capitolo 14 | non è quello che vuoi

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Quella stessa sera, come se ciò che era successo in precedenza non fosse stato abbastanza, la produzione ci convocò in gradinata e ci mostrò un video delle condizioni pietose della casetta. Come già accaduto un mese prima, ci chiesero di fare i nomi di chi, secondo noi, non rispettava le proprie mansioni domestiche e, nella marmaglia generale, uscirono fuori tre colpevoli: Ayle, Mida e Holden, che in quel momento non erano in casetta ma a scuola a lavorare agli ultimi dettagli per la registrazione dell'indomani. La produzione ci avvertì che sarebbero stati presi dei provvedimenti durante la puntata, dopodiché si congedò.

«Raga, non per nulla ma secondo me non è giusto che siano stati fatti i nomi in loro assenza», commentai.

«Sì ma è stata la produzione a dirci di farlo, Nita» rispose Sofia, che si alzò dalla gradinata e si sistemò i lunghi capelli castani.

«Sì, sì, lo so. Era solo per dire.»

E infatti, come prevedibile, non appena i tre "colpevoli" rientrarono in casetta e furono informati da noi stessi, nacque un battibecco.

«Cioè, fateme capì, avete fatto i nostri nomi mentre noi non c'eravamo? 'Nce potevate aspettà?» si infervorò subito Joseph.

«Ci è stato chiesto dalla produzione, Holden, non l'abbiamo fatto intenzionalmente» puntualizzò Marisol.

Il cantante di Rudy Zerbi alzò le spalle in segno di resa, prese di nuovo in mano il borsone che aveva depositato sul pavimento e si incamminò a passo svelto verso la stanza blu. Avevo mille motivi per non andargli dietro, per lasciarlo cuocere nel suo brodo dopo l'atteggiamento che aveva assunto quello stesso pomeriggio; ma fu più forte di me, non riuscii a vederlo in quello stato. Così bussai alla porta del bagno della sua stanza, dove di sicuro si era rifugiato.

«Lasciame stà, Nì, sto incazzato nero e non mi va di dirti cose di cui potrei pentirmi» fu la sua unica risposta quando uscì dallo stanzino.

«Che cosa c'entro io? Dovevo rifiutarmi di fare nomi? La produzione ci ha dato un compito e noi l'abbiamo eseguito, tutto qui. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta io sono stata la prima a dire che non fosse giusto incolparvi in vostra assenza.»

«Va bene, brava.»

«"Va bene, brava" ?! Jo, ma che cazzo ti sta succedendo ultimamente?»

Si voltò di scatto e mi fulminò con lo sguardo. «Che me sta a succede? Rientro da 'na giornata infernale passata a cercare di memorizzare una canzone che non sento mia e che probabilmente me verrà da schifo domani e scopro che me beccherò pure er cazziatone per le pulizie che per inciso manco me ce trovo d'accordo visto che la metà dello schifo che ce stava in quel video non è colpa mia. Nun c'ho diritto d'avecce i coglioni girati?»

«Non sto parlando solo di questo e lo sai. Sono due settimane che hai i coglioni girati e che ti sfoghi mandando frecciatine a me e a Mida, oggi poi hai proprio raggiunto il culmine.»

«Ma che cazzo me ne frega di te e di Mida in questo momento, francamente. Siete liberi de fa quello che volete per quanto me riguarda.»

Mi accigliai e afferrai il suo polso, per stopparlo nella sua camminata frenetica e senza senso per la stanza blu. «Ma che stai dicendo?»

«Che me so' rotto le palle, Anita. Chiudiamola qua.»

Mi immobilizzai. Non potevo credere a quello che avevo appena sentito.

«No» emisi con un filo di voce.

«Invece sì, Nita. Non trovo più un motivo per continuare a stare insieme.»

𝘷𝘪𝘵𝘢𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙢𝙤𝙩𝙤 | Amici23Where stories live. Discover now