Capitolo 5

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Lunedì mattina mi sveglio prima che la sveglia suoni per prepararmi al meglio, oggi inizia ufficialmente primo il semestre e sono pronta a scoprire cosa mi attenderà.

Tento di fare più piano possibile mentre scelgo i vestiti dall'armadio, per evitare di svegliare Sophie che dorme con un sasso.

Scelgo un paio di jeans scuri, felpa bianca con dietro un lupo in bianco e nero -che prima era di Alec e che adesso "casualmente" si trova nel mio armadio- anfibi neri e cappotto scuro.

Mi dirigo in bagno e inizio a preparare i trucchi in attesa che l'acqua della doccia si scaldi. Una volta che la temperatura è perfetta mi tolgo il pigiama e mi fiondo dentro.

Dopo alcuni minuti sento il suono della sveglia e successivamente Sophie che sclera: «Mmh, la sveglia. Jade, la sveglia dio santo, voglio dormire!» Ops, devo aver scordato di spengerla. Trattengo una risata immaginandola che cerca il telefono a tastoni con solo una mano fuori dal piumone.

«Sono sotto la doccia, spegnila tu.» grido a mia volta per sovrastare il rumore dell'acqua che scorre.

«Mmh, ma che ore sono? È presto, le lezioni iniziano alle nove. Io me ne torno a letto.» bofonchia assonnata mentre la sento tirare qualcosa contro il comodino, probabilmente per spengere la sveglia.

«Sono quasi le sette. Sappi che quella sveglia è impostata sul mio cellulare, quindi se non lo vuoi rompere alza il culo dal letto e spegnila.» dico ridendo e spengendo il getto dell'acqua.

«Cristo, ma manco il primo giorno posso dormire in santa pace? Quando i lavoratori che ristrutturano il tetto e quindi attaccano alle cinque con i lavori, quando suona la tua cazzo di sveglia. Quando questo, quando quest'altro. Mai un attimo di pace in questo luogo. Santo il signore, ho le ore di sonno arretrate e le devo recuperare con una cosa che si chiama: dormire.» boffonchia nuovamente alzandosi dal letto. Io nel frattempo esco dal bagno con l'accappatoio e un asciugamano sui capelli.

Mi appoggio allo stipite della porta del bagno e la fisso mentre torna in letargo sotto le coperte.

«A che ora hai intenzione di alzarti?» le domando senza distogliere lo sguardo.

«Quando vorrò e non avrò più il ciclo. Lasciami stare.» Dice cacciando la testa sotto il cuscino, come farebbe uno struzzo sotto la sabbia per nascondersi. Io la fisso e poi realizzo il motivo della sua acidità mattutina così mi viene in mente un'idea.

«Ho la soluzione che fa al caso tuo, brontolo. Torno subito.» dico cambiandomi velocemente e con ancora l'asciugamano tra i capelli umidi esco dal dormitorio in direzione del bar dell'università.
Forse una bella colazione la aiuterà a tirarsi su.

Al bar trovo una marea di studenti intenti a fare colazione o a ripassare i loro programmi del semestre. Mi dirigo al bancone facendo finta di nulla e aspetto che il barista mi noti per servirmi.

«Di corsa stamani?» dice un ragazzo moro, muscoloso e con un piercing al sopracciglio dietro al bancone.

«Mmh?» domando incuriosita e non capendo a cosa si stia riferendo. Lui indica l'asciugamano che ho in testa e poi scoppiamo a ridere di gusto.

«No no, sono solo uscita per prendere la colazione per me e la mia compagna di stanza, stamani pare abbia la luna storta.» dico trattenendo una risata.

«Capisco. Cosa ti posso dare?» domanda picchiettando le dita sul bancone.

«Due caffè macchiati da portar via, un cornetto alle more e un muffin al cioccolato bianco.» affermo.

«Il muffin immagino sia per la tua amica.» dice ridendo mentre inizia a preparare i caffè.

«Già, io preferisco i cornetti a dir la verità. Ah, puoi darmi anche un altro muffin, ma alla nutella. Sai, devo pur tirarla su in qualche maniera.» dico ridendo.

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