XXII- Malsane

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(((ATTENZIONE, QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE DI VIOLENZA, VIOLENZA SESSUALE E CONTENUTI INERENTI MOLTO ESPLICITI, SE SIETE SENSIBILI VI CONSIGLIO DI IGNORARE QUESTA PARTE)))

Charlie sentiva freddo.
Cercò di riprendere controllo pian piano del suo corpo indolenzito, quando un forte dolore improvviso in faccia le fece voltare la testa di lato, aprendo di scatto gli occhi. «Ma bene. Eccola qui dunque.» Charlie si voltò lentamente e sbattè le palpebre più volte per mettere a fuoco. Davanti a lei, il proprietario di quella voce profonda e suadente, un imp dall'ampio cappello e un dente d'oro in bocca -che fosse un seguace di Valentino?- la guardava come se stesse pregustando il suo dolore su un piatto d'argento. Provò a muoversi ma gridò quando la pelle sfrigolò contro il bollore di una corda benedetta. Lui rise della sua sofferenza. «Chi sei?» gracchiò lei con la gola arida. Lui sogghignò. «Mi chiamo Striker, e sono qui per farti molto, molto male.» lei si dimenò ancora, ringhiando e ignorando il dolore, senza sentire il solito formicolio del suo potere demoniaco. L'imp tirò fuori dalla fondina una pistola angelica e gliela puntò in fronte. Lei si irrigidì, il respiro che moriva nel suo petto. «Fai la brava principessina, e forse non ti ridurrò troppo male.» il luccichio nei suoi occhi prometteva il contrario, quasi sperando che lei si comportasse male per distruggerla. «Cosa- cosa vuoi da me?» lui fece spallucce, non spostando di un millimetro l'arma dalla sua fronte sudata. «Io? Assolutamente niente, ma chi mi ha commissionato il lavoro vuole farti a pezzi.» si allontanò appena da lei, lasciando la pistola ciondolare lungo il suo fianco insieme al braccio. Con l'altra mano le afferrò il volto, toccandole rudemente le labbra. «Guarda che bel bocconcino...» lei cercò di farsi indietro ma Striker le afferrò il collo, stringendo. «Sai forse qualcosa che vorrei c'è...» Charlie notò con orrore che aveva posato nuovamente la pistola per sbottonarsi i pantaloni. Le lacrime le punsero gli occhi e provò a farsi indietro con la sedia, ma nulla, la sua presa si stringeva sempre di più. Aprì la bocca per cercare aria e lui rapido ci infilò il suo membro semi-eretto. Lei fece per chiudere la bocca, con tutta l'intenzione di tranciarlo con i denti e sputarglielo in faccia. Ma lui riprese la pistola, rapido come un serpente a sonagli, e gliela puntò nuovamente in mezzo agli occhi. «Succhia.» ringhiò con voce arrochita. Charlie pianse e singhiozzò contro L'erezione dell'altro, che sentì pulsare sulla lingua. Rilassò la bocca e tremando ne succhiò la punta, trattenendo i conati di vomito. «Non fare la preziosa nobildonna, se la tua performance sarà soddisfacente potrei lasciarti in pace.» sogghignò spingendo di più il metallo freddo contro la sua pelle. Lei si fece scivolare l'apice fuori dalle labbra, piegandosi quel che poteva per lappare quel cazzo di merda dalla base alla punta, strusciando sapientemente la lingua contro la parte superiore. Il diavolo grugnì compiaciuto, afferrandole i capelli con la mano libera e costringendola a ingoiare tutta la sua lunghezza. Charlie tossì, gemendo di dolore dalla sorpresa e stringendo appena i denti. Il demone fu fulmineo.
Staccò la pistola dalla tempia e le sparò dritto nella coscia che il vestito lasciava scoperta. Charlie gridò a pieni polmoni, le lacrime che scendevano copiose sul suo volto. Lui ne approfittò per spingersi nella sua gola, soffocandola. Vedeva doppio, le orecchie le fischiavano per il dolore e la mancanza di ossigeno insieme alla perdita di sangue le facevano girare la testa. Nonostante questo, entrò in uno stato confusionale, come se stesse guardando la scena in terza persona. L'imp che tornava a puntarle l'arma in faccia mentre le scopava la bocca come fosse stata l'ultima delle puttane. Pensò ad Angel e capì come mai prima di allora cosa provasse. Il diavolo grugnì e uscì dalla sua bocca, mollando i suoi capelli solo per far scivolare la mano sul suo cazzo umido di saliva, intrappolò i suoi occhi in quelli della principessa. «Non osare muoverti o ti ammazzo.» ringhiò e con un verso gutturale le venne in faccia. Charlie chiuse gli occhi, ritornando in se non appena il fiotto caldo e umido la colpì. Lacrime e sperma le colarono fin sulle labbra, e lei gridò di nuovo di disgusto. Il colpo del calcio della pistola fu veloce e violento. La sua testa scattò di lato mentre sentiva il sangue caldo imbrattarle i denti. Sputò per terra in qualche parte imprecisata cercando di aprire gli occhi. Ci riuscì solo quando le sue gambe vennero allargate di forza e sentì il metallo freddo premere contro la sua apertura sopra gli slip sottili che indossava. Rabbrividì di terrore scuotendo la testa convulsamente. «No...Nonono ti prego No!» singhiozzò mentre Striker con la mano libera si puliva la mano sul tessuto sul suo seno, messo in risalto dalla stretta della corda. Lui spinse più a fondo ridendo. «Niente più bimbi reali se solo premessi il grilletto vostra maestà.» Charlie la avvertì la presa sull'arma rafforzarsi, pronta a sparare, ma squillò un telefono e lui imprecò, allontanandosi. Afferrò l'apparecchio elettronico, posando la pistola su un tavolo e riallacciandosi i pantaloni con la mano che non rispondeva alla chiamata. «Che cazzo c'è Stella?» Charlie smise di ascoltare, il cervello che ritornava a quello che era stata costretta a fare mentre guardava la pozza di sangue sotto di lei allargarsi. Si vomitò bile e acido addosso e l'imp si girò con faccia disgustata a guardarla. «Che merda cazzo!» fu l'ultima cosa che sentì prima di svenire.

