Un cuore spezzato

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Nei cuori spezzati ci sono sempre cicatrici d'amore che raccontano storie di coraggio e speranza.

(Anonimo)

Nel cielo, le nuvole si addensavano mentre mi allontanavo dall'appartamento di Alan. Un difficile addio ancora mi attendeva: dovevo dire arrivederci alla cara signora Jones, che mi aveva accolta come una figlia e condiviso momenti preziosi con lei. L'anziana mi aspettava nella sala comune, dove avevamo scambiato innumerevoli risate e conversazioni. Quando varcai la soglia del B&B, la signora si alzò dalla sua poltrona preferita, gli occhi lucidi di emozione.

‹‹Vieni qui, cara!››

Sarah mi aprì le braccia. Corsi verso di lei e mi lasciai abbracciare con affetto, le lacrime scorrevano copiose dai miei occhi.

‹‹Non so come dirtelo, ma ti sarò per sempre grata per tutto quello che hai fatto per me››

Avevo la voce spezzata. Lei mi accarezzò i capelli e mi baciò la fronte.

‹‹Sei stata una benedizione nella mia vita, Ginevra. Non dimenticare mai quanto sei speciale››

Restammo abbracciate un po', le parole non potevano esprimere pienamente l'ammirazione e l'affetto che provavamo l'una per l'altra. Era un addio commovente, ma entrambe sapevamo che il legame che avevamo stretto non si sarebbe mai dissolto. Poi, improvvisamente, una vettura si fermò davanti alla locanda. Allentai la stretta e mi voltai.

‹‹È arrivato il taxi... devo andare››

Sarah mi asciugò le lacrime e sorrise.

‹‹Vai, mia cara... non dimenticare mai che sei sempre la benvenuta qui››

Annuii con gratitudine e le strinsi la mano prima di lasciare la sala comune. Mi precipitai in camera per prendere la valigia, lanciando uno sguardo finale alla stanza. Poi, mi diressi verso l'uscita del bed and breakfast, con il cuore spezzato e le lacrime che mi rigavano il viso. Non avrei mai voluto chiamare quel taxi e restare lì ancora per un po', ma era giunto il momento di voltare pagina. Lasciavo dietro di me un'estate indelebile e due persone che avrei amato per sempre. Il tassista scese dal veicolo, mi accennò un sorriso, poi mi aiutò con il bagaglio. Mi voltai un'ultima volta verso Sarah, che mi salutò con la mano, ferma sull'uscio, mentre l'autista aprì la portiera. Mi asciugai le lacrime con le punta delle dita e salii sul sedile posteriore. La vettura si allontanò. Le prime gocce di pioggia iniziarono a bagnare il finestrino mentre il veicolo imboccava la strada per l'aeroporto. Tenevo il cellulare tra le mani, sperando in un messaggio di Alan e, invece mi arrivò quello di Sofia.

- Non vedo l'ora di abbracciarti, tesoro mio!

Sorrisi e risposi rapidamente.

- Anch'io!

Il taxi giunse appena in tempo a destinazione. Ringraziai il tassista e gli lasciai una generosa mancia. Con l'aiuto di un facchino, portai il bagaglio fuori dalla vettura e mi precipitai verso il terminal. Dopo aver fatto il check-in e superato i controlli di sicurezza, mi diressi verso la sala d'imbarco. D'un tratto sentii una voce familiare.

‹‹Ginevra!››

Mi voltai e il mio cuore perse un battito. Alan era lì, che cercò di superare la folla per raggiungermi, ma i controlli di sicurezza glielo impedirono.

‹‹Aspetta, Gin... io ti amo!››

Quelle parole rimasero sospese nell'aria mentre mi allontanavo, incapace di voltarmi. La voce fuori campo di una hostess annunciò il mio volo e dovetti proseguire. Avrei voluto correre da lui, abbracciarlo e dirgli quanto anche lo amassi anch'io ma, attraversato il gate d'uscita, mi recai verso la navetta che mi avrebbe condotta al velivolo.

Il ricordo di un'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora