Col sole che ci spia dalle veneziane

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Sono le otto e mezza quando Mimmo si sveglia — da solo, anche perché è troppo presto per andare a lavoro e per la sveglia. Si stiracchia come fa sempre, gli occhi ancora chiusi e le braccia e le gambe che vanno un po' ovunque. È solo in quel momento che si accorge che c'è qualcuno vicino a lui nel letto, e nel secondo che ci mette per girare la testa e aprire gli occhi si ricorda che è Simone.

Dorme in modo stranissimo, e a Mimmo fa ridere che si scontri con la sua personalità. Sta in posizione fetale, con le mani sotto la testa, sembra un bambino anche se è lungo e le gambe che stringe contro il petto sembrano quelle di una gazzella.

Mimmo gli dà un bacio sulla tempia — lo può fare, crede, ieri si sono addormentati dandosi non sa quanti baci, ma hanno tranquillamente superato la trentina prima che Simone crollasse — e fa una smorfia a vedere che il livido sulla guancia da rosso sta diventando violaceo.

Avrebbe preferito che Simone andasse in ospedale a controllarsi, ora che ci pensa — ma ieri è successo tutto troppo in fretta, e dopo essersi limonato il suo capo sul cesso del posto di lavoro, lui è dovuto — appunto — tornare a lavorare, con Arturo che gli faceva grossi gesti mentre gli chiedeva che cazzo era successo e Manuel, agitato, che quando entrava in cucina lo guardava male e gli rispondeva peggio.

Simone si era ritirato nell'ufficio e Mimmo l'aveva incrociato solo due o tre volte durante tutto il turno. Ma si sente ancora in colpa per non averlo costretto ad andare comunque ad assicurarsi che non fosse una cosa grave — però... boh, sembra che non è tanto gonfio come la sera prima, quindi forse non era così necessario. Spera.

Si alza dal letto con tutta la fatica del mondo, anche perché fa freddo e si deve mettere una coperta di pile sulle spalle per non gelare.

Ma vuole approfittare che Simone sta ancora dormendo per non farlo pentire di avergli detto sì a rimanere la notte, e anche di essere venuto, proprio.

Mimmo inizia a sbattere le uova col latte e quando gli sembrano abbastanza amalgamate, ci butta il preparato dei pancake. Si fanno i grumi. Lui odia i grumi.

Non si ricorda com'è non essere out. Ok, in carcere non era out, però non è che avesse una storia d'amore segreta, quindi non gli faceva molta differenza.

Però è vero che l'ha scoperto là — il posto peggiore dove puoi scoprire che ti piacciono i maschi, comunque.

Federico gli era piaciuto subito, era due anni più grande di lui e stava sempre per conto suo, però con Mimmo ci parlava. Stava dentro per affiliazione alla criminalità organizzata, in pratica la sua famiglia era gente che Mimmo aveva solo sentito nominare — e che aveva imparato a temere perfino di nominare lui stesso.

Lui però era bravo, per quanto puoi essere bravo se cresci in mezzo a gente così. Ed era bello, intelligente, faceva il finto tonto ma alla fine era il più furbo. Poi aveva questi capelli lunghi e nerissimi, e Mimmo pensava sempre che se non avesse avuto il cognome che aveva lo avrebbero preso tutti per il culo, ma avevano paura, e anche per questo non rompevano il cazzo a lui.

Stava ancora dentro quando Mimmo se n'era andato, e con tutta probabilità sarebbe andato al carcere degli adulti appena trovavano una scusa per mandarcelo. Mimmo gli aveva detto che sarebbe andato a trovarlo, ma poi non ci era andato — si sentiva una merda per quello, in realtà, ma non voleva attirare l'attenzione, e aveva paura di mostrargli troppa fedeltà. Finché era dentro andava bene, ma fuori non aveva bisogno del figlio di Molosso — o peggio, Molosso stesso — che gli guardava le spalle, stava bene così.

Dopo che era uscito non aveva appeso i manifesti, però al bar se un ragazzo gli piaceva andava e ci parlava, come faceva con le ragazze, e quando si era fidanzato con Antonio l'aveva direttamente presentato ad Arturo come il suo ragazzo — alla madre non l'aveva detto, e ormai lavorava, era maggiorenne e si faceva i cazzi suoi. Quando vedeva Un Posto Al Sole lei faceva addirittura i commentini su Salvatore e il dottore di cui Mimmo non si ricorda il nome — non era il caso, il momento, aveva deciso. Poi si era lasciato, trasferito, e il momento non era arrivato. Ma non direbbe che è come Simone — la gente lo sa e lui non ne fa mistero.

La Cuenta - Mimmo & SimoneМесто, где живут истории. Откройте их для себя