Non seppe per quanto rimase incosciente, ma quando si svegliò era tutto buio. Due mani sulle spalle la fecero irrigidire, ma non aveva forza a sufficienza per voltare la testa, che le ciondolava sul petto. «Puttana succhiacazzi proprio come il suo amichetto.» se avesse avuto la forza per aprirli, Charlie avrebbe sgranato gli occhi. Quella voce...non era possibile...Adamo era morto...? Giusto?
Rise sguaiatamente e lei scoprì di avere ancora la forza di piangere. «L'inferno a quanto pare non sarà per sempre...non per me almeno.» era lui non c'erano dubbi. Come era possibile? Niffty lo aveva trafitto...e se...rabbrividì: e se angeli potenti come lui non potessero essere uccisi?
«Sanguina puttana, come ho fatto io...»

Una secchiata d'acqua gelida la svegliò di soprassalto. La prima cosa della quale si accorse fosse di essere nuda, la seconda che non si trovava più legata ad una sedia, la terza e che era purtroppo sempre legata in quella maledetta corda benedetta. «Per Satana pensavo di averti stecchito. Nobili Tsk, così stupidamente fragili.» Striker se ne stava in piedi davanti a lei, che cercò di strisciare via con solo la forza dei piedi. Appena mise forza sulla gamba destra però le sfuggì un grido muto. Si guardò confusamente la gamba, dove un cerotto stanziava sulla ferita da arma da fuoco nella sua coscia, inzuppato di sangue, che prese a colare al di sotto scivolandole nell'inguine. La cosa sembrò accendere sue sadico del suo aguzzino, che sorrise più ampiamente. Si avvicinò a grandi passi, infilando il tacco del suo stivale proprio dove doveva esserci il foro. Questa volta il grido di Charlie fu chiaramente udibile, intervallato solo dalla risata gutturale di Striker. «Deboli vermi striscianti.» Lei lo guardò e per la prima volta desiderò ardentemente togliere una vita. «I miei amici mi troveranno...e quando sarà il momento ti farò a pezzi, maiale.» l'imp rise, chinandosi su di lei acchiappa fila per i capelli. «Anche quel gufo finocchio aveva detto la stessa cosa...e invece fino a poco tempo fa se ne stava all'ospedale a marcire AHAH! Nessuno ti troverà principessina dei miei coglioni, e anche se fosse...» tirò fuori dallo stivale uno stiletto angelico. «Li farò a pezzi uno ad uno...davanti ai tuoi occhi.» Charlie gli sputò in faccia e lui le pestò ripetutamente la testa sul pavimento finché un dolore lancinante e un crack altrettanto terrificante non si diffuse nell'aria insieme alle sue grida. Il sangue le inondò il naso, la bocca, gli schizzi le finirono anche sul  volto appiccicoso. Pianse come una bambina per il dolore del setto nasale rotto. «Puttana insolente!» sbraitò nel suo orecchio, tanto forte che Charlie temette stesse per sanguinare anche quello. «Sei fortunata però.» si alzò lui mollandole la testa a terra. Lei si raggomitolò singhiozzante. «Il mio lavoro è finito. Me ne hanno offerto un altro per decisamente più soldi. Quindi ti lascerò semplicemente qui a marcire, come tutti quelli del tuo rango meritano.» le diede un ultimo calcio in pancia e semplicemente se ne andò.
Charlie sollevò lo sguardo e prima che se ne andasse gridò. «Aspetta! Posso pagarti! Solo...fai in modo che mi trovino.» lui si girò, un sopracciglio inarcato. «E cosa mi assicura che non verranno a cercarmi?» lei cercò di mettersi seduta, la bocca un disastro di sangue. Sputò un grumo di sangue e saliva che le finì addosso, sfrigolando contro la corda. «Non mettere più piede in questo girone, io non dirò chi sei e i peccatori non possono lasciare il girone della superbia, sarai al sicuro.» pianse e singhiozzò mentre lo guardava. «Ti prego, sono la principessa i soldi non mi mancano.» lui scosse la testa ridacchiando. «Eccola che si rivela come tutti i nobili. Pronta a comprare tutto con i soldi.» Charlie ingoiò bile, sangue e insulti. «Ti prego.» lui scrollò le spalle. «Nah, la tua miseria mi diverte molto di più.» se ne andò sbattendo la porta e facendo ricrollare Charlie nel buio.

Sweet Blood Where stories live. Discover now