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"Ci sono persone che, una volta entrate nella nostra vita, non ci abbandonano mai, neanche quando chiudiamo gli occhi per dormire"-Henry James

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"Ci sono persone che, una volta entrate nella nostra vita, non ci abbandonano mai, neanche quando chiudiamo gli occhi per dormire"
-Henry James

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Kenan

Il pallone rimbalzò a terra con un suono sordo e io lo colpii di nuovo con più forza del necessario.

La palla schizzò verso il muro e tornò indietro, come se volesse sfidarmi, un ciclo continuo di rabbia che cercavo di sfogare con ogni calcio.

Non potevo credere che una semplice ragazzina fosse in grado di farmi questo effetto.

Non era da me affezionarmi, né tantomeno trascorrere del tempo con una ragazza per motivi che andassero oltre il mio puro piacere personale.

Calciai di nuovo, stavolta più forte. Il pallone colpì la rete dietro la porta, facendola tremare.

Ero lì per calmarmi, ma più giocavo, più mi sentivo teso. Avevo bisogno di sfogarmi.

Era passata un'ora da quando ero qui, ma niente dentro di me sembrava essere migliorato.

Provai a concentrarmi sul respiro, cercando di liberare la mente, ma quel suo sorriso, quei suoi occhi, erano immagini ancora nitide nella mia testa.

Era ancora lì, che mi guardava dal basso, con quello sguardo capace di farmi perdere la testa.

Cedetti, lasciandomi cadere sul prato bagnato. Mi distesi a terra con gli occhi chiusi e le mani tra i capelli, cercando di trovare un senso a quel groviglio di pensieri.

Non ero più io, il Kenan di sempre.

«Non sapevo che la "stella nata allo Stadium" avesse bisogno di allenamenti extra.»

Una voce familiare interruppe il vortice della mia mente. Alzai il busto, voltandomi verso la direzione da cui proveniva.

Era Tarik, il mio migliore amico. Nel vederlo, un sorriso mi sfuggì, anche se non ne avevo voglia.

«Anche i campioni a volte devono sfogarsi, sai?» replicai, alzandomi con il fiato ancora corto.

Tarik mi osservò, con un sopracciglio sollevato e un sorriso sul volto «Eh già, ho visto. Avevo intenzione di usare il campo, ma mi sa che tu ne hai più bisogno di me»

Lanciai un'occhiata alla palla che giaceva poco distante e con un gesto rapido del piede la calciai verso di lui.

«Allora, facciamo una cosa, aiutami a togliermi dalla testa questi pensieri» dissi, senza spiegare di più.

Tarik intercettò il pallone con facilità, iniziando a palleggiare con una naturalezza che sembrava sfidarmi «Va bene, amico. Vediamo cosa sai fare quando non c'è una folla di ragazze a guardarti»

Like a dream || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora