12 Gennaio

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«Sei tu, Sei rientrato?»

«Sì, appena adesso. Dove sei?»

«Di sopra come al solito. Chiudi bene la porta e vedi di fare qualcosa, una buona volta, per quegli spifferi. Fa Freddo.»

«Fa freddo? Dimmi attraverso quali organi un ologramma riuscirebbe a provare la sensazione di freddo.»

«Non ci provare, oggi non accetto provocazioni, sto troppo bene.
Comunque se non fossi in uno stato di completo benessere, come adesso, ti direi che sei un emerito, grande, gigantesco stronzo.»

«Meno male, cominciavo a preoccuparmi.»

«In frigo c'è del pesce, cucina quello ne ho voglia.»

«Faccio un bel brodetto veloce, veloce come...»

«E ti pareva che non tirava in ballo la "donna perfetta".»

«Non è colpa mia se cucinava bene.»

«Sei proprio un cretino ma hai ragione.»

«Allora vediamo un po' se ricordo come faceva: un mestolino di olio extravergine a persona quindi verso un mestolino.»

«Mettine due.»

«Ma mica mangi realmente.»

«Vuoi litigare, ti conviene?»

«Due, ne metto due, per carità.
Pomodori pelati. Pomodori o pomidoro?»

«Chiamali come ti pare, basta che siano di quelli buoni.»

«Aglio, un pochino di peperoncino fresco, a me piace.»

«Anche a me. Ma soprattutto non dimenticare il peperone dolce.»

«Assolutamente l'ingrediente fondamentale. Faccio restringere il pomodoro. E poi la sequenza precisa, tutto dipende da quello, prima la seppia, poi i pesci con la carne più tenace: pescatrice, testone, tracina e via via quelli più teneri: aguglia, triglia, merluzzetto razza. Tutti belli distesi senza accavallarli, coperchio, ed in fine scampi, canocchie e a un minuto dal termine cozze e vongole.»

«Vedo che hai imparato bene.»

«Adoravo vederla cucinare.»

«Comincio a dubitare del fatto che tu abbia qualche speranza di salvarti.
Vedi che in fresco c'è una bella bottiglia di cerasuolo, mio caro baccalà.»

«No, il baccalà non ci va, quello lo faceva con il riso »

«Ti farei una faccia di schiaffi!
Te la faccio passare liscia solo perché ti ha insegnato a cucinare bene.»

«Sì mi ha insegnato un sacco di cose. Peccato che non ho capito niente.»

«Adesso che sali porta la bottiglia e, mi raccomando, gli avanzi del pesce.»

"Gli avanzi?»

«Non stare sempre a puntualizzare tu,  fa' come ti dico.»

«Agli ordini regina del mio cuore.»

«Si, si fai il pagliaccio, lo so io chi te lo ha strappato il cuore e lo ha dato in pasto agli avvoltoi.»

«Eccomi. Vino freddo, bicchiere ghiacciato, bevo un bel sorso, ti piace?»

«Con la zuppa di pesce è la morte sua.»

«Per bacco e tutti i baccanti, cosa hai in braccio!»

«Non lo vedi?»

«È un...»

«Pelo morbido nero come la morte, occhi verde smeraldo, quattro zampe e una magnifica coda. Sì, è un gatto. Il gattone nero che si aggira per la piazzetta qui sotto.»

«Un momento, tu lo accarezzi e lui ti fa le fusa!»

«Certo, lei, perché è una gatta, mi vede e mi sente, proprio come te.»

«Quindi gli animali ti vedono, avvertono la tua presenza?»

«No, solo i gatti.»

«Quale dote hanno i gatti per poter fare questo? Hanno dei sensi speciali?»

«Non ne ho idea, so solo che è così. C'è chi dice che hanno sempre il cervello in modalità alfa, che sono telepatici, che leggono il pensiero. Io credo che gli antichi avevano ragione sul loro conto: Sono delle divinità.»

«Mi fissa in modo strano. Quegli occhi!»

«Capisci cosa significa, sì?»

«Cosa?»

«Rifletti. Se mi sente, mi vede, lo posso toccare come faccio con te, addirittura senza che chiuda gli occhi, vuol dire che è capace di entrare dentro la tua testolina.»

«Stupefacente!»

«Vieni, accarezzalo. »

«Neanche per sogno! Lo sai come la penso a riguardo degli animali e soprattutto sui gatti. Niente contatti con gli essere umani per il loro bene.»

«Dunque hai problemi anche con i gatti. Il premio Nobel per gli strizzacervelli, mi devono dare.
Dai avanti, sputa il rospo.»

«Non ho niente da dire.»

«Parla. Ricordi che dobbiamo svuotare la cantina?»

«Io da bambino giocavo con un gatto. Parliamo di quando avevo intorno ai tre anni, era il mio migliore amico e io ero felice, tanto felice, poi un giorno d'improvviso sparì, non lo vidi più. Fu il mio primo trauma d'abbandono e così giurai a me stesso che non avrei più avuto a che fare con gli animali. Naturalmente crescendo capii che comunque era una scelta saggia, che era un bene per gli animali non avere a che fare con la cattiveria degli uomini.»

«Ma alla base di questa scelta c'è un trauma, la paura di essere abbandonato, giusto?»

«Tutti prima o poi mi abbandonano, è il mio destino ed io ho già sofferto abbastanza.»

«Io non ti abbandonerò mai questo lo sai vero?»

«Ne sei sicura? Chi mi dice che all'improvviso, puf, non sparisci anche tu come il mio amico gatto.»

«Ti basta guardare dentro di te e troverai la risposta»

«Che nome hai dato a questa gattina?»

«Lei mi ha detto di chiamarsi Cenerentola.»

«Giustamente visto che la vera cenerentola era una gatta.»

«La favola di Basile, così dice.»

«Adesso che succede...che diavolo...era un po' che non lo facevi!»

«Ti piaccio come Cenerentola pronta per il gran ballo?»

«Nessuna fata sarebbe stata in grado di fare una simile meraviglia.»

«Vieni, balliamo.»

«Io non vedo principi nei paraggi.»

«Non fare il finto modesto, lo sai che sei tu il mio principe.
Un principe dal cuore sanguinante.»

«Cosa balliamo?»

«Una quadriglia anzi, ecco un nastro, facciamo il laccio d'amore.»

«E la musica?»

«Premi play e seguimi »

«Oh,oh la villanella di Cenerentola, Roberto de Simone, perfetto.»

"...Chi nasce cane e chi nascette gatta
Chi nasce cane e chi nascette gatta
I' ca nascette
I' ca nascette gatta e no canillo
Aspetto 'e m''o 'ncappa' nu suricillo
Aspetto 'e m''o 'ncappa' nu suricillo..."

(...Chi nasce cane e che nacque gatta.
Chi nasce cane e chi nacque gatta.
Io che nacqui
Io che nacqui gatta e non cagnolino
Aspetto di acchiapparlo un topolino.
Aspetto di acchiapparlo un topolino...)

«Che tu sia una gatta, o mia splendida Cenerentola, non c'è alcuna dubbio. Ma io chi dovrei essere?»

«Tu si o suricillo, miao!»

SpigolatureWhere stories live. Discover now