Capitolo 4~ Una regina scomoda

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Stavo seduta fuori il suo studio, e la donna che mi aveva accompagnata mi guardava bieca. Una grande porta in legno scuro mi divideva dalla regina. Vi era intarsiato uno spettacolo atroce: una grande figura femminile, con le braccia spalancate e l'espressione feroce, sovrastava una folla di persone incatenate, intente a svolgere i lavori più umili e faticosi. Sotto, una grande scritta recitava: "Non può essere di molti ciò che è di uno solo". Non ebbi il tempo di interrogarmi a lungo sul suo significato. Infatti, uscì amareggiato il ragazzo che avevo incontrato prima, seguito da un uomo alto e snello, a cui temevo si sarebbero rotte le gambe ad ogni passo, data la loro finezza.
«Sono desolato Vostra Altezza, desolato. Le assicuro che non accadrà mai più». Sorrisi beffarda in sua direzione, convinta che Stria lo avesse richiamato per il suo comportamento indecente contro i "tributi". « La famiglia Coal è sempre stata al servizio della Regina Nera, e non esiterà a farlo anche ora. Vero Peter?»
il giovane mi gettò un'occhiata confusa, poi si rivolse alla regina, che era nascosta dalla porta e porse le sue scuse, garantendo il suo impegno per attuare ciò che era giusto.
Poi chiamò me.
«Clhoe, entra».
Mi alzai sorreggendomi all'unica stampella che ero riuscita a raccogliere da terra poco prima. Ero tesa, ma non lo davo a vedere. La frase incisa sulla porta rimbombava nella mia testa.
Era girata di spalle: un vestito rosso acceso pareva confondersi con i suoi capelli. Lei stessa sembrava emanare luce, immersa nell'ambiente ombrato. Vi era un'immensa scrivania dello stesso materiale della porta, le cui zampe raffiguravano quattro leoni intenti a sorreggere la tavola. Dietro vi era una libreria, e riconobbi alcuni titoli che avevo visto nella mia stanza. A destra vi era un pianoforte impolverato , a fianco di esso una grande finestra, oscurata da tende nere. Mi diede il tempo di osservare tutto. Dietro di me c'erano scaffali colmi di barattoli, alcuni chiusi, altri aperti, che emanavano piccoli bagliori o dai quali uscivano rivoli di fumo colorato. L'atmosfera era apparentemente calma, scandita dal ticchettio di un orologio. Io però avvertivo la presenza di una bomba che sarebbe scoppiata presto, non appena mi sarei seduta su una delle eleganti sedie.
La finestra si spalancò, ed entrò il corvo che avevo visto la sera prima gracchiando fastidiosamente.
«Non cantare, Frugilegus. Il tuo canto infastidisce la nostra ospite».
Mi spaventai. Lei era di spalle, e io avevo solo pensato che l'uccello fosse molesto, non lo avevo nè detto, nè manifestato. Tentai di difendermi.
«Non devi giustificarti». Disse pacata, e si voltò. Mi guardava severa, mentre le sue lunghe dita affusolate accarezzavano l'animale. «Siediti, o la gamba ti farà male». Non era un'esortazione preoccupata, il suo tono era esattamente come quando mi chiese se avessi dolore.
Mi accomodai ostentando sicurezza.
«Clhoe, purtroppo qualcuno ha interferito con il percorso che avevo tracciato per te, e questo mi dispiace. Non era mia intenzione tenerti nascoste certe cose. Volevo che ogni cosa avesse il suo tempo». Si fermò per permettermi di assimilare queste informazioni. Era vero? Ma allora perchè mi aveva fatto credere di essere una strega? L'orologio ticchettava indisturbato.
E i tributi? Troppe cose non quadravano.
«So che ti stai interrogando sui tributi. Sono ragazzi violenti e problematici, un problema per la società. Non farti ingannare dal loro aspetto, possono assumere varie forme». Alzai lo sguardo. I nostri occhi si incontrarono. Capì immediatamente che ero molto scossa.
«Vi sono stati troppi segreti Clhoe, è vero. Ma io sono pronta a rimediare, e non permetterò che cada nelle mani sbagliate. Io so cosa è meglio per te». Avvertii un forte interesse ma anche una pressante autorevolezza.
«Ma ho saputo di essere stata rapita mentre ero dalle fate, che io ero lì, e ora sono qui, e che in più sarei un'arma». Gettai le mie preoccupazioni in fiumi di parole.
«Per loro eri un'arma. Ti ho portata via perché quello non era il tuo posto. Ti avrebbero soppressa e umiliata. Non accettano che qualcuno sia superiore a loro. Vedi Clhoe, tu sei una fata, è vero. Ma sei una fata potente. In tutta la storia magica, il grado più potente mai vissuto era stato quello della Maggiore. E anche loro sono state umiliate e emarginate. Per te, Clhoe, io ho voluto il meglio. Il tuo potenziale doveva essere liberato, non soppresso. Io voglio renderti partecipe delle mie conquiste. Voglio darti una famiglia».
Le chiesi di Coraline, e della sua bacchetta.
«Quello della bacchetta è un atto che garantisce fedeltà. Nessuno obbligò la ragazza a lavorare qui, fu una sua scelta. Ma sapevo che me lo avresti chiesto. Ho qui l'atto della sua assunzione».
Mi porse un foglio ingiallito che recitava varie clausole.
"La lavoratrice intende rinunciare autonomamente alla libertà e ad un'appartamento dignitoso per garantire che il denaro, altrimenti speso per queste agevolazioni, vada beneficio della sorella Wendy Glik, studentessa alla scuola di magia streghica".
Quindi Coraline aveva voluto che il denaro speso per lei andasse alla sorella. In effetti la ragazza me ne aveva parlato con consapevolezza. Avevo interpretato male le sue scelte, pensando fossero clausole di schiavitù, quando in realtà erano state scelte autonome.
Capii che potevo fidarmi di lei. Tutto coincideva perfettamente e la ringraziai interiormente per avermi dato certezze.
«Ho fatto predisporre per te un giardino coperto, dove potrai sentirti a casa. Il Regno delle Streghe sarà a tua completa disposizione. Se vuoi un atto della mia buona fede, posso sciogliere il contratto di Coraline Glik immediatamente, garantendo un'adeguata istruzione alla sorella in ogni caso». Mi meravigliai: non credevo fosse disposta a tanto.
«Ne sarei felice» dissi riconoscente, e sulle sue labbra aleggiò l'ombra di un sorriso.
Mi avvisò di un' assemblea alla quale avrei partecipato, dove mi avrebbe presentata ufficialmente al popolo. L'idea mi spaventava, ma sapevo che sarebbe stata al mio fianco.

L' Acqua e il Fuoco: L' Elemento Perduto Where stories live. Discover now