13 - Paure

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Camminava sul verde prato della UCLA, era una giornata di sole splendente e la squadra si stava preparando per affrontare la prima partita casalinga. Sarah sentiva forte la pressione, ad assistere al match odierno sarebbero stati presenti la maggior parte degli studenti della scuola, ma soprattutto ci sarebbe stato suo padre.
Doveva fare bene.

Il mister aveva annunciato la formazione, praticamente uguale a quella della prima partita.

"Squadra che vince non si cambia."

Aveva detto infine con il suo solito sorriso contagioso, infondendo carica alle ragazze che sarebbero partite titolari e ricordando a chi sarebbe subentrato dalla panchina che anche il loro contributo sarebbe stato fondamentale.

"Ansia piccoletta?"

Angela si avvicinò a lei ed iniziò a passeggiare al suo fianco. Non avevano ancora indossato il completino ma avevano su la divisa pre-partita. Dei semplici pantaloni grigi ed una maglia nera, occhi cielo copriva i suoi pozzi blu con delle lenti scure, indossate per proteggersi dal forte sole che illuminava la giornata. La testa alta e le mani nelle tasche, trasudava sicurezza, sembrava non esser minimamente tesa. La sua presenza magnetica riuscì a distrarre per un attimo la matricola.

"Un po', Mari mi ha detto che ci saranno praticamente tutti a vedere questa partita."

Angela si guardò intorno, sugli spalti non era ancora presente nessuno se non qualche amico delle sue compagne di squadra, poggiò allora il suo braccio sulle spalle della minore e la attirò a sè, lasciandolo un veloce bacio sulla nuca.

"Tranquilla piccoletta, tu pensa a giocare che in quello sei bravissima, il tifo dei tifosi non ti farà che bene."

Sarah annuì, ancora focalizzata sul tenero bacio che aveva appena ricevuto. Amava queste piccole coccole che le riservava la maggiore e più il tempo passava più ne desiderava.

"Ragazze sono arrivati i completini, dobbiamo cambiarci."

Vennero chiamate da Gaia, la quale aveva osservato la scena da lontano, abbastanza da non farsi notare dalle due, con un ghigno malizioso in volto. Occhi blu avrebbe avuto molto da raccontarle dopo la partita.

Dopo essersi preparate e aver svolto l'allenamento ebbe inizio il tanto atteso match.
Le tribune erano ormai piene, molti ragazzi iniziarono ad intonare vari cori in favore delle ragazze di casa e, proprio come aveva detto Angela, ciò non faceva che gasare maggiormente la matricola. Iniziò a divertirsi, sfoggiando numerosi trucchi che aveva imparato negli anni, giochi di suola, doppi passi e tunnel ai danni della difesa avversaria che era nettamente inferiore rispetto a loro. Nel primo tempo, dopo aver dribblato un'avversaria e aver aperto il gioco per Nathalie, Sarah si inserì al centro dell'area di rigore, un cross teso arrivò proprio da parte della biondina. La matricola non era marcata, così in tranquillità stoppò di petto la sfera e la colpì al volo, infilando la palla in rete, sotto la traversa.

Sarah esplose di gioia, come le sue compagne, che la seguirono ed esultarono insieme a lei sotto la curva. Angela anche la raggiunse, le scompigliò i capelli e le sorrise fiera di lei. Tornarono poi poco dopo negli spogliatoi, il mister fece i complimenti alle sue ragazze, ma voleva di più. Dovevano chiudere la partita e tornare in campo con la stessa cattiveria agonistica del primo.
E così fecero.

Dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo, il portiere avversario respinse in calcio d'angolo un tiro di Marisol.
Sarah si incaricò di raccogliere il pallone e battere l'angolo.
Posizionò la sfera accanto alla bandierina e guardò all'interno dell'area di rigore. Angela era posizionata sul secondo palo, come provato in allenamento, e la matricola cercò proprio lei.
Calciò con precisione e alla maggiore non restò altro da fare se non colpire di testa. La rete si gonfiò nuovamente e altre grida di gioia riempirono lo stadio.

Un'onda che poi si ritraeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora