Disaster

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Era tutto sbagliato: un altro po' e Zayn sarebbe passato a prenderlo per andare a ballare, e Harry odiava andare a ballare.
Tuttavia era passata una settimana dall' "incidente" della festa e non lo aveva ancora rivisto. Quindi ne stava approfittando.

Gli mancava.

Ovviamente il suo tentativo di preservare il loro rapporto e andare avanti senza alcun cambiamento era stato vano, perché — diciamocelo — Harry ha continuato a comportarsi come se il tasso alcolemico non si fosse mai realmente abbassato, prendendo le ennesime decisione da perfetto imbecille.

Pertanto, non doveva sorprendersi se adesso i messaggi giornalieri con Louis erano pochi e nulli — e quei pochi erano pure forzati, come se da entrambe le parti stessero recitando un copione sbiadito dalle lacrime versate. Cercavano di leggerne le battute, ma alcune erano solo macchie d'inchiostro. Erano costretti a improvvisare per far rimanere in piedi quella recita, ma loro non erano mica attori.

L'unica sua certezza? Non avrebbe toccato un solo bicchiere. Non importava se gli dicessero che fosse analcolico, avrebbe rifiutato ugualmente.

Non si sa mai. Ubriaco no, ma nemmeno drogato

E il riccio non aveva per niente voglia di ispezionare e controllare ogni mossa di ogni barman o altra persona che gli si approcciasse. Stava andando a ballare e quello avrebbe fatto.

L'unico problema di Harry? Non avrebbe toccato un solo bicchiere.
Quindi, con ogni probabilità, sarebbe rimasto seduto in un qualsiasi angolo che avesse trovato libero dato che senza alcol non sarebbe mai riuscito a sciogliere i nervi e divertirsi in un luogo che detestava.

Si sistemò un'ultima volta il colletto della camicia e, sentendo il clacson di una macchina, si affrettò a cercare il profumo per poter raggiungere Zayn senza doverlo far attendere troppo.

«Non pensare alla folla, è per Louis. Lo stai facendo per lui, riuscirai a sopportare un po' di musica troppo alta e commerciale» si ripeteva sottovoce, guardandosi allo specchio mentre qualche spruzzo finiva sul collo e sui polsi.
Non contento, se ne mise un altro po' cercando di coprire ogni superficie di pelle e vestiti. Pure quello era completamente sbagliato, ma — a sua discolpa — era nervoso e la boccetta del profumo sembrava l'oggetto adatto su cui sfogarsi.

Devi solo smettere di pensare, se pensi non sei spontaneo. Non pensare e tornerai a comportarti come sempre, e tutto si risolverà

Salutò velocemente sua madre rassicurandola sui soliti convenevoli: "Ti avviso quando arrivo" "Non bevo troppo" "Sì, se rimango a dormire da qualcuno ti chiamo" "Se succede qualcosa ti faccio sapere subito" "No, mamma. Non mi servono soldi, tranquilla"

«Stai uscendo coi tuoi amici, tieniteli vicini o almeno nei paraggi — e poi ancora — Per qualsiasi cosa stai vicino a Louis, non rimanere solo nemmeno se mi stai aspettando. E poi-»
«"Non accettare nessun passaggio se non quello di chi è uscito insieme a te, nemmeno con loro se sono ubriachi. Piuttosto mi chiami e vengo a prenderti" ricevuto» aveva terminato per lei la frase, avvicinandosi a darle un bacio di sfuggita sulla guancia per concludere il discorso, salutandola così un'altra volta.

«Divertiti!»
«Ci proverò»

Si chiuse la porta alle sue spalle e raggiunse l'auto — o quel che ne rimaneva dell'auto — di Zayn.
«Cazzo, Harry. Che vuoi fare, soffocarmi con tutto quel profumo?» e accompagnò quelle parole con alcuni colpi di tosse mentre con una mano scacciava via una scia di profumo immaginaria.
«Sei così teatrale Malik»
«Un'altra parola e ti lascio col culo sull'asfalto»

Non che serva molto a farlo, qui a stento è rimasto il telaio...

«Mea culpa» alzò le mani in segno di resa.

La discoteca non era molto lontana, appena fuori paese, e la raggiunsero in una decina di minuti.
Quando Zayn parcheggiò alzando il freno a mano, si voltò verso di lui, gli occhi assottigliati che lo guardavano intimidatorio.

«Zayn? Che c'è?»
«Azzardati a bere anche solo un goccio di alcol e io giuro su-»
«Non è in programma, tranquillo. Dopo l'ultima volta dubito che ne guarderò anche solo uno di quei bicchieri»
«Mh... Anche perché questa volta non ci sarà Louis a difenderti e io non ho intenzione di farti da balia»
«Come non ci sarà? Io sapevo che sarebbe venuto anche lui»
«Sì, ma all'ultimo ci ha ripensato. Dice che non se la sente di andare a ballare, chi lo capisce più... dai andiamo, la notte è giovane Harry» Zayn scese dall'auto, riusciva a vederlo dallo specchietto retrovisore mentre s'incamminava per raggiungere Liam e gli altri.

«Che bastardo»

Era incredulo. Era arrabbiato. Si era letteralmente costretto ad uscire per vederlo; stava andando a ballare, lui! Harry Styles che va a ballare, lo stesso Harry che odia le discoteche e gli sconosciuti accalcati, e per cosa? Rimanere solo in un angolo della sala, sobrio, mentre l'unica persona per la quale aveva messo piede fuori casa se ne stava tranquilla a letto.

Raggiunse anche lui gli altri e, appena individuò Niall, lo prese in disparte per parlare.
«Dov'è Louis?» iniziò a chiedere sottovoce.
«Ciao anche a te»
«Mi aveva scritto che sarebbe venuto, dov'è?»
«A casa, non si sente bene» lo liquidò Niall freddamente e fece per andarsene, ma Harry lo bloccò poggiando una mano sulla sua spalla.

«Che cos'ha? Lui non sta mai male» insistette.
«È umano anche lui, Harry. Non se la sentiva di venire con noi» continuò vago l'altro.
«E perché sta male? Ha qualche dolore particolare o sono io? Non se la sentiva di venire perché ci sono io qui, per questo sta male?»

A quelle parole Niall alzò lo sguardo, sprezzante, puntandolo in quello di Harry.
«Se sai già la risposta che cosa me lo chiedi a fare, mh? Cerca di capire che cosa stracazzo ti passa per la testa prima di ficcare la lingua in bocca a qualcuno»
«Che cosa? Io non ho — la mia lingua non ha... è stato solo-»
«Allora ricordi, quei messaggi erano l'ennesima stronzata»
«Io...»

Niall sapeva e aveva messo Harry in gabbia, era senza via d'uscita.

«Tu te ne sei approfittato, ti sei approfittato di Louis e ora che stai facendo? Vieni a ballare e chissà, magari ti ubriachi e baci un altro dei nostri amici. Chi sarà questa volta, Liam? o Zayn?» lo stava accusando, puntandogli il dito contro il petto.
«Oppure prendo a pugni qualcun altro, magari te» sibilò Harry, togliendosi di dosso le mani del biondo.
«Preferisco prendere un pugno che starmene zitto mentre Louis si dispera a casa»
«Io sto cercando di sistemare le cose»
«Se vuoi sistemare davvero le cose, cerca di capire che cosa provi per lui e vagli a parlare. Perché io non ce la faccio più a giustificarti, non con tutte le colpe che hai!»
«Pensi che per me sia facile? Capire che mi piaccia il mio migliore amico e rischiare di perderlo per la minima mossa sbagliata, mh?! Pensi che io sia felice di questa situazione? O che lui mi crederebbe dopo quello che gli ho detto in macchina?»
«Siete talmente ciechi che è dovuto servire un bacio prima che entrambi capiste che a te, Harry — a te piace Louis... e lui ti sta aspettando come se fossi Romeo! Beh, sappi che non siete in un fottuta tragedia teatrale, e io non accetterò l'autodistruzione di un mio amico a causa tua. Sei così stupido da non capire che nonostante non avrà nessun motivo per crederti, farà di tutto per cercare anche solo un dettaglio che possa andare a suo favore, che possa permettergli di stare con te. Perché quel bacio gli ha dato speranza. E sai che cosa mi fa incazzare più di tutto? Che voi due in questo siete uguali: quando c'è qualcosa che potrebbe andare storto non fate altro che nascondervi nel vostro fottuto pessimismo senza agire, obbligando me e gli altri a spingervi a calci in culo prima che voi possiate risolvere qualcosa. Quindi ora, tu vai da lui e confessi tutto» accompagnò il discorso con un sospiro finale, come se avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo per non essere interrotto durante la sua ramanzina. Aveva le guance rosse dalla rabbia e guardava Harry con decisione e un pizzico di sfida.

«Se poi ci provassimo e non funzionasse perché la mia è solo una cotta passeggera, se io non fossi realmente innamorato di lui? Se — se poi non volesse più parlarmi o vedermi» anche le guance di Harry erano rosse adesso, imbarazzato di se stesso e spaventato, ma con la speranza che Niall capisse.
«Questo non devi chiederlo a me, so solo che continuando così non farai altro che rovinare e peggiorare le cose fino a far realizzare le tue paranoie»

Detto questo, Niall tornò dagli altri iniziando a fare la fila per entrare nel locale. Harry invece, fece un piccolo cenno in direzione di Liam — che lo stava guardando preoccupato avendo notato gli occhi lucidi del riccio — rassicurandolo.

Poi chiamò sua madre.

Wish you were soberOnde histórias criam vida. Descubra agora