16. Visita ai miei suoceri

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Dopo aver trascorso un periodo difficile, chiusa in casa per via dell'intervento, appena cominciai a stare meglio, ripresi di nuovo in mano la mia vita. I genitori di Liam non riuscirono a venire in estate quindi, decidemmo di andare noi a fargli visita a Toronto. Avevamo deciso di andare a febbraio, io, la mamma, mio fratello Ismael e Liam. Liam mi aveva avvisata di portare con me le felpe piu pesanti che avevo perché in quel periodo dell'anno scende tanta neve e fa molto freddo. In effetti aveva ragione, appena scesi dall'aereo, ci sembrava di stare in Siberia, un freddo gelido e pungente cercava di insinuarsi ovunque. Avrei fatto meglio a comprare felpe in pile, forse l'avrei sofferto meno. Dopo circa mezz'ora in taxi, arriviamo a casa dei genitori. Loro ci attenderono sul portico di casa. La notte precedente aveva nevicato tantissimo, sui marciapiedi c'erano due metri e mezzo di neve all'incirca. Scesa dal taxi, dopo cinque, sei passi, ovviamente scivolai per terra, le mie solite figuracce. Mia madre diceva sempre che quando camminavo sembrava avessi sotto le scarpe bucce di banana. Tutti a ridere vabbè.
Mio fratello dopo avermi vista cadere, scese dal taxi molto lentamente e impiegò 10 min a fare 5 metri fino alla porta di casa loro, avrei dovuto anch'io fare attenzione e invece camminavo a passo veloce come se fosse una giornata estiva.
I genitori di Liam erano due persone distinte, molto eleganti sia nei modi che nel vestire, li guardavo con ammirazione. Erano molto gentili. Appena entrati in casa, il calore del camino ci avvolse scaldando in breve tempo i nostri arti ghiacciati. Le falangi delle dita mi pungevano dal freddo. La loro casa era molto accogliente, ben disposta, molto curata. Una bellissima villetta dallo stile misto, sia italiano che americano. Margherita mi fece visitare la casa, al piano di sopra c'era la loro camera da letto con bagno privato e, la camera di Liam anche con bagno privato, mentre al pian terreno, oltre al salotto e la cucina, c'erano due stanze per gli ospiti, uno studio e due bagni, uno con doccia, adiacente alle nostre camere e l'altro un po' più distante. La cucina era spaziosa, proprio come piaceva a me, con l'isola e un lavandino gigantesco. È una cucina funzionale e dotata di tutti i comfort che si possono desiderare.

All'inizio mi sentivo parecchio a disagio difronte i genitori di Liam, non lo davo a vedere ovviamente ma, non vedevo l'ora che scendesse il tramonto per andare a letto, riposare e ricominciare il giorno dopo.
Per cena presero la pizza, rigorosamente italiana, buonissima. Dopo cena ci sedemmo tutti insieme sul diavano difronte al camino e mi persi nei pensieri fissando la legna. I genitori di Liam ci fecero un sacco di domande , ovvero su come stesse andando la nostra relazione, cosa ne pensasse la mamma e se avevamo visitato qualche appartamento per farci un'idea. Io non rispondevo, mi sentivo ancora agitata, per fortuna la mia mamma era preparata a tutto e rispondeva lei al posto mio. Liam era già stato con mio zio a vedere diverse case ma nessuna di esse gli era piaciuta, aveva altre case da vedere al nostro rientro. Verso le undici di sera cominciai a sbadigliare in continuazione, ero stanca morta, andai a fare una doccia al volo e mi misi a letto. Quel materasso era un materasso ad acqua, molto confortevole; al risveglio credevo di aver dormito su una nuvola morbidissima, come non mai. I miei muscoli erano rilassati e mi sentivo come nuova. Quando Liam scese per colazione gli dissi che per un domani avrei voluto un letto uguale a quello. Margherita si era alzata presto per preparare la colazione, aveva cotto una crostata all'albicocca, il profumo si sentiva in tutta la casa. Sulla tavola c'era di tutto, dal burro e marmellata alle uova fritte con bacon, yogurt e insaccati vari. La mattina non mangiavo nè dolce nè salato ma una via di mezzo. Mia zia impastava spesso le crostate ma non metteva tanto zucchero, si sentiva a malapena, come piaceva a me. La mamma di Liam l'aveva cotta perfettamente e anche lei stava attenta agli zuccheri, le feci subito i miei complimenti. Dopo aver fatto una ricca colazione, mi disse di prepararci perché avrebbe voluto portarci a fare un giro al centro commerciale. Io non volevo uscire e fare altre figuracce per strada ma aveva insistito e non potevo dire di no a mia suocera, altrimenti sarei risultata antipatica. Durante la notte le raffiche di vento gelido avevano ghiacciato le strade. Le vie della città brulicavano di mezzi spazzaneve. Molte auto attendevano di potersi spostare. Nonostante quel freddo, in giro c'era molta gente e tutti felici, io invece mi sentivo nervosa a camminare su ghiaccio e neve, ogni passo cercavo di farlo con attenzione altrimenti avrei travolto mia madre e mia suocera che camminavano imbraccettate a me. Liam, il padre e mio fratello invece avevano altri piani, non sapevo dove sarebbero andati, non vollero venire con noi perché il padre disse che avremmo conosciuto diverse galline e quindi le voleva evitare, mi fece ridere tanto, era molto simpatico.

Iris - Storia Di Un FemminicidioWhere stories live. Discover now