4. Scambio di ostaggi

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Fontebella


Evianne ha undici anni e continua a sognare il fiore viola che ha visto sul guanto del soldato nemico. I suoi petali travolgono tutto quello che incontrano, mangiano i sorrisi di sua madre, inghiottiscono Mildri e Snorre, distruggono boschi e praterie. Quello stemma, dietro cui si nascondono gli assassini della sua famiglia, diventa un'ossessione che le riempie i pensieri, come un incubo che la perseguita sempre, anche di giorno, quando il sole rovescia i suoi raggi tiepidi sui ruscelli della Bolla. Tutti le dicono di dimenticare, non serve a nulla appigliarsi a un ricordo, forse un'allucinazione prodotta dalla paura del momento, ma per Evianne il fiore è così reale che lo sente cucito alle retine, quasi fosse diventato una parte di sé.

Dopo l'imboscata che ha segnato la morte dei suoi genitori, ne arrivano molte altre, a turno alterno, ripicche da parte di Fontebella, vendette da parte degli Spilli, finché i due sovrani non trovano un accordo.

Anche quella mattina Evianne è in riva a un ruscello assieme a Mildri e Snorre. Gioca a intrecciare alcuni fili d'erba per donare una collana al grande olmo che secondo il Vecchio Saggio non supererà il prossimo inverno.

Sua cugina si assicura che orecchie indiscrete non stiano origliando e si mette la mano davanti alla bocca per impedire a qualche rana di rubare un grande segreto. «Ho sentito la mamma che parlava con Ordon nella sala delle riunioni. Lui è contrario, ma è solo un consigliere e non ha l'ultima parola.»

Snorre si avvicina. Ha undici anni adesso e gioca con la spada di metallo, non più di legno, continua ad allenarsi perché sogna di infilzare come spiedi gli Spilli che hanno ucciso sua sorella. «Di che stai parlando, piccola piantagrane?»

Mildri corruccia le labbra. «Gli Spilli di Spinarupe sono affranti per la morte della regina. Dicono che l'abbiano assassinata alcuni popolani durante una sfilata notturna. Sei mesi di lutto, ma ci credete? Comunque... Re Tavare ha proposto una tregua, scambio di ostaggi. Alcuni dei nostri vanno da loro e alcuni dei loro vengono da noi.»

«Io non ce li voglio quegli esseri da queste parti!» strilla Snorre.

«Stai dicendo che mia madre non sa quello che fa?»

«Beh, certo! Se lo sapesse, non ci troveremmo in questa situazione!»

Mai una volta che si possa parlare senza rischiare un bisticcio! Evianne salta tra di loro. «Smettetela! Sono fiorite le margherite in pianura. È una giornata troppo bella per litigare. Andiamo a ballare, Snorre, forza, e anche tu, Mildri, facciamo una corona di fiori!»

Con il suo tono infantile è diventata brava a spegnere i loro battibecchi. Lo fa giorno dopo giorno, mentre crescono e gli ostaggi di Spinarupe arrivano nella loro terra. Evianne li vede – ragazzi con la carnagione del miele e del castagno, fanciulle che profumano di spezie e hanno mani tatuate di fiori marroni –, e capisce che per ogni loro arrivo un giovane di Fontebella sarà condannato a partire.

Cerca di chiudersi nella sua bolla di indifferenza e di dimenticarsi del fiore viola che ancora la perseguita. Vive a palazzo adesso e si occupa delle serre con le erbe medicinali, segue i consigli del Vecchio Saggio che l'ha iniziata all'arte della guarigione. Quando è sola, si ripete che la vita può correre bene, anche se lei si è azzoppata. Si sbaglia.


*


Lo scambio di ostaggi continua indisturbato per tre anni finché una nave di Fontebella non attacca un'imbarcazione di Spinarupe per saccheggiarne le merci. L'incidente non provoca né feriti né morti, ma re Tavare lo interpreta come una violazione della tregua e minaccia di inviare l'esercito per punire lo sgarro subito. Evianne ha quattordici anni ed è abbastanza grande da respirare l'aria di tensione che si addensa tra le mura del palazzo, una bolla che si gonfia sempre più, quando le trattative falliscono.

Una storia di ali e spilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora