Casa nostra, solo nostra.

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Mi svegliai, indossai la mia camicia blu e i classici pantaloni strappati.
Andai di fronte allo specchio,  pensando di pettinarmi i capelli biondi ed iniziai a farlo con la mano ma lasciai stare cambiando subito idea.
-Nah, li lascio così... tanto sono troppo bello anche spettinato- commentai vanitoso spettinandoli nuovamente.
-Tom, sto uscendo...- urlai.
Lui non mi rispose, era impegnato con la ragazza.

Entrai in macchina, mi misi al volante ma Jack mi fermò.
-Mi serve la tua macchina, dimmi dove devi andare e ti porto-
-Okay, Jack- risposi, Jack a volte dormiva da noi un po' come Georg e Gustav.
Eravamo cinque fratelli.
Scesi e mi misi nei sedili di dietro.
-Ecco, siamo arrivati- disse lui.
-Grazie. Cerca di non rovinarla o ti uccido- dissi sorridendo minacciandolo.
Lui annuì ridendo e se ne andò guidando la mia bella e pulita macchina
Ero in grado di ammazzare per le mie proprietà.

Bussai, mi aprì Lety, l'abbracciai e le diedi un bacio nella guancia.
-Ciao, cognato- mi salutò scherzando.
-Ciao, futura mamma- risposi in tono scherzoso dandole un altro bacio per poi ridacchiare.
-Shh... mia sorella sta giocando con Vale, vieni entra- mi fece entrare ed andammo in sala giochi.

Mary era seduta sulla poltroncina, indossava dei pantaloncini larghi e una cannoniera molto corta.
-Fottiti bello!- urlava lei riempiendo di colpi il fratello, nel videogioco.
Mi avvicinai e mi misi dietro di lei iniziando a baciarle il collo.
Lei appoggiò delicatamente il joystick a terra e si zittì.
Sorridi ed aspettai la sua reazione.
-Dio! Ciao, Bill- sussurrò dopo che le feci venire i brividi a causa dei piercing.
-Ciao, piccola, tutto bene?- chiesi abbracciandola.
-Tutto bene ora che sei qui, tu?- mi abbracciò dandomi dei baci.
-Bene- sorrisi.
Si mise sulle mie gambe e riprese il joystick.
-Comoda!?- chiesi e lei annuì ridendo.


Mi squillò il telefono mentre lei continuava il picchiatutto.
-Hey?- chiesi guardando lo schermo.
-Bill... abbiamo le prove fra mezz'ora, dove cazzo sei?-
-Cosa? Ma cazzo, potevi dirmelo prima Georg...-
-No, scusa... scherzavo, abbiamo giornata libera- rise.
Mi toccai la fronte sentendo Gustav e le loro rispettive ragazze ridere.
-Non fa ridere, lo sai?-
-Cosa è successo?- chiese la piccola sopra di me.
-Georg mi ha fatto uno scherzo- dissi chiudendo la chiamata e facendo roteare gli occhi.

-Cosa facciamo? Si esce tutti assieme? Senza scherzi...- chiese lei riferendosi al giorno prima.
-Okay. Lety ti va di venire? Vale? Dany?- ridacchiai.
Loro due annuirono ma Daniele non c'era nella stanza.
-Dov'è Daniele?- chiesi.
-È a fare la spesa con Melody e Serena- rispose Lety.
-Glielo hai già detto?- chiesi a bassa voce.
-SNO, non ancora...- rispose lei.
-E cosa aspetti?- chiesi.
-Dai, andiamo!- Mary sorrideva sempre.
Aveva un sorriso così meraviglioso che non feci in tempo a trattenermi, la baciai.

Tornammo alla festa del paese.
Tra bancarelle e giochi ci divertimmo tanto, tutti quanti, accompagnammo Lety e Vale a casa di Steve, prendemmo una borsa con dei vestiti per Mary poiché lei dovesse passare la notte con me.
Infatti, dormimmo assieme a casa mia.
La mattina dopo la portai a fare shopping, tanto dovevo comprare roba anche a me.
Mi piaceva avere vestiti nuovi e un po' esibizionisti.

Tornammo a casa dopo aver speso tanto soldi, così tanti che la mia macchina fosse piena di buste.
A pranzo tornammo a casa, Tom, Georg, Ria, Sarah, Gustav e Alex erano a casa di Georg per guardare un film.
Così restammo soli.
I giorni passarono così, tra uscite, risate, le prove, shopping, spiaggia ed altre cose.

Mary.
Guardai il giorno e l'orario.
"Il 27 giugno, ore 17;36"
Ho dormito troppo.
Mi alzai dal divano di casa dei gemelli.
-Amore, la casa è praticamente nostra... sono riuscita a comprarla, è a pochi metri da casa di tuo zio e dal nostro studio- disse il mio ragazzo meraviglioso, ormai io vivevo con lui.
Le cose erano cambiate un pochino.
Dany aveva saputo del bambino ed ora in Lety si iniziava a notare il cambiamento, Vale e Denise stavano sempre meglio e vivevano insieme a casa di zio Steve.
Tom e Ria erano come sempre, Georg e Sarah, come Gustav e Alex, si erano sposati.
Bill si era stancato di vivere col fratello.
No, non era vero, lui provava un infinito amore fraterno per Tom, ma voleva vivere solo con me.
-Davvero, amore?- dissi entusiasta, lui annuì sorridendo ed io gli saltai addosso.
-Eh sì, domani traslocheremo, e da dopo domani vivremo là- disse lui.
-Oh mio Dio! Io e te soli- dissi felicissima.
-Nein... io, te e... Pumba- disse ridendo.
- Ma certo anche il cucciolone di Pumba- dissi ridendo.
Il cucciolo mi saltò addosso e mi leccò.
-Piano, Pumba... fai il bravo- lo sgridò Bill.
-Stiamo solo giocando! Vero, Pumba?- dissi con tono scherzoso.

Era il giorno del trasloco.
Uscii in balcone e mi accesi una sigaretta.
-Amore, prepara le valigie e le cose...-disse lui.
-Arrivo- spensi la sigaretta e rientrai dentro a preparare le valigie, le scatole e le borse.
Dopo due ore, mettemmo le ultime cose in macchina e partimmo.
La casa era bellissima, aveva tre piani, era spaziosa ed aveva un bel giardino con tanti fiori.
Con il telecomandino, Bill aprì il garage, un enorme garage, c'era anche la moto che aveva regalato mio zio a Vale.
La casa da dentro era fantastica, era enorme, al primo piano tutto era colorato: la cucina era dipinta di arancione, il bagno di verde acqua, lo studio celeste e il soggiorno giallo pallido.
Al secondo c'era un altro bagno, enorme, una sala da pranzo, due stanze per gli ospiti ed una dispensa.
Al terzo c'erano quattro stanze, più altre due che facevano da armadio ed una da sala giochi.
Iniziammo a mettere i vestiti dentro la stanza armadio viola ed a arredare la stanza mia e di Bill, poi iniziamo a riempire la stanza giochi e lo studio.
Il pomeriggio andammo alla ricerca di cibo, dovevano riempire i mobili della cucina.
La sera tornammo a dormire nella "casa di Tom", poi il giorno dopo tornammo a casa nostra per mettere armadi, poltrone, materassi e altre cose per le stanze vuote, avevamo comprato di tutto nel mese di maggio.


Era tutto perfetto.
Luis, non esisteva, non mi cercava più, non avevo più visioni su di lui, ma su me e Bill, su Lety e il bambino e su altri due bambini, due gemelli bellissimi, probabilmente gli stessi che sognai parecchio tempo prima.

La notte in quella casa non fu tanto tranquilla, tra rumori sospetti, luci che si accendevano e spegnevano da sole, il vento, le ombre e il temporale.
Diciamo che non riuscii a dormire serena, poiché ciò rendeva tutto molto spettrale.
-Tranquilla, piccola. Non aver paura- diceva Bill, abbracciandomi ed ascoltando il mio cuore con la sua mano.
-Bill, se tu sei con me, io non ho più paura- sussurrai mentendo in parte.
-Brava, perché io starò sempre con te, affinché tu non abbia più paura- disse accarezzandomi i capelli.
-Buonanotte, amore mio- dissi.
-Buonanotte, amore mio- disse.

~Mary.

Tokio hotel~NakamaWhere stories live. Discover now