Capitolo 17

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Passò presto una settimana e la mamma fu costretta a riprendere a lavorare. Il suo capo aveva bisogno di lei.
La seguii fino alla porta, dove trascinò il suo trolley, che aveva riempito in fretta e furia.
-Stavolta resterò via per poco, Jen. Sei una ragazza in gamba e indipendente, te la caverai benissimo anche adesso- sorrise prima di salutarmi con un bacio, poi entrò in macchina e se ne andò.
Ero di nuovo sola, adesso. Me la sarei cavata, era vero, ma con Jake? Come avrei reagito?
A scuola, Rose non si faceva viva dal giovedì. Avevo provato a telefonarle almeno dieci volte, ma non avevo mai ricevuto risposta.
Né mi aveva mai richiamata.
Sospirai, persa nei miei pensieri, mentre riponevo un libro nell'armadietto. Sovrappensiero, chiusi lo sportello e quasi urlai per lo spavento, non appena Rose mi comparve davanti. Aveva uno sguardo allucinato, mi afferrò per le braccia e mi spinse contro la fila di armadietti. Sbattendo la schiena, provocai un forte rumore metallico, anche se il colpo non era stato poi così forte.
-Rose, ma che hai...- esordii, spaventata dal suo atteggiamento. Ansimava, come se avesse appena corso, mi guardava senza dire nulla.
-Devi...devi aiutarmi, Jen- sussurrò lei, ritrovando finalmente la forza di parlare.
-Che succede?- chiesi, allarmandomi sempre di più.
-Non lo so, non capisco...mi crederai pazza, ma devi ascoltarmi, devi aiutarmi...
-Rose,- la chiamai -cerca di calmarti, adesso. Fai un bel respiro.
-Spiegami tutto con tranquillità. Lentamente. Ti ascolto- continuai, dopo che lei ebbe fatto ciò che le avevo detto e si fu apparentemente calmata.
-Non so come dirlo, perché so che non mi crederai- disse con un filo di voce.
Poi prese un bel respiro, abbassò lo sguardo. E, quando lo rialzò su di me, il cuore mi balzò in gola. I suoi occhi erano cambiati, adesso le iridi erano contornate da un violetto così chiaro che poteva essere benissimo scambiato con il bianco.
Nascose subito il viso, disperandosi e iniziando a blaterare cose senza senso. Non la ascoltai neppure, poiché ero troppo impegnata a riprendermi da quel piccolo shock.
-Rose tu...sei...
-Una Guardiana della Luna- concluse lei, poi aggiunse -ma non ne sono poi così sicura.
Restai allibita. -Come fai a saperlo?- sussurrai.
Lei sbattè le palpebre, poi mi fissò.
-Non sei per niente sorpresa, o spaventata, come credevo. Perché?
Esitai, poi fu una cosa naturale: le mostrai le mie iridi divenute di un viola innaturale.
-Perché anche io lo sono- dissi.
Nel profondo di me, sapevo che i miei occhi erano mutati per rivelare ciò che ero, la mia vera natura.
Avvertivo una sorta di strano bruciore in fondo agli occhi, ma non era fastidioso, anzi, dopo qualche istante divenne un calore che si espanse per tutto il corpo, facendomi sentire come se fossi a mio agio.
Rose sgranò gli occhi, poi controllò con una rapida occhiata che non ci fosse nessuno nei paraggi.
Dopodiché, senza perdere tempo, mi prese per un braccio e mi trascinò nel bagno più vicino.
-Come sarebbe a dire che lo sei anche tu? E non me lo hai detto?- si finse offesa.
-Beh...non ho ancora il pieno controllo dei miei...poteri- alzai le spalle.
-Già...-sussurrò lei -io...-esordì.
-Ho trovato un libro a casa di mia nonna, ieri sera- continuò.
-Che libro?- chiesi, incuriosita.
-Un libro su di noi.
-Su di noi?- esclamai -intendi...su ciò che siamo?
Annuì. -Devo vederlo- dissi -lo hai con te?
-No- scosse la testa -vediamoci dopo la scuola, nel parcheggio. Verrai a casa mia.
Come deciso, appena finite le lezioni, mi affrettai verso l'uscita, dove trovai Rose, che, con fare furtivo, mi fece cenno di salire in macchina.
Dovenni trattenere una risata, provocata dal suo atteggiamento simile ad un agente 007.
-Mia nonna è da una sua amica, questo pomeriggio- disse Rose venti minuti dopo, mentre parcheggiava sul vialetto di una villetta in legno deliziosa.
-Perciò abbiamo la casa libera e tutto il tempo a disposizione per ottenere delle risposte, almeno credo.
-Hai già letto questo libro?- le chiesi, una volta entrate in casa.
Rose mi guidò fino alla sua stanza.
Scosse la testa. -No. Era nascosto in un angolo, ecco proprio qui, dietro la parete- indicò un punto sul muro semi-nascosto dall'armadio.
-Perché non l'hai ancora letto?- domandai, incuriosita e sorpresa che non l'avesse fatto.
-Beh, ecco...credevo fosse uno di quegli stupidi libri esoterici, magari- rispose in imbarazzo, -ho sempre odiato questo genere di cose, per questo che l'ho rimesso subito al suo posto. Ma ora, riflettendoci e dopo che anche tu hai...ehm...il mio stesso problema, ho cambiato idea, anche se sono parecchio confusa e sconvolta.
Annuii, comprendendo il suo punto di vista. Recuperò il libro e me lo fece vedere.
Aveva un aspetto antico, a giudicare dall'improvvisata copertina in pelle, legata da lacci per tenerla ferma, ad avvolgere le pagine ingiallite dal tempo.
Non era molto grande, aveva pressapoco la forma di un diario o di un taccuino. Ma ciò che catturò di più la mia attenzione, fu il titolo che esso portava: "Moon Guardians ".
-Ha l'aspetto di un diario- osservai, ignorando il brivido di eccitazione che mi percorse la schiena.
-Infatti- Rose annuì, -ma sembra anche essere antico.
-Forse è stato tramandato di generazione in generazione- suggerii io.
-Perché mai dovrebbe averlo la mia famiglia?
-Non ne ho idea- alzai lo sguardo sulla mia amica -non ci resta che aprirlo e scoprire ogni cosa leggendo, no?
Sciolsi il nodo fatto dai lacci della copertina, dopodiché, con il cuore in gola, aprii il piccolo diario.
La luce nei miei occhi scomparve insieme alla mia speranza non appena, esaminando le pagine una per una, non scoprii che erano bianche. Vuote. Prive di qualsiasi scritta, simbolo o disegno.
Nulla.
-Rose- dissi -qui non c'è niente. Insomma, le pagine sono vuote.
-Che vuoi dire?- si fece più vicina a me, afferrando il diario ed iniziando a sfogliare freneticamente le pagine.
-Guarda tu stessa.
-Cosa? Che scherzo è questo?- urlò, in preda ad una rabbia disperata.
-A cosa ci serve un diario con un titolo simile sopra, se le pagine sono bianche!- esclamò, iniziando a scuotere violentemente il libricino in un gesto di nervosismo.
Qualcosa di bianco cadde a terra, sul pavimento.
-Aspetta. Cos'è quello?- lo presi.
Era un fogliettino ripiegato accuratamente, sul quale si intravedevano delle scritte.
-È un biglietto- esclamai ritrovando la speranza, iniziando a dispiegarlo.
-Sì, e magari è vuoto pure quello- borbottò Rose, incrociando le braccia.
-È scritto!- la mia voce trasudava gioia. -Davvero? Che dice?
Lessi l'elegante scrittura.
-Credo sia per te- le porsi il foglio, poi esitai: -è una lettera di tua madre.
Vidi la sorpresa negli occhi sgranati di Rose, che afferrò immediatamente il foglio ed iniziò a leggerlo ad alta voce:
-Cara Rosemary,
se stai leggendo questa lettera, significa che hai trovato il libro, e se hai trovato il libro, allora è giunto il momento che tu sappia cosa sei realmente e a chi appartieni. Mi dispiace di doverti abbandonare così in fretta, ma se la morte verrà a prendermi, è solo per proteggere te, che hai un compito più arduo e importante da portare a termine. Purtroppo non posso spiegarti ogni cosa in una lettera, è per questo motivo che esiste il libro. Lì dentro troverai tutte le risposte, una volta che avrai compiuto i sedici anni e che sarai effettivamente pronta.
Ti voglio bene,
Mamma-.
Rose fece una pausa, in cui prese un bel respiro.
-Che diavolo significa?-sbottò infine, guardandomi.
-Quel libro non è altro che un ammasso di fogli bianchi! E poi...quale sarebbe il compito che dovrei portare a termine? Oh, sono così confusa...
-Aspetta un momento- dissi, pensierosa.
-Cosa?- si levò le mani dalla faccia, interessata.
-Dammi la lettera- allungai una mano e lei me la passò, incerta.
-Tua madre ha scritto che questo diario contiene le risposte. E che avresti potuto leggerlo a sedici anni, quando saresti stata pronta.
Rose annuì, facendo capire che seguiva il mio ragionamento ed esortandomi a continuare.
-Bene- dissi -la magia qui ormai c'entra sicuro, credo. Noi abbiamo iniziato ad avere questa strana specie di "trasformazione", non appena abbiamo compiuto sedici anni, perciò...
-Perciò?- fece eco lei, visibilmente perplessa.
-Perciò prima di qiest'età non avremmo potuto leggere il libro.
-Neanche adesso, mi pare- mi interruppe.
Scossi la testa, alzando una mano. -Non è una coincidenza che ci trasformiamo dopo i sedici anni, quindi...il mio ragionamento è che dovremmo provare a leggerlo nella nostra...ehm...forma reale.
-Ossia? Intendi...la nostra forma eterea?
-Non è una vera e propria forma eterea, ma sì, qualcosa del genere- conclusi.
-Okay...allora...va bene- farfugliò la mia amica. -È strano e incredibilmente fuori dal normale, ma proviamo.
Chiuse gli occhi, rilassando i muscoli tesi e, quando li riaprii stava rivelando la sua vera identità.
-Oh, mio Dio!- esclamò entusiasta -avevi ragione! Caspita, come hai fatto?
Mi chinai sulla prima pagina del diario, su cui stavano lentamente comparendo le parole, scritte in neretto, ma che emettevano una strana luce violacea innaturale.


Moon Guardians- i Guardiani della LunaWhere stories live. Discover now