<Resta con me stanotte.>
Siamo ancora stretti in quell’abbraccio, entrambi intenti ad osservare i nostri nomi incisi sul mondo.
Mi piace pensare che resteranno lì per sempre, che non esisterà pioggia, o neve, o sole in grado di cancellarli.
Sempre lì, al centro del nostro mondo, per ricordarci per sempre di questa notte in cui le nostre anime si sono abbracciate forte.
<D’accordo.>
Non mi concedo neanche il tempo di pensarci, non penso a domani, a cosa potrebbe cambiare una volta che il sole prenderà il posto della luna.
Questa notte è eterna, per adesso, è magica, ed io voglio far brillare ancora le stelle.
Logan scioglie l’abbraccio, e fa scivolare una mano nella mia, incamminandosi verso casa.
In silenzio, ripercorriamo il percorso all’indietro, mentre le nostre mani si stringono appena un po' di più di tanto in tanto.
Prima di rientrare nel garage alzo lo sguardo verso il cielo, e un numero infinito di stelle brillanti mi saluta. Io sorrido, perché so che ricorderò questo momento per sempre, e so anche che le stelle mi torneranno in mente ogni volta.
Ci siamo stati solo noi, per lunghi attimi. Incidendo i nostri nomi su questo mondo, con le stelle testimoni e la luna a benedirci.
Solo noi, tutto il resto caduto in un tacito silenzio.
Ed anche noi restiamo in silenzio, mentre raggiungiamo l’appartamento ormai buio e zitto, come se le parole fossero ora di troppo.
Logan mi guida fino al piano di sopra, ed io suppongo mi stia accompagnando nella mia vecchia camera, e d’improvviso qualcosa mi si annoda nello stomaco.
Non resterà con me? Non mi terrà stretta per tutta la notte?
Ma proprio quando tutte queste domande mi riempiono la mente, e la porta della camera si presenta davanti a noi, lui non si ferma e continua a percorrere il corridoio.
Supera la stanza con la vasca in cui ci siamo persi poco prima, e si ferma davanti una porta poco più avanti.
Quando la apre, una calda luce viene dall’interno, e un vento gentile mi accarezza le guance.
In questa camera, forse l’unica della casa, le finestre sono scorrevoli e affacciano su un piccolo balcone.
Bianche tende di lino svolazzano mosse dal vento, a causa della finestra lasciata aperta.
Il vento inonda la stanza del profumo della notte, e proprio al centro delle tre ampie vetrate, la luna brilla e illumina le pareti grigio chiaro.
Di fronte alla luna, in posizione perfetta per osservarla, è posizionato un grande letto a baldacchino. Le travi in legno sono spoglie, senza nessuna tenda, fatta eccezione per un lato.
Sulla trave sopra i piedi del letto, infatti, è stato posto un acchiappasogni.
È formato da due cerchi, uno più grande sopra, ed un altro più piccolo sotto. Più in basso, pendono fili ricoperti di piume e perline.
Le piume ricordano paradossalmente il colore dei miei capelli, e le perline producono un rilassante suono basso quando vengono mosse dal vento.
Lascio andare la mano di Logan, e mi avvicino all’oggetto per osservarlo meglio.
Sotto la luce della luna le sue piume si colorano, ricordando l’arancione di un tramonto, e la bellezza dei fili intrecciati all’interno dei cerchi mi toglie il fiato.
Passo le dita tra le morbide piume, che in risposta mi solleticano come a volermi salutare.
Logan mi si avvicina senza produrre il minimo rumore, e mi cinge la vita con un braccio.
<Ti piace?>
Mi sussurra all’orecchio, provocandomi un brivido lungo la schiena.
<È meraviglioso.>
Continuo ad accarezzare le piume, mentre lui inizia a disegnare piccoli cerchi sulla mia pancia.
<Riesce ad allontanare i tuoi incubi?>
Mi posa un piccolo bacio tra il collo e la spalla, e mi abbraccia anche con l’altro braccio.
<Questa notte si.>
Un piccolo sorriso mi incurva le labbra, perché credo di capire cosa intende dire.
Sarà così anche per me, di sicuro, non c’è spazio per gli incubi stanotte.
Abbandono le piume dell’acchiappasogni e mi volto verso di lui, giungendo le mani dietro il suo collo.
<Questa è la tua camera?>
<Proprio così.>
Mi fa sorridere l’essere qui, è come se mi avesse appena aperto una porta verso la parte più intima di lui.
<È vicina alla mia.>
Mi rendo conto, eppure non l’ho mai visto entrare qui durante quei giorni.
<Non ho dormito molto mentre tu eri qui.>
Inclino la testa di lato e fisso gli occhi nei suoi, mentre lui prende a fare su e giù lungo la mia schiena.
<Come mai?>
<Ero distratto.>
La sua mano destra scende di poco, e mi accarezza piano una natica, da sopra la gonna del vestito.
<Da cosa?>
Gli chiedo, avvicinando il viso al suo.
<Da te.>
Con uno strattone preme il mio corpo contro il suo, ed io soffoco un sussulto.
<Sai>
Inizio, intrecciando le dita tra i suoi morbidi capelli neri.
<Non ho dormito molto neanche io, durante quei giorni.>
Le sue labbra si piegano in un sorrisetto perfido, come se conoscesse alla perfezione il gioco a cui sto dando inizio.
<Saresti potuto passare a trovarmi, ci saremmo fatti una chiacchierata.>
Le sue mani risalgono la mia schiena, e quando arrivano alla zip del mio vestito prendono ad abbassarla con una lentezza frustrante.
<Se l’avessi fatto, non ci sarebbe stato tempo per chiacchierare.>
La cerniera trova il punto d’arrivo, e proprio come nel bagno poco prima, il mio abito finisce sul pavimento.
<Possiamo solo dormire, stanotte?>
Le sue mani scendono un’altra volta, ormai a proprio agio sulle curve del mio corpo. Arrivano all’elastico delle mie mutandine di pizzo, e infilandoci dentro due dita, fa cadere per terra anche quelle.
Un’altra volta, sono completamente nuda di fronte a lui.
<Possiamo fare tutto ciò che desideri, asso.>
Ancor prima che riesca a prendere fiato, Logan fa dei piccoli passi in avanti ed io mi ritrovo a camminare all’indietro, finché non mi scontro con il legno del letto.
Cado sulla schiena sul materasso, e le lenzuola bianche mi accolgono abbracciandomi.
Un attimo dopo lui è sopra di me, ed io sono di nuovo alla sua mercé, con indosso soltanto i tacchi a spillo.
Contempla il mio corpo dall’alto, come se lo vedesse per la prima volta, o volesse memorizzarne ogni angolo.
Mi ritrovo a deglutire, mentre lui sorride malefico.
<Mi togli il fiato.>
Sussurra, passandosi la lingua sulle labbra.
<Ti va di baciarmi, Logan?>
In un lampo si abbassa su di me, le sue labbra trovano le mie come se conoscessero alla perfezione il percorso.
<Non chiedermi mai più una cosa del genere.>
La sua lingua si intreccia con la mia, ed io schiudo la bocca per lasciargli prendere tutto ciò che mi appartiene.
Mi sento in estasi in un attimo, come se solo la sua bocca basti a mandare in tilt tutti i miei sensi. E senza neanche accorgermene, come un gesto involontario, il mio bacino si alza dal materasso e va alla ricerca del suo.
Inizio ad ansimare quando lui lascia la mia bocca per scendere sul mio corpo.
Chiude uno dei miei piccoli seni intorno alla sua mano, e inizia a baciare l’altro, giocando con la mia aureola. Più lui gioca, più io perdo il controllo, e dimentico il mondo intorno a noi. Mi dimeno sotto di lui come se non fossi più padrona del mio corpo, e il mio bacino si alza ancora quando lui scende con la bocca fino a raggiungere la parte più nascosta di me.
Scende con una lentezza che mi conduce quasi alla follia, passando la lingua sulla mia pelle bianca illuminata dalla luna.
È quando raggiunge quel punto delicato che perdo del tutto la ragione, alzando ancora i fianchi fino ad andare incontro alla sua bocca.
Stringo le lenzuola immacolate in un pugno, inclinando la testa all’indietro, mentre lui mi assaggia.
Gioca ancora, con la lingua e con i denti, per niente gentile, per niente delicato.
Non ha pietà di me mentre prende e prende, senza sosta, senza darmi il tempo di riprendere fiato.
Mi frantumo in mille pezzi, e lui li prende e li fa suoi, se ne impossessa senza chiedere il permesso.
Nessuna dolcezza mentre assaggia il mio corpo, e mi fa sua in un modo che non avrei mai neanche immaginato.
Questo è il serpente.
Senza scrupoli, senza regole, nessuna dolcezza.
Ruba ogni parte di me, anche quelle più nascoste, le assaggia e le gusta come se le avesse cercate per una vita intera.
Prende e prende, non mi lascia più niente, non si scusa, non si arrende.
E mentre lui mi sottrae ogni parte, io lo lascio fare, e mi drogo con il suo veleno.
Di più, ne voglio sempre di più.
Intreccio le dita tra i suoi capelli, ed alzo le ginocchia verso il mio corpo.
Lo invito a prendere di più, sempre di più, perché il suo morso mi riempie e mi fa percepire le fiamme dell’inferno sul corpo.
Quando abbasso il viso, e lo osservo mentre si nutre del mio essere, soffoco urla di piacere. E quando lui rialza la testa, abbandonando il suo banchetto, mi guarda con occhi accesi di fiamme.
<Zucchero, miele, e un tocco di limone.>
Dice, passandosi la lingua sulle labbra, godendosi il mio sapore.
Il mio petto si alza e si abbassa in maniera frenetica, e lui interrompe il movimento colmando il vuoto tra di noi.
Si posiziona sopra di me, e quando mi guarda negli occhi vedo riflesse le fiamme che invadono anche i miei.
<Adesso devi farmi una promessa, Amanda.>
Poggia una mano sul mio collo, e con una lentezza estenuante la fa scendere, percorrendo tutto il mio corpo.
<Se qualcuno viene a cercarti.>
Continua, mentre con un dito accarezza quella parte di me, ancora con troppa lentezza.
<Se qualcuno ti mette le mani addosso, o ti fa del male in qualsiasi altro modo.>
Gioca ancora con le dita, e a questo punto vorrei mettermi ad urlare.
Questo gioco mi apre definitivamente le porte dell’inferno, e mi conduce alla pazzia più sconsiderata.
<Tu me lo dici.>
Abbassa le labbra sul mio seno, strappandomi un piccolo morso che mi fa mugolare.
<Basta una tua parola.>
Si sposta sull’altro seno e strappa un morso anche lì, questa volta più forte, ed io mi piego sotto di lui.
<Solo una parola, asso.>
Rialza il viso e torna a guardarmi, e per istinto io mi volto di lato, come se così potessi evitare di mostrargli la follia che ormai mi scorre nelle vene.
Ma lui alza la mano libera, e posizionandomi due dita sotto al mento, mi fa tornare a guardarlo.
<Una parola e io do fuoco al mondo intero.>
Mi riempie con due dita, ed io a questo punto urlo.
Urlo e mi dimeno, mentre lui si muove dentro di me e mi mostra come il veleno di un serpente può provocarti il piacere più sconfinato.
Un piacere proibito, un piacere pazzo e senza limiti.
<Allora, me lo prometti?>
Mi guarda famelico, mentre io getto nuovamente la testa all’indietro.
<Si.>
Urlo, graffiandogli la schiena.
<Si, te lo prometto.>
Affonda le dita più in profondità e mi da il colpo di grazia, osservandomi sorridendo mentre il mio corpo raggiunge il suo apice.
Si gode la vista di me che mi frantumo, inerme sotto di lui, prigioniera del suo tocco.
E quando raggiungo la meta, e lui estrae le dita da dentro di me, sono così sottomessa al suo veleno che non riesco a fermarmi.
Gli prendo il viso tra le mani e gli stringo le ginocchia intorno ai fianchi.
Di più, di più, di più.
Ne voglio ancora.
<Ti voglio, Logan.> Sussurro, sulle sue labbra.
In risposta lui mi bacia con più ardore, e la sua lingua prende ancora tutto ciò che è rimasto.
E quando percepisco la presenza di lui tra le mie gambe, il mio bacino si alza un’altra volta e lo reclama.
Abbandona le mie labbra, e per un attimo mi osserva.
Osserva il mio viso, e con ancora gli occhi infiammati di rosso, sorride.
Poi si abbassa appena per posarmi un delicato bacio sulla fronte, nulla a che vedere con quelli sfacciati di prima.
<Non stanotte, asso.>
Si allontana dal mio corpo, ed io quasi mi metto ad urlare per ciò che mi sta negando.
<Perché?>
Chiedo, ritrovando la voce.
Si abbassa lungo il mio corpo, accarezzandolo con i palmi delle mani.
Ma non c’è più neanche l’ombra del piacere che ha colmato i suoi occhi fino ad adesso.
Si abbassa fino a raggiungere i miei piedi, e con gesti veloci e sicuri, mi sfila le scarpe.
Si ferma in piedi in fondo al letto, mentre io sono ancora distesa e completamente nuda.
<Perché questa notte è troppo pura per essere rovinata.>
Mi dice, girando intorno al letto e venendo a sdraiarsi accanto a me.
Come se io fossi una bambola inanimata, mi fa girare su un fianco e si posiziona dietro di me, imprigionandomi in un abbraccio.
Si susseguono istanti di silenzio, in cui fisso la stanza davanti a me, le ombre delle tende mosse dal vento che danzano sul pavimento.
Ad un certo punto lo sento muoversi alle mie spalle, e il suo respiro caldo mi solletica il collo.
<La prossima volta che entrerò dentro di te, non sarò per nulla delicato.>
Mi sussurra all’orecchio, e il mio corpo si riempie di brividi.
<Finirai per dimenticare il tuo nome, e urlerai il mio così forte che tutta Las Vegas saprà che ora mi appartieni.>
Deglutisco, mentre lui mi mordicchia il lobo, inconsapevole di ciò che sta scatenando dentro di me.
<Come ho detto, questa notte è troppo pura per essere rovinata con un peccato del genere.>
Si allontana dal mio orecchio e lo sento poggiare la testa sul cuscino, stringendo più forte il mio corpo nudo.
<Adesso dormi.>
Mi ordina, ed io, esausta e appagata, mi abbandono alle braccia di Morfeo, con ancora il corpo in balìa delle fiamme.
Andando incontro a sogni brillanti di stelle.
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Bluff
RomanceLa vita a volte somiglia ad una partita di poker, e Amanda lo sa bene. Per questo motivo ogni giorno mette in pratica gli insegnamenti di Ethan, il suo primo amore. Ethan le ha insegnato tutto sul poker, regole e trucchi, e Amanda custodisce le su...