sera

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Taehyung era rimasto in ufficio tutto il pomeriggio a controllare molto dettagliatamente i documenti che gli erano stati assegnati.

Non voleva sbagliare il suo primo giorno di lavoro, il signor Jeon era un uomo preciso, e neanche Taehyung era da meno.

Erano le 17:55 e tra pochi minuti sarebbe tornato il capo, così Taehyung avrebbe potuto dargli lui stesso i documenti.

Durante il pomeriggio aveva fatto amicizia con i suoi colleghi e molte di quelle persone erano brave, gentili ed educate. Taehyung quasi si domandava se il signor Jeon metteva una specie di veleno nei loro caffè per tenerli così bene a bada.

Le ore passarono e man mano i dipendenti si avviarono verso casa.
Taehyung era rimasto nel suo ufficio ad aspettare il signor Jeon.

Il rumore di qualcuno che bussava alla porta gli fece alzare la testa di scatto dalla scrivania, e anche darsi una veloce sistemata automaticamente.

<<Hey Taehyung, non vai a casa? Ormai sono quasi le 20:00.>>

Hoseok entrò nel suo ufficio allacciandosi il giacchetto e sorridendo al ragazzo.

<<No...voglio aspettare che torni il signor Jeon così potrò dargli il mio lavoro.>>

<<Avresti potuto semplicemente lasciarlo nel suo ufficio come gli altri, perché ci tieni così tanto a darglielo di persona? Vuoi fare il leccaculo?>>

Ridacchiò il dipendente appoggiandosi allo stipite della porta.

<<Semplicemente voglio assicurarmi di essere al massimo nel mio primo giorno di lavoro, voglio imparare il prima possibile il mestiere e rimediare ai miei errori così da non farne altri in futuro.>>

Disse serio il biondo.

<<Woah Taehyung, come sei poetico...sai, mi sembri quasi la mia prof di filosofia delle superiori.>>

Pensò Hoseok, facendo una faccia leggermente disgustata, ricordando quei tempi della sua adolescenza.

Il biondo ridacchiò e salutò il suo amico, che si avviò verso casa dopo aver spento le luci nel suo ufficio.

Taehyung non sapeva quanto ancora avrebbe dovuto aspettare, così decise di concedersi un piccolo sonnellino, tanto si sarebbe svegliato presto sicuramente.

Il signor Jeon, intanto, era in macchina verso la sua azienda, perché si era dimenticato di chiudere a chiave la porta del suo ufficio.
Quando arrivò all'ascensore controllò il cellulare per assicurarsi di aver mandato un messaggio ai suoi dipendendi dove diceva che avrebbe fatto tardi, purtroppo però quel pomeriggio era stato troppo occupato e se ne dimenticò.

Vabbè, ormai saranno andati via tutti.

Arrivato all'ultimo piano, Jungkook entrò nel suo ufficio, diede una sistemata ai documenti cartacei e inviò qualche file, per poi rimettere tutto apposto e prepararsi per tornarsene a casa.
Quando uscì dal suo ufficio notò alla fine del corridoio una luce ancora accesa, così pensò che fosse stato uno dei suoi dipendendi ad essersi dimenticato di spegnerla e si avviò verso lo studio.

Quando riconobbe la sagoma addormentata sulla scrivania, un piccolo sorriso non voluto si formò sul suo volto.
Quel ragazzino era ancora rimasto in ufficio, da solo, mentre tutti gli altri erano già a casa a dormire.

Jungkook si avviò verso il ragazzo e gli toccò la testa con un dito, picchiettando per farlo svegliare.
Taehyung si arrotolò ancora di più tra le sue stesse braccia e cambiò posizione, senza svegliarsi.

Jungkook sorrise, questa volta consapevolmente. Quel biondino era davvero un bambino piccolo...adorabile.

<<Taehyung?>> Al suono della voce del suo capo il ragazzo balzò in piedi con gli occhi sgranati e la camicia tutta spiegazzata.

<<Oddio mi scusi Signore se mi sono addormentato, ma non pensavo che lei sarebbe arrivato così e io ci tenevo a consegnarle il mio lavoro.>>
Si giustificò subito Taehyung, mettendo le mani avanti e mostrando i documenti.

<<Stai tranquillo, però la prossima volta non aspettare in ufficio fino a quest'ora, non tollero che le persone arrivino in ritardo la mattina dopo.>> Spiegò il capo raccogliendo i fogli, per metterli nella sua valigia che portava sempre con sè.

<<Ormai è tardi Taehyung, hai bisogno di un passaggio a casa?>> Domandò l'uomo, dirigendosi alla porta.

Taehyung era indeciso su cosa rispondere, in passato molti uomini dicevano di volergli dare "un passaggio a casa" e poi finiva sempre che si li ritrovava attaccati al suo corpo come sanguisughe, anche se il suo lavoro l'aveva già finito.

No Taehyung, non sono tutti uguali...forse c'è ancora un po' di speranza.

<<Se non le reca disturbo accetterei volentieri.>> Sorrise il biondo prendendo il suo giacchetto e raggiungendo il capo alla porta.

i due ragazzi salirono nella macchina e Taehyung fece da navigatore a Jungkook, per indicargli la strada di casa sua.
Arrivato davanti al palazzo Taehyung stava per scendere quando il suo capo gli mise una mano sulla coscia e lo trattenne.

<<Ascolta Taehyung, per motivi di lavoro preferirei non dicessi che ti ho accompagnato a casa. E in più ricordati di prenderti cura della tua salute, non andare a dormire tardi e arriva presto al lavoro la mattina d'accordo?>>

Disse l'uomo, spostando la mano sempre più all'interno della coscia e sempre più vicina all'inguine.

Taehyung era a disagio. Non era mai stato così a disagno in tutta la sua vita: i polmoni gli sembrava potessero scoppiare da un momento all'altro, mentre la schiena aveva cominciato a sudare freddo.

<<Certo, grazie del passaggio signor Jeon.>> Lo liquidò velocemente Taehyung, spostando la mano e scendendo dalla macchina.

Salutò con una buonanotte l'uomo e entrò in casa sentendosi immediatamente più al sicuro.

𝑯𝒐𝒍𝒅 𝑴𝒆 𝑻𝒊𝒈𝒉𝒕 || kookvWhere stories live. Discover now