26. Elenoire

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-Sveglia sorellona! Altrimenti faremo tardi per la mostra!-

Rispondo con un verso di dissenso.
Ma che ore sono?

Apro gli occhi pian piano, venendo immediatamente accecata dalla luce forte e gialla del mattino.

Mi butto un cuscino sulla faccia e sbuffo.

Diana si butta su di me, schiacciandomi completamente.

-Ohh dai toglitiii- mugolo
-Forzaaa-
-Okay, mi alzo. Dammi solo cinque minuti. È domenica-

Ma in tutta risposta, inizia a farmi il solletico sui fianchi tanto da farmi urlare così forte che mio padre si precipita nella nostra stanza, spaventato.

Non appena vede, tira un sospiro di sollievo.

-Diana lascia stare tua sorella-dice ridacchiando.

-Non vuole alzarsi, e tra quaranta minuti abbiamo la visita guidata al museo e poi alla casa di Giulietta-
Risponde.

-Come quaranta minuti?!- urlo.

Poi mi alzo di corsa e corro in bagno a prepararmi.

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Dopo il giro al museo, ci saluta la guida e ci dirigiamo verso la famosa casa Capuleti distante pochi minuti da lì.

Ho sempre pensato che Verona sia una città splendida, ricca di storia, segreti, sogni...perché il solo pensiero di poter vivere un giorno un amore anche lontanamente così forte e profondo, come quello di Romeo e Giulietta, magari senza il sacrificio finale, mi provoca una gratitudine che non saprei spiegare.

Stiamo facendo la fila.
Davanti a noi numerosissimi turisti di varie nazionalità, pronti a scattare migliaia di foto, soprattutto tenendo un seno alla famosa statua di Giulietta.

Arriviamo alla biglietteria e un ragazzo si rivolge a noi.
-Benvenute a...oh Elenoire, ma sei tu-
Samuel.
Che sorpresa vederlo qui.

-Ciao Sam, lavori qui?-
-Oh si, di tanto in tanto. Lei è..?-
-Oh sono Diana, sua sorella- si presenta con un sorriso.

-Piacere di conoscerti. Amber invece? Non è con te?-
-No Sam, oggi no. Pensavo fosse con te-
-Ed io che con te-
-Oh... sai, probabilmente è a casa a studiare. Perché non provi a chiamarla-
-Potrei...ma ieri mi ha detto che sarebbe stata fuori tutto il giorno, con te-

Stringo le labbra in una linea.

Diana interviene
-Non per fare la guastafeste, ma dietro di noi ci sono almeno venti turisti incazzati che vogliono entrare-

-Oh certo. Ecco a voi ragazze. Un piccolo regalo dal vostro amico Sam-

E ci da i biglietti.

Sorrido.
-Grazie, non dovevi davvero-
-Ora però andate prima che lo scopra qualcuno che vado regalando biglietti a belle ragazze-

Diana gli fa cenno di saluto con la mano e mi tira via.

-Dai sputa il rospo- dice
-Eh?-
-Amber...dov'è?-
-Ora che ci penso, credo sia andata a fare la lista compleanno al suo negozio di fiducia-
-Lista compleanno?-
-Si. Ogni anno sceglie un negozio e crea una lista compleanno in caso qualcuno volesse farle un regalo-
-E questa volta qual è il negozio?-
-Ehm...un sexy shop-

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Ci affacciamo al famoso balcone, in posa per la foto che ci sta scattando una turista.

Sposto per un attimo lo sguardo verso il basso per poi notare sotto la balconata un Arthur sorridente.
Cosa?

-Ok ragazze foto fatta- sento.
Ma i miei occhi rimangono fissi su di lui fermo lì ad osservarmi, come ipnotizzati.

-Elly andiamo, forza- mi tira mia sorella. Quella magia viene interrotta.

La seguo e torniamo verso l'ingresso.
-Ciao- sento.
Guardo in avanti, notando Arthur venirmi incontro.
-Ciao- rispondo
-Ero nei paraggi, quando ho ricevuto la chiamata di Samu e...-
Mia sorella in evidente imbarazzo si allontana con -Vi lascio soli-

-Cosa ci fai qui?- chiedo
-Dobbiamo parlare. Ti va di andare a pranzo?-
-Mia sorella...-

La guardo.
Lei, come se avesse capito tutto, dice:
-Mi faccio un giro per i negozi. Ci vediamo a casa-
Arthur le si avvicina, le sussurra qualcosa e torna da me.

-Greg la accompagnerà dovunque vorrà. È qui fuori ad aspettarla-
-Oh è...gentile da parte tua-
Sorride.

Poi mi prende per mano e andiamo.

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-Martedì è il mio compleanno. Mia madre sta organizzando una festa alla tenuta di campagna. Ho pensato che volessi saperlo in anticipo dato che sarà una festa molto...grande-
-Oh okay. Ricevuto-
-Domani sera verrai a casa ad incontrare la stilista-
-Okay. Tutto qui?-
-Ehm...si-
Annuisco, per poi addentare la mia fetta di pane con hummus.

Noto come mi guarda le labbra.
Avvicina la mano al mio viso e col pollice sfiora l'angolo della bocca.

Rimango immobile.

Una volta ripulito, se lo porta sulle sue labbra, leccandolo.

Cazzo.

-Buono- dice.

Deglutisco.

-Arthur, ascolta. Vorrei parlare di quello che è successo due giorni fa. Io...-
-Non ce n'è bisogno-
-Invece si. Sono stata...sfacciata. Ti chiedo scusa-
-E io uno stronzo-
-Pace?-
-Pace-
Sorrido.
-E a proposito di James...-inizio
-Non mi interessa. Puoi vedere chi vuoi-
Annuisco.

Poi mi passa una busta da lettera.
La guardo confusa, ma la prendo.

-Cos'è?- chiedo
-Un assegno-

Lo apro e...oh mio Dio.
Un assegno da trenta mila euro.

Per poco non svengo.

-Ma...-
-Una piccola parte di ciò che ti ho promesso-
-Oh...io non...-
-Sono tuoi-
-Ma..-
-Prendili, e custodiscili bene fiorellino-

Annuisco lentamente.
La richiudo e nascondo in borsa.

-Cosa cavolo dirò ai miei genitori?-
-Che il ragazzo con cui ti frequenti è molto generoso con te-
-Potrebbero pensare che sei un delinquente-
-Se rubare il cuore alla loro figlia vale come criminalità, allora si, possono credermi un delinquente-

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È la sera successiva.
Dopo aver salutato mia sorella, esco di casa per poi trovare immediatamente Greg ad aspettarmi.

-Buonasera signorina Kingsley-
-Ciao Greg-

E salgo in macchina.

Per tutta la mattinata mia sorella non ha fatto altro che vantarsi dell'autista figo che la scortava qua e là e la faceva sentire una principessa.

Arriviamo a destinazione.
Qualcuno mi apre la portiera, così scendo, notando che era Arthur, che mi prende la mano.

-Ciao fiorellino-
-Ciao-
-Vieni con me, spero tu abbia portato il costume-

Lost In A Train StationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora