Capitolo 6

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Ero pronto, le mie gambe molleggiavano dall'ansia ed il petto si muoveva alzandosi ed abbassandosi con molta velocità.
Il commento di Marco mi aveva fatto sorridere, le mie labbra si erano mosse da sole e non riuscivo a togliermelo dalla testa. Avevo avuto il tempo di riprendere il focus per la mia esibizione mentre lui e Ama facevano i loro cinque minuti di spettacolo ma adesso toccava proprio a me ed io non ero concentrato al 100%.
Sentii il mio nome pronunciato da Marco, feci un gran respiro e un passo più lungo della gamba salendo sul palco più famoso d'Italia: il pubblico era in visibilio, tutti stavano battendo le mani e molte persone si erano addirittura alzate in piedi. 
Deglutii sentendo l'ansia salire su come sulle montagne russe, nascondendo tutto con un piccolo sorriso.
Mi avvicinai ai due conduttori come da scaletta, il mio sguardo si posò sul completo di Marco che sotto le luci dell'Ariston era ancora più bello, sorrisi e lo abbracciai: un contatto veloce per non sembrare troppo distaccato nei suoi confronti.

Respira. Andrà tutto bene come alle prove.
Continuavo a ripetermelo in testa mentre Ama e Marco parlavano senza rendermi conto di essere finito in mezzo a loro.
Appena sentii un leggero peso sulla spalla mi voltai trovandomi davanti agli occhi i polsi ammanettati dei due conduttori e subito dietro il volto di Marco pronto a sorridermi.
Lo sguardo si posò con spensieratezza sulle sue labbra realizzando di essere osservato da milioni di persone; dall'imbarazzo abbassai lo sguardo, dovevo mantenere la serietà nonostante fossi un vortice di emozioni.

"Vai, Ale!" disse lui stringendomi la spalla. Eravamo così neutrali tra noi che nessuno avrebbe potuto capire quanta tensione ci fosse invece. In quel momento ripensai alla canzone, mi chiedevo se alle prove l'aveva ascoltata davvero o se fosse stato impegnato a ripassare le varie scene per quella sera.
Ero agitato. Le luci si abbassarono. L'occhio di bue venne posizionato su di me. La musica iniziò.
Non potevo più tornare indietro.

[...]
Il cuore mi batteva talmente forte da sentirlo fino al cervello. Salutai il pubblico con il terrore di poter svenire su quel palco mentre le gambe si muovevano sempre più velocemente senza dare sospetti. La testa bassa, il microfono stretto tra le mani e il respiro spaccato in petto a causa dell'esibizione.
Il pubblico aveva amato il pezzo, al secondo ritornello qualcuno stava già provando il movimento delle mani ideato dalla crew. Dal dietro le quinte, invece, sentivo ancora le loro urla nonostante io fossi uscito di scena e pensassi già a tutt'altro.
Quasi non mi sembrava vero: continuavo a rimuginare su quella scena, ripensavo al suo sguardo e potevo giurare su chiunque che avesse ascoltato attentamente il testo già dalle prove. 

La canzone parlava di noi e Marco lo aveva capito.

Cercai una bottiglia d'acqua ancora chiusa sul tavolino poggiato nel corridoio, la stavo aprendo quando sentii dei passi avvicinarsi e ancora una volta una mano sulla spalla, stavolta senza il suono delle manette. Il pollice accarezzava delicatamente il mio collo, chiusi gli occhi qualche secondo respirando piano prima di voltarmi definitivamente.
"Non ti sembra di essere scappato troppo velocemente dal palco?" ridacchiò. "Ti stavo cercando."
"Avevo sete." risposi quasi di fretta. La sua mano era ancora su di me, le dita adesso accarezzavano la base del collo e sentivo il calore dei polpastrelli che mi fece deglutire.
"Sei stato grandioso, la canzone è andata molto bene." Il suo volto era davvero tranquillo, forse mi ero immaginato tutto? Magari non si era davvero accorto di quei piccoli dettagli eppure il suo sguardo mi aveva detto altro.
"Non devi presentare il prossimo artista? Dovresti tornare sul palco."

Provavo una sensazione davvero strana. Per tutti quei mesi continuavo a ripete a me stesso quanto lo volessi fuori dalla mia vita, la sera prima addirittura cercai di scappare dal suo sguardo o dalla sua compagnia e con poche semplici parole aveva ribaltato tutto. Anche solo dormire era diventato un incubo per me, lo sognavo e non era tra i miei pensieri migliori.
La sua presenza mi faceva tremare, sentivo quella connessione mentale che non avevo mai avuto con nessuno e nonostante volessi trascinarmi fuori da quella situazione le gambe non si decidevano a muoversi: ero chiuso in un loop mentre il mio corpo rimaneva fermo ed incatenato ad una sedia.

MoonlightTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang