17. Le prime lezioni di guida - Una nuova primavera per la mamma.

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Il mio diciottesimo compleanno si avvicinava e, mio zio Antonio decise di prestare la sua vecchia auto a Liam per farmi fare qualche lezione di guida. Prima di entrare in macchina mi sentivo eccitata all'idea di imparare a guidare e essere indipendente ma, una volta essermi seduta davanti al volante subentrò il nervosismo, mi irrigidii come un pezzo di marmo, inanimato e senza emozioni. Per non sbattere contro altre auto e in primis per non farci sorprendere dalla polizia stradale, Liam mi portò in un grande piazzale sterrato. Dopo aver inserito la prima marcia, l'auto mi si fermava sempre, mi innervosivo perché non ne capivo il motivo, ascoltavo Liam che mi suggeriva di bilanciare i pedali ma mettere in pratica il tutto non è stato semplice, ho avuto non poche difficoltà. Sudavo ad ogni errore, come se fossi appena uscita dalla doccia. Dopo circa due ore a cercare di partire in prima, per un pelo Liam non ha perso la pazienza.
Il suo volto era cambiato, si sentiva nervoso perché non ci riuscivo ma per mia fortuna non ha mai usato brutte parole nei miei confronti, pensavo mi avesse detto "dormi all'impiedi", mi venivano in mente diverse frasi che avrebbe potuto dire e invece niente, si comportava sempre in maniera professionale.
Mi stavo esaurendo e, forse questo mi ha aiutata, perché dopo aver detto e pensato parole impronunciabili, magicamente riuscii a farla partire senza bloccarla di colpo. Fui così tanto contenta e soddisfatta, per me i giochi erano finiti, così chiesi a Liam se volesse un gelato per festeggiare e lui, prontamente, mi rispose che fu un colpo di fortuna e che dovevo provare e riprovare finché non mi fosse entato in testa il meccanismo quindi, niente gelato.
Effettivamente Liam ebbe ragione, fu solo un colpo di fortuna perché non mi riuscì più.
Mi fece scendere dall'auto, mi portò all'inizio di una salita non molto ripida, parcheggiò e mi fece riprovare. Inizialmente cominciai a dare gas e poiché dimenticai di togliere il freno e ingranare la marcia, l'automobile comunque non partì.

-Come pretendi di partire senza marcia? La forza di gravità non ti aiuta perché davanti hai una salita e in più ho inserito il freno a mano quindi dovresti mandarlo giù prima di tutto.-

Si mise le mani tra i capelli e guardò fuori dal finestrino, si girò per ridere di nascosto affinché non me ne accorgessi ma, non pensò proprio che dallo specchietto lo avrei comunque notato.

Feci un respiro profondo e riprovai. Finalmente l'auto si mosse ma in salita tornavo indietro.

-Spingi sul gas!, spingi sul gaaaas!-, urlava, -E togli il piede dalla frizione altrimenti gira a vuoto-.

-Ma cosa vuol dire che gira a vuoto?, se non mi speghi, come faccio a capirlo, forse dovresti prima insegnarmi come funziona il meccanismo, non trovi?-.

-Cercherò di spiegartelo facendo finta che tu sia un bambino... devi vedere il tutto come se fosse un albero, ci siamo?, l'albero ha i rami, ogni ramo è una marcia, è tutto collegato. Quando schiacci il pedale della frizione, l'albero gira finché non ingrani la marcia, a quel punto si ferma sul ramo della marcia inserita e parti, altrimenti gira a vuoto. Appena inserisci la marcia, piano piano togli il piede sinistro dalla frizione e con il destro bilanci la mancanza che lasci alla frizione e parti, questo è il bilanciamento! Ricapitolando, togli un po' di pressione sulla frizione e spingi leggermente sul gas, se non l'hai capito adesso non so come fartelo capire, io più di questo non so fare!.-

-Penso di aver capito-.

-Pensi? Devi aver capito non che pensi di aver capito, è diverso, imperativo!.-

-Va bene, va bene, ho capito, datti una calmata! adesso riprovo ma, se mi fai venire l'ansia l'auto non parte!.-

-No no, l'auto parte, sei tu che non parti!.-

-Va bene l'auto parte ok.-

Dopo aver rimesso insieme i pensieri, riprovai e riuscii a far ripartire quella benedettissima auto e salire.

Iris - Storia Di Un FemminicidioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora