2. Elenoire

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Prendo il vassoio con sopra i piatti e mi alzo intenta a portarlo sul carrellino.

Ormai venire a pranzo alla mensa universitaria è diventato un'abitudine, così come anche ammirare insieme ad Amy eventuali boni nei dintorni.

Improvvisamente intravedo quei neri e ricoperti di cera capelli di Lucas, si proprio lui, colui che mi ha spezzato il cuore e con cui sono stata fino a metà primo anno di università.
È con una ragazza...molto appariscente. Sul metro e sessantacinque, rossa, labbra super gonfie dal filler, con su una gonna rossa a scolaretta e una camicetta nera, poi ai piedi degli stivaletti neri col tacco.
Tutto sommato molto carina...
Lui invece...beh...il solito bono e super dotato ma narcisista e tossico come sempre.

Mi guarda.
Non sapendo come reagire, gli rivolgo un semplice sorriso imbarazzato.

-Com'era il tuo pollo, El?- chiede Amy.
-Eh?- mi giro verso di lei, non capendo bene quale fosse la domanda.
-Chi stavi fissando?- chiede, e si gira verso la direzione in cui guardavo.

-Ah lui... El non farci caso. È un coglione, ricordi?-
-Si vero...- ma allo stesso tempo continuo ancora a fare sogni erotici su di lui. Perché si, ci sapeva davvero fare.

La mia amica mi prende per mano e andiamo via di lì.

Le lezioni sono finite, così finalmente posso tornare a casa.

-Cazzo sta ancora diluviando!- esclama lei.
-Che palle-
Nel frattempo prendo il telefono per controllare l'orario.

-È ora, devo andare Amy altrimenti perdo il treno-
-Oh si, giusto. Dai vieni ti accompagno-
Apre l'ombrello fucsia che aveva con sé e una volta sotto ci incamminiamo verso la macchina.

Siamo dentro. La accende e parte.
Qualche minuto dopo sono davanti la stazione.

-Ciao Amy. Ci vediamo domani- le dico, dandole un abbraccio.
-Ciao El. Scrivimi quando arrivi-
-Certo-
-Ce l'hai l'ombrello?- chiede
-Mh no, l'ho dimenticato in macchina di mia madre.Ma tranquilla aspetto dove è più coperto-
-Oh...okay. Puoi prendereil mio se vuoi-
-No no tranquilla non c'è bisogno. Ora però scappo che sennò lo perdo-

-Come vuoi. Ciaoo-

Ed esco dalla macchina con fretta e senza ombrello per dirigermi dentro l'edificio.

Sta diluviando, cazzo.
Man mano sempre più. E tira un vento fortissimo.

Menomale che sono vicina all'ingresso.

Guardo il tabellone.
Tra sette minuti passa il treno.
È al binario sette, che raggiungo subito. Di solito arriva al binario due, ma oggi a quanto pare non è così. E fortuna volle che questo fosse l'unico binario non coperto.

Potrei tornar dentro ma il treno passerà a momenti e l'unica parte di binario piu coperta è già affollata.
Così mi tolgo la giacca nera e me la metto sopra la testa.

Se non fosse per il vento, sarebbe anche ok. Ma per via di questo mi sto inzuppando completamente.
Sembrano i sette minuti più lunghi della mia vita.

Nell'attesa, apro lo zaino per controllare di aver preso tutto.
Portafoglio, libri, borsellino, scatolina per gli assorbenti, e dentro la taschina l'abbonamento per il treno.

Lo prendo.

Non ho dimenticato nulla, per fortuna.

"Il treno 625 diretto a Milano Centrale è in arrivo al binario 7. Attenzione. Allontanarsi dalla linea gialla"

Ok è ora.
Intanto noto la mia camicetta velata bianca completamente bagnata, tanto da appiccicarsi sulla mia pelle e mettere in bella mostra le trasparenze. Ottimo.
Ora non solo sono bagnata, ma mi sento anche nuda.

Lost In A Train StationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora