2.(L'inizio)

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Mi chiamavo Iris, come l'ancella degli Dei e, questa è la mia storia...vi scrivo dall'aldilà, è da un pò di tempo che "abito" questa zona del cielo di una Galassia tanto lontana dalla Via Lattea, raggiungibile in tempi brevissimi solamente attraverso lo Spirito.
Vi porterò in quella che è stata la mia vita, con l'intenzione di farvi immergere dentro i miei ricordi...

Sono nata a Kerman, una città a sud-est dell'Iran, popolata da migliaia di persone. La mia è una delle città più belle al mondo.
Kerman è una vasta città abbracciata dal deserto Dasht-e Lut, un tratto della Via della Seta. Il Dasht-e Lut è un deserto molto caldo, uno dei più aridi del pianeta. Questa è un'area priva di acqua e vegetazione. La sua superficie é calda per la presenza di sabbia nera di origine vulcanica e quindi rispetto alla sabbia bianca, assorbe maggiori quantità di luce solare.
La mancanza di vegetazione è dovuta al terreno salato, il che rende difficile la crescita e la proliferazione delle piante.
A oriente, il deserto è ricoperto di sale. Il centro è stato scolpito dal vento che ha creato una serie di creste altissime, in questa zona si aprono numerose gole e doline. La parte sud orientale è un'ampia distesa di sabbia, sulla quale sorgono dune che possono arrivare a 300m di altezza.
Nel deserto dominano i Kalut, bizzarri e armoniosi castelli di sabbia e sale modellati dal vento, la sensazione che si prova addentrandosi è l'illusione di avere davanti agli occhi una città fantasma, molto suggestivo. Ho avuto la possibilità di visitare il deserto all'età di sette anni, insieme ai miei nonni paterni e la mia mamma. Essendo un territorio molto arido, l'abbiamo visitato in autunno, la stagione migliore per introdursi nel cuore del deserto senza sentirsi soffocare dal caldo.

Il mio Paese l'ho sempre amato. Ogni luogo del mondo sarebbe magnifico se non venisse distrutto dagli uomini, gli unici e veri portatori del male.

Primogenita di sei figli e unica figlia femmina. Sono sempre stata una ribelle, sin da bambina, anche la mia mamma lo era e, per questo motivo, i genitori, la diedero in sposa a un loro cugino, Karim, un religioso, profondamente islamico.

I miei nonni materni credevano che un marito come mio padre, avrebbe potuto "aggiustarla", come se fosse una lavatrice difettosa e i suoi pezzi andassero sostituiti...
La mia mamma si chiama Aisha, secondogenita, e, sognava di avere una carriera, di diventare qualcuno nella vita, ma, i miei nonni, pur essendo benestanti e, quindi avrebbero potuto sostenere economicamente i suoi studi, non la fecero andare a lungo a scuola, infatti, appena compì sedici anni, decisero che la scuola non era più un bene per lei...

Questa decisione, che presero al suo posto, la mandò in tilt, era diventata irascibile, nervosa. Vide i suoi sogni sfumarsi, frantumati.
Rimase tanto delusa da quel loro comportamento perché a scuola lei, ci andava molto volentieri e aveva buoni voti. Nonostante gli stessi insegnanti abbiano discusso a lungo con loro, dicendogli che sarebbe stato un peccato, perché era una risorsa per la scuola, una dei pochi studenti dell'intero istituto che dessero un senso e un valore al loro insegnamento, non vollero sentire ragioni, non ci fu modo di fargli cambiare idea. Vivevano in un mondo tutto loro, avevano un modo assurdo di vedere la vita, strutturato a piacimento delle loro convinzioni.

Gli insegnanti e i compagni di scuola dell'epoca, prima della fine di questo suo ultimo anno di scuola, le scrissero una lettera... una lettera piena d'amore, di stima e di forza, affinché non si arrendesse, con l'augurio che un giorno per lei, le cose sarebbero potute cambiare...ancora oggi a distanza di molti anni, la tiene gelosamente custodita, quasi come se fosse un promemoria, che le ricordasse di lottare per raggiungere i suoi obiettivi.

Diventata adolescente, i miei nonni, le imposero di indossare il niqab, un capo d'abbigliamento che copre interamente il corpo della donna, lasciando scoperti solo gli occhi. Una volta sposata però, papà la convinse a indossare il burqa, molto simile al niqab ma, oltre a nascondere il corpo, copre completamente anche il volto, oscurando gli occhi attraverso una "retina". Era molto geloso della mamma, anche perché lei é molto più giovane di lui di ben diciassette anni, non pochi...

La mia mamma é bellissima...sembra avvolta da un'aura celestiale, capelli ricci scuri e lunghissimi fino a sotto la schiena le ricoprono il capo, la pelle scura ma non troppo, quasi dorata, come un'abbronzatura d'estate baciata dal sole...un viso molto dolce, possiede una bocca meravigliosa con labbra molto carnose, sembra un dipinto, ma la cosa che amo di più del suo volto, sono gli occhi, occhi verde smeraldo chiaro...sembrano pietre preziose. Dai suoi occhi traspare tutta la sua umanità, la sua dolcezza, il suo essere particolarmente suscettibile agli stimoli affettivi e sentimentali.

È una donna straordinaria, avrei tanto voluto somigliarle, non solo esteticamente, ma soprattutto somigliarle di spirito, avere la sensibilità, la forza e la tenacia che la contraddistingue. Pur essendo molto fragile, d'altro canto, é dotata di una forza tale, che le è d'aiuto nell'affrontare situazioni avverse e delicate e uscirne più forte di prima.

Riesce a trovare frammenti di gioia nel buio della sua esistenza, non so in che modo riesca a scovarli e come faccia ma, sicuramente da lei, avevo ancora molto da imparare. È stata la mia maestra di vita, l'unica persona che riusciva a capirmi più di altri, mi sosteneva, mi travolgeva di un amore non comune, un amore astrale, che permetteva alle nostre anime di potersi sfiorare... questo percepivo insieme alla mia mamma e questi sono i suoi superpoteri..

Ancora oggi sento che non è cambiato nulla, sicuramente quell'amore, ha assunto una forma diversa, ma lo avverto profondamente e forse più di prima...

Grazie mamma♡

🧸Spazio Autrice🧸

In questo capitolo ho raccontato il rapporto tra la piccola Iris e la sua dolce mamma...se avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate...♡

Alexis

Iris - Storia Di Un FemminicidioWhere stories live. Discover now