Zecchino d'Oro

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Claudia gli si è addormentata in braccio. Finisce sempre così, quando va a casa di Arturo e si mettono a guardare la TV sul divano.

Anche Mimmo è stanco, anche se ha passato tutto il suo giorno libero a pensare a Simone e al fatto che l'ha portato a mangiare fuori.

"Ma come fai?"

La voce di Agnese lo riprende dal torpore, si stava per addormentare pure lui. Mimmo alza gli occhi su di lei e fa spallucce. Mette una mano sulla schiena di Claudia. È minuscola, Mimmo non ci crede che il prossimo anno deve andare all'asilo. "Magia dello zio."

Agnese si piega per prenderla in braccio, ma Claudia fa un verso lamentoso e Mimmo la sente stringergli la maglia nei pugnetti. Sua cognata alza gli occhi al cielo con fare teatrale. "Vabbè, dai, non ti preoccupa'. La metto io a letto."

"Come vuoi." Agnese si siede accanto a lui e Mimmo spegne la TV. Non si ricorda quando hanno smesso di vedere i Paw Patrol e sono passati allo Zecchino D'Oro. Forse è seduto sopra al telecomando.

"Stanca?"

Agnese si passa una mano in faccia. "Un po'."

"Ti offrirei il massaggio della casa, ma —" Guarda la bambina. "Ho le mani occupate."

Agnese gli sorride. Scemo, segna.

Mimmo sorride pure lui. È un po' difficile segnare con Claudia sul petto. "Mi insulti, eppure ti piacciono troppo. Tuo marito non te li fa come te li faccio io."

Tu hai le mani delicate.

"Vero." Mimmo annuisce gravemente. La cosa divertente è che Arturo sta caricando la lavastoviglie a due passi da loro e non li sente. Alza una mano e regge Claudia con l'altra. "Guarda qua."

Non diresti che sono esattamente delicate, con tutti i taglietti che Mimmo si è fatto nel corso degli anni, però è vero che sono piccole. E — affusolate, crede. Così gli hanno detto.

Comunque si mette sempre la crema per non farle diventare ruvide.

Agnese la guarda, anche se sembra che pensi ad altro. Poi guarda Mimmo.

Il capo che dice? Segna.

Mimmo lancia uno sguardo al fratello. Gliel'ha detto? Probabile, quello dice tutto. Alla moglie soprattutto.

"Che deve dì." Fa Mimmo, non sbilanciandosi. "Si sta imparando la LIS."

Lei fa un sorriso. "Sì, me l'ha detto Arturo." E poi segna, con una certa enfasi, carino.

Mimmo sente le orecchie calde. "Forse non gli sto più sul cazzo."

"Perché?"

Lo sta facendo palesemente apposta. "Non te l'ha detto l'uccellino?" Lei alza le spalle solo, e aspetta che continui. "Vabbè, siamo usciti. Ieri."

"Ua," fa lei, esagerata come sempre quando fa il verso a lui e Arturo. Che avete fatto?

Mimmo si sente sotto esame. "Siamo andati a mangiare — falafel."

Arturo gli si avvicina. Si appoggia al tavolo. State parlando del piccolo principe?

Alla fine il segno-nome l'ha deciso lui. A Mimmo fa ridere, ma deve ammettere che è anche un po' tenero.

"Si n'inciucess."

Io non ho detto niente, segna lui. E manco tu mi hai detto niente.

È vero. Mimmo si fa un po' indietro per appoggiarsi allo schienale del divano, così Claudia non cade, e libera le mani per segnare a tutti e due. Non è successo niente, per questo non ti ho detto niente.

La Cuenta - Mimmo & SimoneWhere stories live. Discover now