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"Non smettere mai di sognare, solo chi sogna può volare

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"Non smettere mai di sognare, solo chi sogna può volare."
-Peter Pan, J.M. Barrie

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Il sole splendeva in cielo, ma ciò non toglieva il fatto che fossimo agli sbocci di gennaio.

Rabbrividii quando, scendendo dal treno, sentii il fresco vento di Torino accarezzarmi il viso. Il freddo era tagliente, ma il calore della mia eccitazione per la nuova avventura lo rendeva sopportabile.

Mi guardai attorno esitante, cercando qualcuno a cui chiedere informazioni. A poca distanza da me, scorsi una ragazza dai capelli biondi scendere l'ultimo gradino.

Con il bagaglio tra le mani e la giacca che mi copriva persino il collo, camminai velocemente verso di lei. Stavo per farmi avanti, fino a quando notai che stava parlando animatamente con qualcuno al telefono.

Non parlava italiano, anche se, prima di mettere giù la linea pronunciò quasi urlando un "vaffanculo".

Sbarrai subito gli occhi imbarazzata da quella situazione, mentre lei ripose il telefonino nella borsetta che teneva a tracolla e riprese a camminare.

Non si accorse di me, fino a quando non la richiamai.

«Hey! Scusami!» dissi, attirando la sua attenzione.

Lei si girò sembrando perplessa, ma quando incontrò il mio viso, cambiò totalmente espressione rivolgendomi un caloroso sorriso.

«Ciao cara, dimmi pure» parlò italiano perfettamente, spazzando via qualsiasi mio dubbio.

«È la prima volta che metto piede a Torino, sapresti indicarmi un b&b non troppo costoso?» chiesi timorosa.

Impacciata com'ero, avevo raggiunto Torino due giorni prima che potessero darmi le chiavi di casa che tanto aspettavo, senza prenotare nessun hotel che potesse ospitarmi nell'attesa.

Ho sempre abitato a Milano e solo all'età di 18 anni sono riuscita a realizzare il mio sogno, ovvero quello di poter abitare vicino la mia squadra del cuore.

E con vicino intendo fin troppo vicino, dato che la mia nuova casetta si trovava a esattamente trecento metri dall'allianz stadium.

«Oh, si certo...» rispose la ragazza dai capelli d'oro «ce n'è uno vicino allo stadio della Juventus, per te non è un problema giusto?» sembrò leggermi nel pensiero, tanto che rimasi a bocca aperta.

Mi diede l'indirizzo e poi, si presentò dicendomi il suo nome, così io feci lo stesso pronunciando il mio.

«Grazie mille Sara» la ringraziai, prima che mi lasciasse.

«È stato un piacere Sofia, perdona la fretta, ma devo scappare, in bocca al lupo per tutto!» se ne andò frettolosamente, rivolgendomi un ultimo sorriso.

Io rimasi impalata, decidendo sul da farsi. Poi sospirai, accorgendomi che l'idea migliore sarebbe stata quella di chiamare un taxi.

Per fortuna mi capitò un tassista molto gentile e disponibile che, non appena venne a sapere fossi nuova in questa città, mi diede tutti i nomi dei luoghi principali di Torino.

«Sempre forza Juve!» disse lui facendomi sorridere, prima che scendessi dall'auto.

Non ero riuscita a trattenere l'amore che coltivavo per questa squadra neppure al tassista, che per fortuna era ospite abituario dello stadium.

Guardai davanti a me quel grande b&b, spaventata dal fatto che potesse non avere camere a disposizione.

Presi coraggio ed entrai silenziosa, aspettando che qualcuno mi accogliesse alla reception. Fortunatamente, un gentile signore mi salutò cordialmente.

«Salve signorina, mi dica pure» sorrise.

«Salve, avreste una stanza singola per due notti?» chiesi facendomi avanti.

«Certo!» si girò prendendo le chiavi della stanza numero 15 e, prima di consegnarmele, dovette controllare tutti i miei documenti.

Con le chiavi in una mano e l'enorme bagaglio nell'altra, raggiunsi la stanza ormai sfinita.

Osservai la valigia ancora incredula di come io fossi riuscita a farci entrare il mio intero armadio.

Quando vidi il numero della stanza sulla porta, mi venne subito in mente il numero 15 della juventus, e non potei che sorridere.

Lo seguivo dai tempi della next gen, e da solo quest'anno lo avevo visto debuttare in prima squadra, che cosa meravigliosa.

"Kenan Yildiz, futura stella."

Ammetto che ho sempre avuto un debole per lui, forse aveva influenzato il fatto che fossimo praticamente coetanei. A separarci, infatti, c'era solamente qualche mese di differenza.

Non appena misi piede nella stanza, mi buttai a peso morto sull'enorme letto matrimoniale riservato esclusivamente a me.

Guardai il soffitto per un tempo indecifrabile, fino a quando il mio telefono prese a squillare.

Balzai dal letto non appena mi resi conto del vero motivo per cui mi ero trasferita a Torino.

Risposi al telefono, pronta al rimprovero «Sofia? Insomma dove sei?!» disse Marisa, la fashion stylist che mi era stata a fianco durante tutto questo percorso.

Un'altra volta in ritardo, nonostante fosse solamente il mio secondo shooting da modella.

«Scusami tanto Mery, me ne ero completamente dimenticata, arrivo subito!» risposi.

«Muoviti, stiamo aspettando tutti te!»

Corsi in bagno a darmi una sistemata, senza truccarmi dato che a questo ci avrebbero pensato loro.

Nonostante fossi stanca e in completo ritardo ero la ragazza più felice del mondo.

Perché? Perché stavo vivendo in un sogno: abitavo vicino alla mia squadra del cuore, studiavo moda e avevo appena intrapreso un bellissimo lavoro da modella per il brand adidas.

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Spazio autrice
Eccoci qui!

Come vi sembra?

Spero vivamente che questo primo capitolo vi abbia convinte e curiosite abbastanza.

Ci vediamo domani, stesso orario con un altro capitolo!

Se vi va lasciate una stellina, baci❤️💫

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora