Un incontro al mare

5 2 0
                                    

12

Nell'abbraccio del mare, tra il fruscio delle onde e il calore del sole, ho cercato di capire i misteri che ci separano e ci uniscono. Forse, in quel delicato equilibrio tra distanza e vicinanza, troveremo le risposte che cerchiamo.

Mi recai verso la spiaggia con passo leggero, il telo da mare in spalla. Raggiunsi la riva, il sole splendeva alto nel cielo azzurro, si specchiava sui ciottoli colorati e inviava i suoi raggi a danzare sulla superficie dell'acqua. Il mare era una vasta distesa di azzurro profondo che sembrava fondersi con il cielo senza fine. Le onde s'infrangevano regolari sulla riva, mostravano una varietà di colori: il verde smeraldo si fondeva con il blu oltremare, creando sfumature sempre in movimento. Il loro suono sembrava una musica soave. Ogni onda portava con sé piccoli tesori, conchiglie dai colori vivaci, alghe ondeggianti e, occasionalmente, una schiuma bianca che scintillava come tanti diamanti al sole. Il profumo dell'aria marina si mescolava con una leggera nota di salsedine. Sistemai l'asciugamano sulla sabbia e sfilai il vestito a fiori bianchi. Mi sdraiai e chiusi gli occhi per un attimo, ascoltando il canto dell'oceano e sentendo il calore del sole sulla pelle dorata. Le onde continuavano a lambire la riva con grazia, portando con sé una sensazione di eternità. Era come se il mare avesse visto e sentito tutto, conservando segreti antichi nel suo abbraccio infinito. Poco dopo mi alzai, la semplicità di un sorriso mi tinse le labbra e le guance, come se stessi respirando, in quel momento, un senso di pace con il mondo intero. Avanzai verso l'acqua e mi tuffai. Nuotai per un lungo tratto, poi mi voltai e... mannaggia i suoi occhi! Mi accorsi della presenza di Alan e m'immobilizzai. Da quanto tempo era lì a osservarmi? Uscii dal mare a passo lento, le sue iridi erano piantate su di me. Volevo affogare subito! Il mio cuore fece un balzo in avanti. Mi fermai sul bagnasciuga, forse voleva che mi avvicinassi? Anche no, così mi sedetti e rivolsi lo sguardo verso un gabbiano sullo scoglio. Nella mente, avevo un viavai di pensieri che stava facendo troppo rumore e nella mia anima stavano scatenando un gran casino. Respirai profondamente, mentre cercavo di calmare il tumulto del mio stato d'animo. La sua presenza mi aveva completamente destabilizzata. Mi chiesi, come potevo essere così sciocca da dargli retta? Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sul ritmico fruscio delle onde, che sembrava così confortante al punto che speravo con tutta me stessa mi placasse la tempesta interiore. Tentai di allontanare il pensiero di lui, ma le immagini di prima tornarono nella mia mente con prepotenza. Con un sospiro mi voltai verso Alan, che mi osservava intensamente. Non sapevo cosa dire. Mi rizzai in piedi e provai ad avvicinarmi a passi lenti.

‹‹Posso parlarti, un attimo?››

Mi sentii come se il mondo si stesse sgretolando intorno. I nostri sguardi si incrociarono di nuovo, furono così intensi e io ero in un punto di non ritorno. Non mi stavo riconoscendo più. Mi accostai ancora, ero a pochi centimetri da lui. Potevo sentire il dolce odore del suo respiro che si mescolava all'aria salmastra. La magia di quel momento non fece altro che aumentare i battiti cardiaci. Mi aveva stregata, incantata. Mi avvicinai ancora di più, ma lui si allontanò di colpo da me.

‹‹No! Vattene via!››

Mi aveva respinta e ferita, ancora una volta delusa. Io non me lo meritavo! Sinceramente, mi sarei presa a sberle da sola!

"Quanto sono cretina!"

Chinai il capo e mi morsi il labbro inferiore.

‹‹Scusa, io non... non volevo!››

La mia voce era tremante. Mi voltai dandogli le spalle e fissai il mare. Il vento leggero mi scompigliò i capelli, mentre lui rimase immobile, combattuto di aprirsi totalmente. Sentivo che dovevo dire qualcosa, qualsiasi cosa, magari che era tutto ok, ma quell'uragano interiore tornò a farsi sentire più forte che mai ed era un misto di rabbia, paura, delusione. Sembrava intrappolato in una prigione autoimposta, incagliato sui suoi stessi timori. Si sentiva come se avesse una pietra nello stomaco, sentiva che avrebbe dovuto fare una scelta difficile.

‹‹Fuggi lontano da me, non posso darti quello che cerchi!››

Questa frase risuonava nella mia mente come un grido silenzioso mentre lo guardavo. Mi voltai lentamente verso di lui, i miei occhi erano provati dal dolore, la mia voce un sussurro spezzato.

‹‹Perché ogni volta che provo ad avvicinarmi, tu mi respingi? Non ti chiedo di darmi una risposta ora, Alan. Quando sarai pronto, sarò qui››

Ci guardammo per un attimo intensamente. Poi, lentamente, ci allontanammo l'uno dall'altro e prendemmo direzioni opposte.

Il ricordo di un'estateOnde histórias criam vida. Descubra agora