5 - E vissero tutti felici e contenti

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"Sarah sei qui?"

Stella entrò in camera sua, convinta di trovare al suo interno la sua compagna, le luci però erano spente e non riusciva ad udire alcun rumore. Accese le luci e trovò l'altra sdraiata sul suo letto, un braccio a coprirle gli occhi, le guance rosse ed una bustina di ghiaccio sulla caviglia. Si sentì confusa.
Confusa e preoccupata.

"Ehi, tutto bene?"

Chiese Stella mentre si avvicinava al letto di Sarah.
Attese una risposta che però tardava ad arrivare, si sedette accanto a lei e le accarezzò delicatamente un braccio.
A quel punto vide una lacrima solitaria scivolarle silenziosamente lungo la guancia, Sarah si affrettò ad asciugarla scoprendo finalmente i suoi occhi, i quali risultavano arrossati e gonfi. Odiava farsi vedere in quello stato, odiava mostrarsi debole.

Rapidamente si alzò e corse, nei limiti del possibile, in bagno per darsi una sciacquata, tutto ciò sotto lo sguardo attento della compagna di stanza.

"Tutto bene Stella, è stata solo una giornata pesante."

Provò a sviare il discorso, senza successo.

"Ed immagino che tutto il peso sia finito sulla tua caviglia per portarti a zoppicare in quel modo."

Ribatté ironica la corvina. Sarah sospirò, messa ormai alle strette. Aveva senso continuare a fingere? Ormai era palese che non stesse bene e se l'altra ragazza era così premurosa da chiederle con così tanto interesse il motivo del suo disagio, tanto valeva parlarne.

"C'è questa ragazza, Angela, che non so per quale motivo, ce l'ha con me."

Si prese una pausa ripensando al primo approccio che aveva avuto con lei. Sapeva di non poter star simpatica a tutti, ma non capiva il motivo di tale astio.

"Oggi mi ha sfidato."

Disse mimando con le mani delle virgolette sull'ultima parola.

"E durante l'esercizio stavo vincendo questa piccola gara tra di noi, quando durante l'ultima ripetizione mi ha fatto un fallo da dietro."

Continuò poi la piccoletta, come a confermare la sua versione sentì la sua caviglia pulsare nuovamente.

"Ma la parte peggiore è stata il dopo."

Terminò così Sarah, senza l'intenzione di andare oltre e di riaprire quelle piccole ferite che aveva prontamente chiuso.
Stella non chiese oltre, era felice che la compagna si fosse aperta, seppur leggermente, con lei, era però furiosa con questa tale Angela, come poteva prendersela con una persona tanto a modo senza nemmeno conoscerla?

"Perchè non ne parli con tuo padre?"

Chiese poi la corvina.

"No!"

Esclamò prontamente Sarah, con un tono di voce forse troppo alto.

"Non sono più una ragazzina, queste cose devo risolverle da sola. Devo dimostrare agli altri e a me stessa di essere abbastanza matura."

Stella scosse la testa contraria, ma non si sentì di ribattere. Sarah era ferma nella sua decisione, voleva dimostrare di essere indipendente da paparino, al contrario di quello che aveva detto Angela.

"Allora affrontala."

Disse poi dopo un'attenta riflessione la ragazza dagli occhi nocciola.

"Dimostrale che non può metterti i piedi in testa, e nemmeno tra le caviglie."

Continuò infine Stella, suscitando una risata da parte della compagna. Sarah ci pensò un po' su e poi annuì, doveva mostrare a quella ragazza che non era la sua marionetta.

Un'onda che poi si ritraeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora