Capitolo 7

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Ero rientrato ormai da molto tempo, mi avevano fermato colleghi e amici nei corridoi dell'Ariston e nei posti più impensabili facendomi perdere tempo.
Di Marta nessuna traccia.

Per quanto potesse sembrare strano, pur di avere delle risposte iniziai a cercare anche Marco; senza rendermene conto ero più impaziente di vedere lui che qualsiasi altra persona.
I tre sembravano scomparsi nonostante avessi passato le ultime ore più con loro che con me stesso. Mi spostai da un camerino all'altro senza destare sospetti, sorridevo e camminavo lentamente mentre ancora metà dei concorrenti dovevano esibirsi e mi chiedevano consigli.
Persi la pazienza, o meglio, capii che continuando a vagare senza una meta mi sarei agitato e basta. Mandai qualche messaggio a Marta per sapere dove fosse ma non rispondeva a nessuna delle mie domande. Pensai che ormai fosse tardi pure parlarne con Tedua, si era sicuramente già imbarcato ed aveva uno spettacolo da portare avanti.
Mi sedetti su uno dei divanetti nella zona del rinfresco, attorno a me solo persone che parlavano, ridevano, mangiavano e bevevano. Ero stanco di cercare la mia amica e di Marco e Ghali nessuna traccia.
Si sedettero accanto a me Annalisa ed Emma le quali mi avevano riconosciuto da lontano.

"Ma che ci fai da solo?" disse una delle due un po' alticcia, ridendo e posando la mano sulla mia spalla. "Sei già stanco alla prima serata?"
"Stavo aspettando un'amica in realtà, credo si sia persa da qualche parte". decisi di stare al gioco e da un semplice saluto passammo un paio d'ore insieme. A noi si unirono Dargen che si era esibito da poco e Diodato, eravamo seduti quasi in cerchio, ognuno parlava di qualcosa e commentavamo le esibizioni dal piccolo schermo alla parete.
Mentre ascoltavo le parole di Dargen una voce flebile rubò la mia attenzione, al piccolo schermo Marco stava facendo il suo monologo. Lo avevo sentito durante le prove e anche se la voce era sovrastata dalla confusione sapevo bene cosa stesse dicendo.
Seguii quei pochi minuti dimenticandomi delle persone che mi stavano attorno, ogni voce e ogni rumore erano diventati insignificati.

"Ale.."
Il profilo di Marco era fermo, immobile, mentre gli occhi erano fissi sul pubblico e le sue labbra si muovevano calme. Lui sapeva come intrattenere e come un vero conduttore aveva la forza e la maestria di far tenere gli occhi puntati su di sé.
"Mahmood!" una mano picchiettò sulla mia coscia facendomi girare. Dargen mi stava fissando mentre i nostri colleghi ridevano probabilmente per la mia disattenzione.
"BigMama ti sta parlando da dieci minuti." la mano di Dargen si spostò sulla sua gamba accavallata. "Sei distratto stasera, pensi troppo a Sanremo." scherzò.
Alzai il volto vedendo che fosse arrivata anche BigMama ma con lei non c'era Marta.
"Amore finalmente ti ho trovato! Marta ti ha cercato così tanto che le è venuto mal di testa." La ragazza aveva in mano uno spritz, lo sorseggiava in piedi di fronte a me mentre finalmente mi dava notizie sulla mia amica.
"L'ho riaccompagnata nella stanza d'hotel, non preoccuparti."
"Vi ho cercate tutta la sera, avevo bisogno di parlare con lei." ammisi facendole posto sul divanetto, aspettando che si sedesse.
"Abbiamo guardato la tua esibizione da qui, poi siamo venute a cercarti ma eri scomparso" la bionda mi offrì il suo drink che accettai prendendone un sorso. "Tranquillo ora sta meglio, sta riposando. Qualsiasi cosa tu debba dirle passa in secondo piano, la vedrai domani."
Aveva ragione, quella questione dovevo risolverla da solo, non potevo svegliarla soprattutto se non stava bene.

Iniziai a pensare a cosa potessi fare e l'unica soluzione arrivati a quel punto era solo parlare con Marco.
Presi il cellulare dalla tasca e cercai la sua chat ormai abbandonata sotto le altre mille, l'ultimo messaggio risaliva a pochi mesi prima e mi si strinse lo stomaco a leggerlo.
"Mi mancherai." pronunciava.
Marco lo aveva scritto poco dopo una grossa litigata, ricordo di avergli attaccato il telefono in faccia senza nemmeno farlo parlare minacciandolo di bloccarlo se avesse provato a scrivermi ancora, ma così non fu e lui oltre a quel messaggio non si fece più sentire fino a quel momento.
"Dobbiamo parlare, ricordi qual è la mia camera d'hotel?" scrissi di botto senza pensare al modo; potevo essere più gentile, potevo romanzare un po' il messaggio o iniziare con un semplice "ciao" ma ero troppo agitato per qualsiasi ipotesi.
"La ricordo, Ale." il messaggio arrivò poco dopo, mi tremavano le mani e mille idee diverse piombavano nella mia testa, una peggio dell'altra, su cosa potesse essere andata quella serrata orribile. Abbassai lo sguardo, il cellulare vibrò ancora. "Grazie." sorrisi.
Qualcosa nella mia testa diceva che fosse tutto sbagliato, sapevo che potevo fidarmi di lui, ma allora perché comportarsi così?

MoonlightWhere stories live. Discover now