Diciannovesimo capitolo- Jungkook

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POV JUNGKOOK:

Jimin, sorridente, si avvinghia al corpo marmoreo di Namjoon e urla:<papà!>


Raggelo.

Il mio fiato diventa sempre più corto e il sangue sembra aver smesso di fluire liberamente nelle mie vene. Cosa ha appena detto Jimin? Perchè sta abbracciando e chiamando papà colui che, fino a poco fa, credevo mio fratello?

Sto, per caso, sognando? O semplicemente mi ritrovo vittima di una candid? Tipo quei programmi che guardavo anni fa per combattere la noia della quotidianità, in cui i propri familiari o amici, si accordavano con lo staff per farti uno scherzo che rischiava a volte, di degenerare. Forse è questo? Forse, ci sono cascato anche io?

Ingenuamente mi guardo in giro per scorgere telecamere o facce buffe che tentano di trattenere la risata ma purtroppo tutto questo non accade.

Purtroppo, tutto questo, è reale.

Cosa è appena diventata la mia esistenza? Una fottuta telenovela spagnola?

Il silenzio cala in camera e a quanto posso constatare tutti ne sono rimasti spiacevolmente sorpresi tranne...chi altri se non lui?

Min Yoongi, il mio fottuto padre.

Jimin non sembra essersi reso conto di aver appena sganciato una bomba e incurante della tensione che aleggia nell'aria di questa camera angusta, sorride affabile all'ennesima persona che mi ha mentito.

Mi ha tradito, ingannato, anche lui.

Cerco di trattenere l'ira che sta prendendo possesso delle mie azioni ma la dolce voce di Jimin, o meglio, del ragazzo della torre, interrompe il mio flusso di pensieri:<papà, cosa ci fai qui? È da tanto tempo che non ti vedo. Mi sei mancato>
Osservo diffidente Namjoon e lo vedo rilassarsi sotto il tocco dolce e la voce gentile del piccoletto, sorridendogli di rimando:<scusami Jiminie ma papà è stato molto occupato. Adesso sono qui, mh?>

Percepisco un paio di occhi fissarmi e trafiggermi, alzo lo sguardo e vedo Min tentare di comunicarmi attraverso lo sguardo qualcosa ma non riesco a capire, poichè sono troppo annebbiato dall'ira ma improvvisamente riesco a percepire i suoi pensieri:"Jungkook ascoltami. Tutto questo ti sembrerà assurdo ma è la verità. Mantieni la calma e ti prometto che questa sera vi racconterò ogni cosa. Devi solo promettermi una cosa ma non per me e nemmeno per te ma per Jimin"

Rialzo lo sguardo e silenziosamente annuisco, intimandogli di continuare: "porta un pò fuori Jimin. Fallo svagare. Ti voglio ricordare che adesso lui non ricorda nulla di questa vita ma solo della sua prigionia nella torre, quindi non ha mai visitato il mondo. Non ha mai potuto osservare veramente il cielo, il mare. Fallo per lui, fallo per te ma soprattutto fallo per voi"

Annuisco di nuovo e mi duole ammetterlo ma devo dargli ragione.

Ho ferito già troppe volte Jimin e adesso, l'unica cosa che posso fare per redimermi, è fargli vedere ciò che per anni si è perso a causa della sua vita vissuta tra quattro strette ed anguste mura. Sospiro e cercando di darmi un contegno, mi avvicino a Jimin, ignorando totalmente Namjoon e il suo sguardo intimidatorio e minaccioso. 

Fingo una tosse per riportare l'attenzione su di me e due occhioni color ambra finalmente si fissano nei miei rossi. Sussulta ma ignorando il mio cambio di colore mi sorride, facendomi perdere un battito.

È un sorriso puro, innocente, speranzoso. È il sorriso di un ragazzino che dalla vita ha ricevuto solo percosse ma che ha incassato a testa alta. È un ragazzino che nel cuore c'ha il mondo.

Your Blood (Jikook)Where stories live. Discover now