CAPITOLO 15. YOU'RE BEAUTIFUL.

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Pov Sana.

Non era una bella giornata, dovevo ammetterlo. Mi ero svegliata tardissimo e, dopo essermi vestita a tempo di record, ero uscita dal dormitorio senza un velo di trucco. Sentivo le labbra attaccate l'una all'altra, le braccia indolenzite perché ero stata per tutta la notte in una strana posizione e, come se non bastasse, la testa mi stava scoppiando. Cercavo disperatamente di arrivare in orario, sotto insistenza di Beth che mi aveva fatto un'infinita ramanzina, la sera prima, sul fatto che ormai non ero più a New York e che avrei dovuto abituarmi nuovamente agli orari universitari. Aveva ragione, ma non glielo avrei mai detto.
Ormai erano circa quattro giorni che avevamo fatto ritorno al campus, ed era stato abbastanza strano, almeno inizialmente. Io e Hayama cercavamo di comportarci nella maniera più naturale possibile ma, a volte, l'imbarazzo aveva la meglio e io evitavo di farmi abbracciare o stringere troppo. Non perché mi dispiacesse, anzi, avrei voluto rimanere attaccata a lui per tutto il tempo, ma perché non volevo che pensasse male. Se avesse solo minimamente immaginato che i miei sentimenti andavano ben oltre l'amicizia, tutto sarebbe stato rovinato in partenza e non potevo assolutamente permettermi di perderlo.
Arrivai con sette minuti precisi di ritardo, ma tutti i ragazzi erano ancora per i corridoi quindi cominciai a cercare Beth che era uscita prima di me perché aveva appuntamento con Tsuyoshi. Intravidi la sua chioma bionda da lontano, comincia ad accelerare il passo per raggiungerla e, non appena fui abbastanza vicina, notai che insieme a lei e Tsuyoshi, c'era Hayama. Cominciai ad entrare nel personaggio della fidanzata perfetta, forse il peggiore interpretato in vita mia, ma l'unico che avrei voluto non fosse una finzione.
«Buongiorno, tesoro!». Dissi ad alta voce per far si che ci sentissero tutti. Non appena Hayama mi vide, si fiondò sulla mia bocca, baciandomi a fior di labbra. Avrei voluto sprofondare all'istante, non l'aveva mai fatto da quando eravamo tornati dalla Grande Mela, ed era un gesto assolutamente inaspettato. Quando riuscii a riaprire gli occhi, incontrai le iridi d'ambra di Hayama e, in quel momento, avrei voluto che il tempo si fermasse. Il sorriso di Hayama era un paesaggio meraviglioso, dove avrei voluto perdermi per tutta la vita, anche se forse non ero all'altezza di una persona del genere.
«Ciao, amore!» Sottolineò l'ultima parola, alzando anche lui la voce di un tono per farsi sentire. Mi cinse la vita con un braccio e prendemmo a camminare per i corridoi sotto gli occhi ancora stupiti di tutti. In realtà non avevano totalmente torto ad essere sconvolti, la coppia Hayama-Kurata non stava esattamente in piedi da sola, sembravamo più una caricatura di una coppia che una coppia vera e propria. Eppure eravamo carini, non eccessivamente mielosi come Beth e Tsuyoshi, ma abbastanza da salvare le apparenze. Se solo Naozumi fosse venuto a sapere, per vie traverse, che era stata solo una finzione, mi avrebbe rovinato la reputazione che, purtroppo, dovevo mantenere al meglio essendo un personaggio pubblico.
Negli ultimi giorni avevo considerato più volte la possibilità di tornare a recitare, magari non in tv, ma a teatro. Non ne avevo ancora parlato con nessuno, l'ultima volta che avevo sentito mia madre le avevo raccontato ciò che Naozumi aveva fatto e come Hayama mi aveva difesa. Voglio conoscerlo, questo principe azzurro! Mi aveva detto al telefono. Se solo avesse saputo che era tutt'altro che un principe azzurro. Non avevo perso tempo a spiegarle che la nostra era una relazione puramente inventata e che mi ritrovavo sempre più spesso a fantasticare su noi due e sul fatto che avrei desiderato che questo sogno diventasse realtà. Hayama mi distolse dai miei pensieri contorti, che stavano decisamente diventando troppo ingombranti nella mia testa.
«Stasera si festeggia il ritorno a casa, visto che non l'abbiamo fatto prima. Cenetta da me, Tsu e Beth escono, quindi saremo soli!». Il suo tono era squillante, si sentiva felice come una pasqua, a differenza mia che invece mi chiedevo quando sarebbe finita quella recita. Avremmo sicuramente dovuto architettare qualcosa anche per la nostra finta rottura, e già la cosa mi metteva in agitazione. Chi avrebbe lasciato chi? Chi si sarebbe umiliato di più? Questa storia mi avrebbe fatto uscire di testa. Comunque, l'invito di Hayama non mi dispiaceva, avrei preferito che ci fossero anche i nostri amici, ma pazienza, non potevo costringerli a rimanere con noi, anche se avrei potuto minacciare Beth...
No.
Ora che la sua relazione con Tsuyoshi andava più che bene, non mi sembrava il caso di rovinarle la serata, mettendola in mezzo ai drammi della mia finta coppia.
«Va bene, Hayama. Basta che non mi avveleni.» dissi prendendolo in giro. Non sapevo se avrebbe cucinato lui, o se avremmo ordinato la pizza come al solito, ma non m'importava. La cosa essenziale, che oscurava tutto il resto, è che saremmo stati soli.
Avrei potuto confessargli i miei sentimenti, mettendo fine a questa lenta agonia, ma dopo almeno cinque minuti di buona riflessione, l'idea non mi parve più così buona. La nostra amicizia – e finta relazione – sarebbe stata compromessa, e non potevo permettermi assolutamente di perdere quel meraviglioso ragazzo dagli occhi color miele che mi illuminava la vita. Il nostro rapporto andava bene così, lui doveva continuare ad andare dietro a tutte quelle ragazze e io dovevo continuare con la mia vita, perseverando nel ruolo della migliore amica e, da poco, finta fidanzata.
Ci sarei riuscita, in un modo o nell'altro.

University life.Where stories live. Discover now