32. Ricompense divine

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«Diventerò la vostra spia, ma a Shadee non deve succedere niente.» È l'unica condizione che Evianne impone quando recupera il controllo della voce. Si sente frastornata come se avesse la testa piena di bollicine frizzanti. Generano uno scoppiettio costante che rompe la logica ferrea dei pensieri, la lasciano con il terribile sospetto di essere stata avventata, di avere commesso un errore irreparabile. È l'esitazione di un secondo: le basta ripensare al corpo di Isedu straziato e al tremolio che faceva ondeggiare Shadee davanti al re per convincersi di avere preso la decisione giusta.

«Nessuno gli farà dal male» giura Chenzira. «È una promessa.»

I loro sguardi si agganciano in un lungo silenzio. Evianne gli crede, anche se una vocina continua a suggerirle di avere commesso una sciocchezza, di essersi infilata per l'ennesima volta in un guaio più grande di lei. Ma ormai ha dato la sua parola e non c'è spazio per i rimorsi. È una regola che segue sin da quand'era bambina. Una volta scelto un sentiero, non si può più tornare sui propri passi, bisogna basarsi sull'istinto e percorrerlo fino alla fine, senza mai guardarsi indietro. Lo farà anche adesso: spierà Shadee, indagherà sul fiore viola e troverà un modo per pacificare le due Bolle nemiche.

«Che cosa devo fare?» domanda.

«Devi tornare a Fortezza Diaspro» le risponde Chenzira. «Stanotte ci sarà la luna piena.»

Evianne non sa come sia a conoscenza dell'appuntamento che si è data con Shadee. «Sei una spia migliore di me. Sei davvero sicuro che vi serva?»

Chenzira le pizzica la guancia. «Non sottovalutare il tuo fascino!»

Poco dopo dà la notizia a Bulbun e Nandi. Il canterino degli Spilli la accoglie con cori di giubilo e danze improvvisate. Sebbene Evianne non condivida la sua stessa felicità, balla e canta con lui, perché nell'arte trova sempre un rifugio dove potersi snudare di ogni preoccupazione.

«Quando tornerai da noi, dovrai insegnarmi a fare tutte quelle piroette sulla punta» ride Bulbun. «E io ti insegnerò a usare la lira e ad azzeccare qualche nota. Un giorno diventerò il griot più famoso delle Bolle, mi servirà un'allieva. Potresti proprio fare al caso mio, se solo fossi un po' meno stonata.»

Evianne lo abbraccia fortissimo. «Grazie per avermi parlato di quel fiore. È stato un miracolo per me. Adesso ci penso io a scoprire il resto.»

Bulbun la solleva a tradimento e ruota sul perno dei talloni, la costringe a girare con lui.

«Voi due!» strilla Nandi, quando i piedi di Evianne sbattono contro la piattaia e fracassano due ceramiche. «Volete distruggermi casa?»

La combinazione di Evianne e Bulbun potrebbe formare un'arma letale per disintegrare l'intera Bolla di Rovi. Si fermano e ridono contemporaneamente grattandosi la guancia, mentre Nandi, ancora sospettosa, intreccia le braccia davanti al petto. «Che cosa ti ha fatto cambiare idea?»

Il buon umore vola via, soffocato dal ricordo degli ultimi giorni. La morte di Isedu, il ricamo che collega il fiore viola agli Spilli, a Shadee. «La cosa giusta. La cosa migliore per tutti.»

Quando Nandi la accompagna a palazzo su due vecchi muli, il tramonto regna di nuovo in cielo. Un filo di vento accarezza le colline di sabbia e le incartapecorisce con il suo tocco, fa oscillare gli stemmi dei rovi sulle aste delle bandiere. Lungo la serpentina di sabbia che dà accesso a Fortezza Diaspro penzolano i corpi di sette impiccati. Re Tavare li ha condannati a morte perché sospettava fossero complici di Isedu.

Nandi tira il laccio del mulo per invitarlo a fermarsi e fa segno a Evianne di scendere di groppa dal suo. «Entra dall'ingresso secondario» le ricorda, recitando le istruzioni che Chenzira le ha già riferito al villaggio. «Cerca di non attirare le attenzioni degli Spilli. Torretta uno, sottopassaggi nella botola e...»

Una storia di ali e spilliWhere stories live. Discover now