Capitolo 3

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"Agosto 2023.
La mia testa era appoggiata alla spalla di Marco, il sole stava scendendo lentamente quasi come se aspettasse noi, mi dava l'impressione che volesse fermarsi per donare a noi colori indimenticabili.
Le sfumature del rosso erano accese, non avevo mai visto dei colori così vividi da far scaldare il cuore, e l'avere lui accanto a me rendeva il tutto più tranquillo.

Io e Marco eravamo amici da moltissimo tempo, avevamo deciso di andare in vacanza insieme dopo un lunghissimo live e qualche birra nel backstage, tra una battuta e l'altra il «Sei mai stato a Budapest?» era diventato un «Andiamo a Budapest insieme?» e ovviamente io avevo accettato, alla fine dei conti era uno dei miei migliori amici.

Lui era una persona completamente diversa da me, amava il campeggio e tutte quelle cose a contatto con la natura mentre io ero più tipo da hotel in centro città o forse non avevo mai provato il suo "stile di vacanza" così lo assecondai e decisi di voler provare.
Affittammo una jeep una volta arrivati in aeroporto, una di quelle con il cassone dietro molto simile ai pick-up e ci portammo dietro una tenda. Nonostante io avessi accettato lui sapeva benissimo che se mi fossi trovato male avrei mollato tutto per la mia stanza d'hotel con colazione inclusa e a lui stava bene così.

Il retro della jeep era davvero scomodo, posai la testa sulla sua spalla mentre piano il sole scompariva facendo accendere le lucine led, le quali illuminavano quello che avevamo intorno.
La sua mano calda teneva la mia, entrambi accarezzavamo la mano dell'altro mentre le dita incrociate si stringevano.
Non so bene come fossimo finiti così ma percepivo che il cuore non battesse forte solo a me e molti suoi gesti me lo confermavano.
Era sempre molto attento a quello che diceva, cercavamo di non parlare dell'assenza di mio padre da quando gli raccontai — sfogandomi — della mia infanzia e rivelando piccole sfaccettature della mia vita che solo un numero ristretto di persone conoscevano.

La sua mano sinistra si era posata sulla mia coscia, la sentivo accarezzarmi mentre le mie gambe distese si intrecciavano alle sue, distese sulla jeep.
"Diventerai un grande artista Ale, lo dico sul serio." sussurrò continuando a guardare l'ultimo raggio di sole sparire nel vuoto.
Avevamo avuto una piccola discussione in quella giornata, avevo completamente perso la testa perché non mi sentivo all'altezza di quello che stavo facendo e purtroppo essendo una persona testarda avevo risposto male al mio amico che cercava solo di farmi aprire gli occhi.
Discutevamo davvero poco per le cose serie, non eravamo soliti ad alzare la voce né a litigare: fortunatamente eravamo entrambi quel tipo di persona che ascolta, comprende e cerca di trovare un accordo.

Sospirai. "Scusa per prima, non volevo risponderti così male."
"Lo so, ci sono passato prima di te. È normale avere delle cadute se fai questo lavoro ma adesso non pensarci e non scusarti." la sua voce era davvero bassa, era rilassato e il panorama ci aiutava molto ad allineare i pensieri.
Annuii senza dire una parola.

"Hai visto che bella la luna?" chiesi spostando poco dopo, il viso basso verso le nostre mani.
Alzai lo sguardo prima verso la luna, bianca e luminosa, e poi verso il suo viso e lui fece lo stesso.
La luce della luna era luminosa ma non si sarebbe vista bene per la prossima ora in quanto fosse andato via da poco il sole ma le stelle erano già pronte ad illuminarci la notte.
I suoi occhi erano puntati sui miei, li sentivo caldi sulla pelle come se mi bruciasse con il solo sguardo mentre il mio cuore stava battendo fin sulla gola.
Si leccò le labbra con la punta della lingua, bagnandole, annuì. "È un modo di dire, non è vero?" Ormai mi conosceva bene, non ero una persona che parlava diretta. Forse era un mio limite o un trauma che avrei dovuto piano piano sorpassare ma lui lo sapeva e notava ogni mio piccolo gesto, ogni dettaglio, ogni parola mai detta per caso.
Abbassai lo sguardo. "È davvero bella."

La mano che si trovava sulla mia coscia raggiunse velocemente il mio viso, sentii il calore sulla guancia e il mio volto venne riportato nella posizione iniziale.
La distanza era minima, sentivo il suo respiro sulla pelle, il suo profumo mi inebriava e tutto quel silenzio era così irreale.
Tutto attorno era ormai buio, eravamo illuminati solo dalle lucine led e la luce della luna e delle stelle. Marco mi stava guardando in silenzio ed avrei pagato oro per sapere cosa pensasse in quell'istante.
I suoi occhi erano indecifrabili e ringraziavo ogni giorno di più che fosse una persona di pancia, una di quelle che dice le cose senza girarci intorno al contrario mio, o sarei impazzito.

Il pollice sulla mia guancia inizio a fare piccoli movimenti su di essa, chiusi gli occhi rilassato dai suoi gesti mentre la mia mano stringeva la sua quasi non volendolo lasciare.
Realizzai ad occhi chiusi la nostra distanza quando sentii la sua barba sfiorarmi le labbra, il cervello era completamente in tilt ed il cuore stava per esplodere causandomi seri danni.
Sentii il suo naso sfiorare il mio e le sue labbra sulle mie labbra.
Sentii di non esistere più.

Quel bacio mi stava facendo provare emozioni inarrivabili, lo aspettavo forse da mesi e continuavo a negarlo a me stesso come un cretino.
Ebbe una durata che non saprei definire, qualcosa che stesse tra un attimo e l'eternità.

Ci staccammo e non riuscii a non notare la sua felicità sulle labbra, il dolce sorriso che mi stava rivolgendo diceva tutto.
I respiri si mischiarono, eravamo un tutt'uno con la luce della luna, le stelle ci guardavano e quella piccola jeep scura ci aveva donato un posto speciale nel mondo.

Di netto senza pensarci lo baciai a mia volta, la mano si staccò dalla sua posandosi sul suo collo mentre lenta saliva tra capelli.
Era un bacio dolce, pieno di carezze ed attenzioni ma senza più paure.
Lo volevamo entrambi, ci eravamo cercati e avremmo continuato a cercaci sempre.
Le labbra si staccarono con lentezza, nessuno dei due voleva in realtà fermare quel bacio."

Mi svegliai di scatto. Il cuore in gola e il respiro spezzato mentre stringevo tra le mani le coperte, così forte da avere le nocche completamente bianche. Il petto si muoveva in preda all'agitazione, il respiro usciva fuori come se volesse scappare e le lacrime minacciavano di tagliarmi il viso.
La stanza era completamente buia tranne per un minuscolo spiraglio di luce entrare dal fondo della vetrata alla mia destra, mi girai dal lato opposto vedendo il mio riflesso completamente distrutto ed appena sveglio.
Il ricordo di quella notte era così vivido, avevo la sensazione di averlo vissuto nuovamente, sentivo le sue mani accarezzarmi il corpo e le sue labbra sospirare sulle mie, volevo solo piangere.
Ogni dettaglio nella mia testa era ancora vivido, il cuore mi batteva e le gambe tremavano.
Mi rannicchiai con le mani sul volto appena sotto le coperte per non vedere né la luce della luna entrare nella stanza né il mio riflesso.

Presi qualche boccata d'aria.
Il petto si alzava e si abbassava sempre più lentamente, gli esercizi di respirazione mi stavano aiutando a calmare l'agitazione mentre lentamente cadevo nelle braccia di Morfeo tornando a sognare.

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PSICHIATRIA
Holaa
Non odiatemi! L'ho dovuto concludere così perché se avessi aggiunto la seconda parte sarebbe stato troppo lungo.
Quindi sì, spoiler: il prossimo capitolo sarà una sorta di 3.1 !!

Spero vi sia piaciuto scoprire qualcosina su quella famosa vacanza <3

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