One Shot

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Disclaimer: ho fatto le veci del popolo di twitter. E' una storia FALSA!! e non c'è niente di serio !!!
Vi prego di non fare commenti esagerati in quanto questa storia è stata scritta in modo goliardico, per ridere e giocare sulle teorie nate su twt.
Io non sono una scrittrice quindi mi scuso subito per gli errori grammaticali e non, abbiate pietà.

Per favore non denunciatemi Marco e Ale vi voglio super bene giuro <3333333 se tutto ciò dovesse infastidire qualcuno fatemelo sapere e sarà eliminato il tutto in tempi record.

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Il cuore mi batteva talmente forte da sentirlo fino al cervello. Le gambe si muovevano sempre più velocemente mentre con la testa bassa cercavo di allontanarmi dal palco senza dare sospetti.
Le orecchie continuavano a sentire le urla, la mia canzone era piaciuta molto e le persone sedute sulle poltroncine dell'Ariston non facevano che applaudire ma la mia testa era altrove. Quasi non mi sembrava vero: ero convinto che lui non potesse accorgersi di niente e invece i suoi occhi erano sui miei e quella mano leggera posata sulla mia spalla mi aveva fatto capire tutto.

Marco lo aveva capito.

Iniziai a svitare il tappo della bottiglietta d'acqua quando una mano si posò delicata sulla mia spalla, il pollice ad accarezzare il collo quasi come a rassicurarmi. Avevo capito di chi fosse, non avevo nemmeno il bisogno di girarmi.

"Non ti sembra di essere scappato troppo velocemente dal palco?" ridacchiò la voce dietro di me.

"Avevo sete." risposi girandomi con un sorriso a trentadue denti per non dare sospetti.

"Sei stato grandioso, la canzone è andata molto bene." Il suo volto era davvero tranquillo, forse mi ero immaginato tutto? Magari non si era davvero accorto di quei piccoli dettagli eppure il suo sguardo sul palco mi aveva detto altro.

"Non devi presentare il prossimo artista? Dovresti tornare sul palco."

Ormai era tutto finito, non sapevo cosa di preciso perché tra di noi non c'era stato niente , ma la sua presenza mi faceva tremare. Tremavo e allo stesso tempo respiravo a pieni polmoni come se fosse l'aria pulita di una bella giornata di sole.
Quella vacanza a Budapest mi aveva cambiato, avevo sentito emozioni che mai mi sarei aspettato di provare; le notti passate in tenda a fumare e a guardare le stelle mentre miriadi di conversazioni scivolavano dalle nostre bocche. Non avevo mai parlato così tanto con qualcuno, non mi ero mai aperto così tanto da raccontare particolari della mia vita e non avevo mai provato quelle sensazioni di protezione. Il suo cuore era lì e mi ascoltava, voleva sapere chi fossi e io volevo lo stesso per lui.

Eravamo due persone completamente diverse ma le nostre anime giocavano al gioco dei mimi in una stanza buia e silenziosa. Lo sentivo di fianco a me, avevo la sensazione di aver trovato quell'anima che ti fa dimenticare dei pensieri: due corpi appoggiati uno alla schiena dell'altro mentre una bolla protegge le loro fragilità dal mondo esterno mentre loro, senza pretese e giudizi, si aprono l'un l'altro.
Quella vacanza mi cambiò talmente tanto da scrivere per lui almeno una dozzina di canzoni e ne aveva sentita solo una, purtroppo.

"No, ci pensa il conduttore." disse togliendo la mano dalla mia spalla. Il suo corpo era troppo vicino al mio, ero quasi sicuro che sentisse la mia agitazione nonostante la mia espressione facciale fosse abbastanza neutra, felice di star parlando con un mio caro amico dopo l'esibizione. "Non era abbastanza noi soli sulla jeep?" sussurrò stringendo la mano sulla mia spalla.

Lo aveva capito.

Il silenzio era diventato troppo pesante, stavo per girarmi e andarmene quando parlò ancora. "Le storie che racconti in questa canzone le avevi raccontante a me, Ale." il suo viso era diventato serio tutto d'un tratto, non era più il ragazzo sorridente che avevano visto in diretta tutti quanti. Sembrava pensieroso, voleva capire e voleva certezze.

"Non è come pensi, non sei l'unico alla quale ho raccontato le mie cose." il cuore batteva sempre più forte, lo sentivo uscire dal petto e spaccarmi la gabbia toracica.

"A Budapest, dei giorni in tenda sotto la luna." la sua mano accarezzò il mio volto, da quella stanza non stava passando nessuno grazie a Dio. "Ti sembro così imbranato?"

La mano cadde lungo il suo corpo, nell'altra stringeva il microfono e il cartoncino blu. Non ebbi il coraggio di rispondere, gli occhi si spostavano dai suoi occhi scuri ai ricciolini sparsi, il sorriso era scomparso mentre tutto intorno c'era silenzio e tutti ascoltavano la nuova canzone sul palco.
Stavo per aprire la bocca, volevo rispondere ma la sua voce mi bloccò nuovamente. "Non dire niente, va bene così."

"Non c'è stato niente Marco, la canzone... non parla di noi." il tono era convinto per la maggior parte della frase. "Non parla di noi." dissi ancora una volta cercando di convincerlo.

"I tuoi occhi tremano." ed era vero.

La distanza era sempre minore, la canzone di sottofondo non sapevo più quale fosse e il mio respiro sempre meno regolare. Era così vicino da sentirne il profumo, lo avrei riconosciuto tra milioni e mai mi sarebbe passato dalla testa di sentirlo ancora così.

"E' la stanchezza." risposi lieve mantenendo un tono pacato. "E anche i tuoi non scherzano. Cosa dovrei dire, hm?"

"E' la tua presenza." silenzio.
Il cuore mi era completamente uscito dal petto.
Nemmeno il tempo di poter replicare che una voce distrasse entrambi dal nostro discorso. "Marco! Dove sei?" una risata fuoricampo lo cercava, un ultimo sorriso venne rivolto a me prima di vedere la sua figura girarsi per seguire la voce che lo chiamava. "Continua così, la tua esibizione è stata grandiosa."

Lo guardai sparire dal dietro le quinte recandosi sul palco.

E' la tua presenza.

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Fatemi sapere se volete altro, per ora ho abbozzato una one shot per capire se potesse risultare interessante!
Scrivetemi nei commenti o nei dm <3

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