17 (H) - Il protagonista

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Vi chiedo, per favore, di leggere anche lo "spazio autrice" a fine capitolo. È molto importante 💗
Il capitolo è lunghetto, buona lettura 🙇🏻‍♀️


— Made it out alive, but I think I lost itSaid that I was fine,   said it from the coffinRemember how I died when you started walking?That's my life, that's my life

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— Made it out alive,
but I think I lost it
Said that I was fine,
  said it from the coffin
Remember how I died
when you started walking?
That's my life, that's my life


🪽🍓
H E R M E S

Non trovo il palco del teatro.
Cammino a vuoto, nel buio, senza alcuna fonte di luce a indicarmi la strada.

Non c'è traccia degli attori, ancor meno del pubblico.

Lo spettacolo sta per iniziare, e io non riesco a trovare il maledetto palco. Ho il mio biglietto di ingresso stretto in mano, l'ho pagato. Merito di assistere all'opera teatrale.

Dove diamine mi trovo?

Chiudo il getto d'acqua, dal rubinetto. Osservo il mio riflesso sul grande specchio del bagno. Sono sempre bellissimo, ma la preoccupazione non mi dona.

D'improvviso, mi giungono delle urla. Urla femminili, molto familiari.

Non asciugo il volto e mi precipito fuori. Due agenti della SWAT mi squadrano, poi mi fanno un cenno.

Siamo in ospedale.

L'intero perimetro dell'edificio è circondato dalla SWAT, e ci hanno lasciato l'ottavo piano tutto per noi. È un ospedale fuori dal New Haven, il più vicino alla villa in cui eravamo chiusi.

Pian piano, tutta la famiglia sta arrivando.

E questo è il momento di Teia.

La sua chioma castana ondeggia per aria, mentre avanza per i corridoi e raggiunge gli altri membri, seduti in sala d'attesa. «Dov'è?» strilla, la voce gutturale. «Dov'è mio figlio?»

Ha il viso paonazzo, le lacrime che cadono copiose e il petto che si muove a ritmo irregolare.

Apollo è il primo che le va incontro, con le mani messe avanti, come a evitare qualche colpo. «È in sala operatoria. Non possiamo fare nulla, ora...»

«Come cazzo è successo?» lo interrompe. «Perché non lo avete protetto? Avevate un compito!»

«Non ce lo aspettavamo, Teia» bofonchia Thymos, appoggiato a un muro. Si passa la mano in viso, esausto.

Teia si infila le dita tra le lunghe ciocche di capelli, tirando come se volesse strapparsele via. Avanza fino alle doppie porte che conducono alla sala operatoria, e per un attimo temo che possa davvero fare irruzione lì dentro per andare dal figlio.

«Non è possibile...» mormora, a ripetizione, sempre più forte. «Non posso perdere un figlio. Non posso perdere un...»

La voce si spezza, interrotta da un respiro affannoso. Thymos fa subito due passi, forse per offrirle il suo aiuto.

Game of Lust (Game of Gods Spin-off, #Hermes)Where stories live. Discover now