— Sai — le disse Shula osservando una locandina — Una cosa strana di voi umani che adoro è il teatro.
Erika guardò quel manifesto. Un musical. — Ti interessa questo? — le chiese indicando il grosso foglio appeso al muro.
— Mi incuriosisce. — rispose l'altra, poi le fece gli occhi da cucciolo — Possiamo andarci? Ti preeeeego!
Erika, divertita, annuì. Lo spettacolo sarebbe stato quel sabato. Due giorni per trovare i soldi e avere il permesso di rompere il coprifuoco. Semplice-
Oh.
Il coprifuoco.
Erika imprecò. Era quasi ora. Salutò Shula e corse verso il portone di legno, pronta a farsi sgridare per gli unici cinque minuti di ritardo e altrettanto non pronta a finire i compiti.***
Erika bussò alla porta del minuscolo ufficio di Jamie. Non rispose nessuno. Sbuffò, poi spalancò lo stretto battente. Trovò il poliziotto con la faccia praticamente appiccicata a quella di un ragazzo biondo.
— Sì, sì, siete molto carini, ma-
Jamie la vide e arrossì pesantemente. L'altro ragazzo si appoggiò sulla sedia su cui LEI era solita a sedersi.
— Erika, io-
Erika gli fece un sorrisetto malizioso. — Ti devo molti favori. Ne spunterò uno dalla lista non dicendo a nessuno di tutto questo-
Jamie la interrompe — con te c'è sempre un 'ma'.
— ...Esatto — la castana rise — Ma mi devi dare una mano.
Il poliziotto sbuffò — Cosa vuoi?
L'atro tizio li interruppe — Scusatemi, ma... non mi dovreste qualche spiegazione?
Erika ci pensò — Forse. — gli porse la mano — Erika Marchiarelli.
Quello rispose — Marchiarelli?
— Sono italiana. Problemi?
Tizio Caio non rispose. Si presentò come Mark.
Erika constatò che non c'era altro da dire — Bene, basta spiegazioni— Si rivolse di nuovo a Jamie — Ho bisogno di ottenere il permesso di rompere il coprifuoco, questo sabato.
L'altro la guardò — Per quale assurdo motivo?
— Teatro. Devo andare a teatro.
Jamie scoppiò a ridere — Appuntamento?
— Non ti riguarda.
— Immagino avresti bisogno anche dei soldi per i biglietti.
Erika assunse un espressione di sfida — Cosa ti fa pensare che siano più biglietti?
Jamie la guardò in modo eloquente.
Erika cedette — ... Sì, ho bisogno anche dei soldi. Per due biglietti.
Il poliziotto sorrise e aprì la bocca, come per dire qualcosa.
La ragazza lo bloccò — MA... non è un problema. Ora ho bisogno che tu convinca la direttrice che sono stata molto brava ultimamente e ho il diritto di uscire il sabato sera. Gioca anche la carta "Si tratta di un'uscita culturale". Sto andando a teatro, dopotutto.
Jamie replicò — Parli come se io avessi già accettato.
— Beh, — Erika guardò Mark — considera la possibilità che io possa andare dal capo della polizia e raccontargli di questa tua piccola distrazione -come dire- arcobalenosa, ecco...
Il giovane cedette — Va bene. Per essere una stupida quattordicenne sei convincente.
Erika salutò e corse via, lasciando Mark con la mascella praticamente a terra dallo stupore.
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Sono ancora incatenata in quella valle in fiamme
FantasyOrmai l'oscurità cresceva nel suo petto, nelle sue membra, in tutta la sua anima. Non era una metafora. Lei la sentiva, la sentiva oscurarle la vista, la sentiva avvolgerla, partendo dalle punte delle dita. Sentiva di poterla scagliare contro chiunq...