8 - Camomilla

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Dopo aver lasciato indietro Sarah, Angela raggiunse le altre a passo svelto e raccolse rapidamente il suo pacchetto di sigarette. Si avviò altrettanto rapidamente all'uscita ma fu fermata dalla voce di una delle sue compagne.

"Dove vai?"

Gaia come al solito non si lasciò sfuggire nulla.
Osservò con sguardo interrogativo la sua migliore amica la quale le appariva alquanto scossa.

"Ho bisogno di fumare."

Rispose seccamente Angela, ma a Gaia non bastò, sapeva e sentiva che ci fosse altro da dire.

"Puoi fumare qui come hai fatto fino ad ora."

Continuò poi la bassina, occhi blu si innervosì maggiormente, voleva solo essere lasciata in pace, cosa c'era di così difficile?

"Devo fumare tanto."

A quel punto si girò verso di lei anche Valentina, il capitano. Essendo tale si sentiva in dovere di controllare tutte le altre, soprattutto prima di una partita.

"Ricordati che domani dobbiamo giocare."

L'ammonì la bionda. A quel punto Angela sentiva di star per esplodere da un momento all'altro. Stinse tra le dita l'accendino e si sforzò di contare fino a dieci, per poi mettere su un sorriso finto ed annuire.

"Sì mamma, lo so. Ora posso andare?"

Annuirono tutte silenziosamente, capendo che non fosse il caso di provocare ulteriormente la poca pazienza di occhi blu.
Angela finalmente uscì dalla stanza e corse al piano terra, spalancò la porta dell'hotel e si recò all'area fumatori, portando finalmente una sigaretta alle labbra ed inspirando a pieni polmoni.

Cosa aveva fatto? Cosa stava per fare? E soprattutto perchè?

Le era bastato osservare gli occhi di quella ragazza per perdere parte della sua corazza. Ringraziò mentalmente Gaia per aver interrotto quel momento altrimenti non avrebbe saputo dire fin dove si sarebbe spinta.
In quello spazio così stretto, accanto a quella matricola, sentiva attorno a sè una strana energia.
Accese un'altra sigaretta, nell'attesa che la nicotina facesse il suo effetto.
A fine settembre l'aria incominciava ad essere più fredda ma in quel momento occhi blu pensò che fosse l'unica cosa di cui avesse bisogno. Provò a non pensare più a quanto accaduto in quell'armadio, si obbligò a ricomporsi e a ri-indossare la solita maschera da dura e decise di accendere l'ennesima cicca, nella speranza che almeno quella facesse il suo dovere.

~~~

Nel frattempo Sarah tornò dalla sua amica, diede una rapida occhiata in girò e notò l'assenza di occhi blu.
Ci rimase male ma si ripeté che in fondo non poteva aspettarsi nulla di diverso.
Cosa poteva mai sperare, che sette minuti in un armadio potessero instaurare un rapporto con la più stronza e menefreghista di tutto il campus?
Probabilmente, anzi sicuramente, aveva preso solo un abbaglio.
Lei per Angela non significava nulla, e non capiva perchè ai suoi occhi volesse risultare di più.

"Mari torniamo in camera?"

Sussurrò la più piccola all'amica, in modo che potesse sentirla solo lei.

"È successo qualcosa?"

Chiese preoccupata Marisol. Sarah si limitò a scuotere la testa e a mimare un "dopo" con le labbra, segno che ne avrebbero parlato in camera.

"Ragazze è stato un piacere, noi andiamo."

Disse la bruna al posto di Sarah.

"Posso venire con voi?"

Sofia aveva guardato la scena da lontano per poi avvicinarsi alle amiche quando ormai erano sul punto di andare, Marisol guardò Sarah, la quale annuì solamente, così le tre ragazze si avviarono in silenzio verso la camera di quest'ultime.

Un'onda che poi si ritraeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora