Capitolo 18

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-hai Jonathan che ti segue ovunque tu vada- disse con tono cupo Xadia osservando Rakanja che era steso su quello che era il suo letto come se fosse realmente morto. Era passato un mese da quando avevano avuto il confronto con Gabriel e Oliver ma Rakanja non era ancora riuscito a lasciarsi il tutto alle spalle tanto che era diventato fin troppo spericolato che Xadia non sapeva come controllarlo. Le altre tre volte che la sua relazione era andata male c'era sempre stato Luke con lui e Xadia si era trovata solo a fare da seconda spalla, invece in quel momento era da sola e non sapeva davvero cosa fare per tirare su di morale il moro.

-lo so- fu la risposta di Rakanja che comunque continuava a fissare il soffitto della camera -dopo il piccolo incidente all'arena piccola credono che sia stato io e quindi mi vogliono ancora più morto di prima- a quanto pareva Gabriel e Oliver erano riusciti a portare a termine il primo dei loro attacchi a una delle cinque arene che era riuscito anche discretamente visto che lo aveva fatto in un giorno in cui erano presenti solo i seguaci di Kasakti. Sarebbe andato anche meglio se solo non fossero morti quasi tutti i bambini al loro interno perché uccisi prontamente dai vampiri e la restante parte era stata trasformata sul momento. Avevano distrutto una struttura era vero ma non erano riusciti a salvare nemmeno uno di quei bambini.

-ho dato loro anche le posizioni delle altre arene ma tempo che dopo quello che è successo non riusciranno a sferrare un altro attacco, soprattutto il tuo ragazzo visto quanto sembrava tenere a tutti quei bambini-

-Xadia Gabriel mi odia e non è più il mio ragazzo quindi gradirei che la smettessi di chiamarlo in questo modo-

-ma lo ami ancora altrimenti non saresti in questo stato-

-posso amarlo quanto voglio ma ciò non lo riporterà da me e poi è un cacciatore e potrebbe uccidermi in qualunq...- ma Rakanja si bloccò di colpo sgranando gli occhi mentre un pensiero si faceva strada nella sua mente.

-Rakanja?-

-Kasakti ormai sa che ha un modo per tenermi letteralmente all'angolo, che io voglia o no riuscirà a prendermi fino alla fine e io non posso continuare a nascondermi per sempre-

-Rakanja-

-morirò per mano di Kasakti e lui prenderà il mio potere così che gli umani saranno in pericolo anche per colpa mia. Morirò comunque che io lo voglia o no e sinceramente in questo momento nemmeno mi importa più della cosa-

-Rakanja- tentò nuovamente Xadia ma il ragazzo scosse la testa.

-c'è un modo per il quale il mio potere può estinguersi con me e lo preferisco davvero rispetto a dare la possibilità di camminare alla luce del sole a Kasakti-

-ti prego no- sussurrò ancora Xadia con le lacrime agli occhi mentre Rakanja le sorrideva tristemente -il potere di Šamaš in questo modo si estinguerà-

-lo so ed è proprio per questo che è la scelta migliore per me quella di morire per mano di Gabriel. Kasakti non avrà mai e poi mai il mio potere e questa sarà una vittoria per tutti noi-

-sacrificandoti-

-morirei comunque Xadia, almeno in questo modo impedirò a Kasakti di avere quello che vuole e morirò per mano della persona che amo-

-hai deciso quindi-

-si, saluta i tuoi genitori da parte mia e Xadia ti voglio bene- sussurrò il moro abbracciando stratta la ragazza che lo strinse a sua volta scoppiando definitivamente a piangere capendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto il moro. Lo conosceva fin da quando era nata e per lei sarebbe davvero stato difficile continuare a vivere senza di lui ma non poteva davvero impedirgli di fare quello che voleva.

-ti voglio bene anch'io- disse tra i singhiozzi Xadia e dopo quelle parole Rakanja le lasciò un bacio sulla guancia.

-vado a farmi uccidere dal mio Gabe, vedete di non farvi mettere i piedi in testa da Kasakti e gli altri troppo spesso- e dopo aver detto quelle parole uscì dalla sua camera intenzionato a sfruttare i pochi minuti ancora di luce per raggiungere il più velocemente possibile l'abitazione di Gabriel e in quel momento non aveva nessuna intenzione di prendere la metro e comportarsi come un comune umano: doveva sfruttare tutto il tempo che ancora aveva a disposizione per mettere più vantaggio possibile tra lui e Jonathan.

Fu così che in nemmeno tre minuti si trovò difronte al portone dell'appartamento di Gabriel e ringraziò il cielo che qualcuno stava già uscendo dallo stesso quindi riuscì ad intrufolarsi senza suonare il citofono fino ad arrivare al piano dell'appartamento del rosso sperando che fosse in casa.

Qualcuno in casa c'era ed era proprio Gabriel che gli aprì la porta dopo aver sentito il campanello e guardò sorpreso.

-che cazzo ci fai qui!- sbottò mentre Rakanja lo ignorava entrando nell'appartamento -ehi sto parlando con te vampiro. Ti avevo detto che ti avrei ucciso se...-

-fallo- lo bloccò Rakanja mettendosi al centro del salotto -uccidimi- e Gabriel lo osservò realmente confuso da quelle parole che non si era minimamente aspettato.

-sono serio ho la casa piena di armi letali per un vampiro e Oliver non è qui quindi non può bloccarmi-

-ti sto dicendo che puoi uccidermi tranquillamente- continuò Rakanja aprendo le braccia in modo arrendevole difronte a Gabriel che era sempre più confuso.

-tu sei impazzito-

-no, sono serissimo- e Rakanja si avvicinò ancora di più al ragazzo cercando di far perdere la pazienza a Gabriel e quindi portandolo ad ucciderlo il più velocemente possibile.

-si, sei proprio impazzito- confermò Gabriel prendendo lo spray all'aglio che aveva sempre con se e spruzzandolo in faccia al moro che perse i sensi per quanto forte era stato l'odore e invece di finire a terra sbattendo la testa con forza fu prontamente preso tra le braccia di Gabriel che lo osservò sospirando prima di prendere il suo telefono e comporre un numero che non credeva avrebbe mai composto.

Il vampiro e il cacciatoreWhere stories live. Discover now