o canto per rendere la propria vita più attiva.

Il bidello in portineria mi guarda torvo mentre mi avvicino a lui.
"Devi scontare qualche pena?"mi fa ridere anche se ha una faccia antipatica.

"Si,dimmi che devo fare."sospiro.

Mi ero completamente dimenticata in questi giorni che il preside mi aveva dato la 'punizione' di fare pulizie a scuola per aver rovesciato della zuppa su suo figlio.
È stato parecchio umiliante quando me l'ha ricordato in una email formale dove ha usato testuali parole 'io non dimentico le punizioni che do'.

Buon per te,perché io si.

"Pulisci gli spogliatoi e poi la palestra,grazie a voi mascalzoni il nostro preside risparmia sui collaboratori di pulizia,ogni giorno vi presentate almeno in venti!"afferma dandomi un secchio con dentro stracci e detersivi.

"Spero che non mi rivedrai più."lo faccio ridacchiare avviandomi agli spogliatoi.

Quello delle ragazze è pieno di capelli e trucchi dispersi,ma tutto sommato è abbastanza pulito;mi ci vuole mezz'ora per pulirlo tutto.

Quello dei maschi invece è l'inferno,quel posto in cui se sei femmina non vorresti mai trovartici:vi è una puzza di pipì da tapparsi il naso e mi sembra di aver visto persino strusciate di cacca sui muri dei wc.

Per fortuna non mi scandalizzo così facilmente,una volta che finisco di passare il mocho pulisco il sudore dalla fronte con l'avambraccio.

Mi do un occhiata allo specchio prima di andare in palestra:il mio top nero e corto è sudaticcio mentre i pantaloni della tuta larghi sono bagnati,un disastro.

Hai dei capelli perfetti però,Aura.
Guarda quanto sono ricci e lunghi,lucenti e profumati da quell'olio al miele di magnolia che tuo padre ha pagato 120 dollari.

Batto il cinque alla vocina della mia autostima ed entro nella palestra per poi bloccarmi subito.

Non ci voleva.

Christopher palleggia un pallone da basket,indossa pantaloncini corti da tuta e quel che dovrebbe essere la sua maglietta è poggiata sulla sua spalla.
Mentre fa rimbalzare la palla la figura di lui senza maglietta mi destabilizza non poco,dalle sue spalle possenti il suo petto scende tracciando una linea curva perfetta fino agli addominali che sembrano essere stati scolpiti.

D'altronde lo allena mio padre.

Alza la palla e gli dà una botta con le dita facendo canestro,i miei occhi finiscono sull'orlo dei suoi pantaloni dove la sua pelle segna l'inizio di una V perfetta di cui vedrei con piacere dove finisce.

Sento le guance andare a fuoco,è mai possibile che io Aura Dyer arrossisca solo per un po' di dannata bellezza?

"Hai intenzione di osservarmi per molto Dyer?"mi rifila la stessa domanda che gli feci io ieri quando lo beccai a fissarmi.

"Non ti stavo fissando,stavo pensando."

"A cosa?"chiede facendo un altro canestro senza voltarsi neanche una volta.

"Se pulire in tua presenza è più irritante di aspettare che te ne vada e pulire dopo,ma ho paura che ho già una risposta."dico girando i tacchi.

"Puoi restare."ribatte continuando a fare i fatti suoi.

"Non mi serve il tuo permesso."

Mi lancia una palla da basket addosso e io per prenderlo al volo per evitare che mi faccia male in qualche modo faccio cadere il secchio con i detersivi.

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