Capitolo 24

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-Jen.
Una voce calda mi fece sobbalzare.
-Alex- dissi, sorpresa. -Non ti ho più visto in giro- allargai le braccia.
Fece un mezzo sorriso. -Orari diversi, suppongo.
Alzai le spalle. -Già.
-Stavo pensando di farmi perdonare- disse.
Inclinai la testa, portando una mano sulla spallina dello zaino e stringendola.
-Perdonarti?
-Per la festa, sabato scorso. Non ti ho accompagnata e ti sei persa. Stavo pensando di andare da qualche parte insieme, questo fine settimana.
Esitai. -Certo- risposi infine -ci sentiamo, allora.
Annuì, poi se ne andò, i muscoli della mascella tesi. Mi voltai, e scorsi una sagoma scura in fondo al corridoio.
Mi avvicinai a passo svelto, e, quando gli fui di fronte, il coraggio venne meno.
- C-ciao - balbettai. Magnifico. Tra tutte le cose che avrei potuto dire di sbagliato era proprio un "ciao" balbettato.
La linea dura e sottile che erano le sue labbra fino ad un secondo prima divenne un lieve sorriso.
-Ciao, bambina- disse, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Sbuffai, scuotendo la testa, pentendomi di averlo raggiunto.
Feci per andarmene, ma mi fermò.
-Perché parli con quel tipo?- se ne uscì.
Lo guardai, sorpresa.
-Chi, Alex? Lui è un ragazzo carino e...beh, sembra che ci sia dell'interesse reciproco, quindi perché no?- ribattei, alzando le spalle.
-"Interesse reciproco?"- fece uno sbuffo divertito, meritandosi un'occhiata truce da parte mia.
-È solo che non ci passerei molto tempo, fossi in te. Sai, è un consiglio.
-Perché dovrei accettare consigli da te? Non mi sembra poi così tanto male come ragazzo- dissi cominciando ad innervosirmi.
-Può darsi, ma non mi convince.
-Che c'è, sei forse geloso?
Un sorrisetto mi increspò le labbra, convinta di aver avuto la meglio nel nostro piccolo battibecco.
-Perché dovrei?- disse invece ostentando molta naturalezza.
Con disinvoltura, si appoggiò al muro più vicino e assottigliò lo sguardo, come se fosse stato realmente interessato alla mia risposta.
Cercai in tutti i modi di trovare un qualcosa da dire che fosse plausibile, ma non mi veniva in mente niente di niente. Solo il frenetico movimento dei miei neuroni impazziti.
-Non lo so, ma sembra ti importi- balbettai, non capendo il senso delle mie stesse parole.
-Non ho mai detto che mi interessa.
-Sì invece!- esclamai, uscendo dal mio strano torpore. -Hai detto che non...
-Ti ho solo dato un mio consiglio, non mi pare una cosa così eclatante.
Sì, certo. Ce lo vedevo proprio Jake che si dilettava a dispensare consigli ad ogni presente alla St. Patrick High School.
-Jake, potresti venire un attimo?- disse qualcuno alle mie spalle. Mi voltai, desiderosa di attribuire a quella voce un viso. Restai di sasso. Nancy era di fronte a me, in tutta la sua bellezza. Si scostò i capelli con un gesto che sarebbe dovuto sembrare naturale, poi si aprì in un sorrisino non appena si accorse della mia presenza.
-Oh, anche tu qui. Ciao, Jessica. Scusaci, ma è una cosa urgente- alzò gli occhi su Jake, che ridacchiava.
-Mi chiamo Jennifer, comunque- mormorai.
-Ops! Scusami, non ho una memoria di ferro- si sforzò di ridere.
-Andiamo, Jake?- chiese impaziente.
-Sì...- disse lui. Mi passò davanti, poi si girò brevemente per sussurrarmi:
-Ci si vede, Jessica.
Dopo avermi strizzato l'occhio, si voltò verso Nancy, che lo prese per mano ed entrambi si allontanarono lungo il corridoio. Rimasi a fissare le loro mani strette l'una nell'altra, con un sottile velo di tristezza, rabbia e delusione. Se Jake aveva detto che Nancy non era la sua fidanzata, perché le permetteva di tenergli la mano così?
Sbuffai scuotendo la testa, decidendo di andarmene dal corridoio, per evitare di fare la figura della cretina.
Raggiunsi il mio armadietto, lo aprì e recuperai l'orario da sotto una montagna di libri. Avevo educazione fisica, ma al momento non mi sentivo in vena di fare dieci giri di corsa seguiti da addominali e flessioni.
Perciò mi ritrovai a bivaccare per i corridoi della St. Patrick, senza che incontrassi nessuno.
Uscii nel parcheggio, rimanendovi fino al termine delle lezioni. Cercai trepidante Rose con lo sguardo, ma in quella marea di teste e zaini era un'impresa impossibile.
Scorsi invece la figura alta di Alex e, più dietro, quella di Nancy.
Istintivamente, cercai di avvistare anche Jake, lì accanto a lei, ma di lui non c'era traccia.
Quando tutti gli studenti furono andati via, nel parcheggio rimasero solamente una moto lucida ed una vettura a me fin troppo familiare.
Digitai in fretta il numero di Rose sul telefono, ed aspettai che rispondesse con il cuore in gola. Nessuna risposta.
Mi incamminai di corsa verso l'ingresso della scuola, mentre cercavo disperatamente di mettermi in contatto con la mia amica.
Come ultima chance, in preda alla disperazione, chiamai Jake, che rispose quasi immediatamente.
-Pronto?
-Jake!- urlai attraverso il dispositivo.
-Non mi aspettavo tutta quest'enfasi da parte tua nel sentire la mia voce appena dopo poco tempo.
-Dov'è Rose?- lo aggredii. -Le vostre macchine sono le uniche ad essere rimaste nel parcheggio.
-E allora? Sarà una coincidenza.
Potevo quasi vederlo alzare le spalle.
-Se le fai del male...
-Cosa? Avanti, continua la tua minaccia.
Ammutolii. Non ne avevo realmente idea. Cosa avrei potuto fargli? Insultarlo verbalmente?
-È con te- dissi. -Dove siete?
Imboccai un corridoio e salii le scale.
-In biblioteca, stiamo facendo quattro chiacchiere.
E chiuse la conversazione.
Mi precipitai in biblioteca, trovandoli seduti ad un tavolo con un libro davanti.
-Rose!- esclamai.
Lei mi fece un saluto timido, sembrava sentirsi in colpa per qualcosa.
-Che succede?- chiesi, osservando Jake. Poi il mio sguardo cadde sul libro aperto sul tavolo.
-Rose! Ma quello è il tuo libro!
Lei annuì. -Abbiamo scoperto una...cosa.
-Avete scoperto? Tu e Jake?- ribattei sempre più incredula.
-È un Guardiano delle Tenebre, lo odiavi!
-La tua amica è una Custode, contenta?- sbottò Jake, -lo sospettavo già da tempo, ed ora ne ho la conferma.
-Una...Custode?- balbettai, sedendomi con loro.
-Ho il compito di proteggerti, credo- pigolò Rose con lo sguardo basso -mi dispiace per non avertene parlato prima.
-Quindi dato che lei è la tua Custode, è una palla al piede, e quindi dovrei fare fuori prima lei di te- disse Jake con noncuranza.
-Ma sei impazzito?!- urlai scattando in piedi e sbattendo i palmi delle mani sul tavolo circolare.
-Non puoi uccidere Rose, lei è la mia migliore amica, non lo permetterò!- esclamai infuriata.
-Jennifer- disse Rosemary. -Sta' tranquilla, Jake non lo farà.
-Non ne sarei così sicura, fossi in te e...
-Bambina, perché ti scaldi tanto? Anche io ho una Custode- mi interruppe Jake.
-Cosa?- esclamai, sorpresa. -Chi?
Jake sorrise. -Credo proprio che non ti farà piacere scoprire chi sia.

Moon Guardians- i Guardiani della LunaWhere stories live. Discover now