Il momento di capire .

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L'applauso dei Ribelli sembra esser destinato a durare all'infinito, tant'è carico di orgoglio ed energia. Emoziona anche me, che sorrido come un'ebete e mi lascio abbracciare da Samuel avente la mia stessa identica espressione. Quando il boato si spegne piuttosto rapidamente, porto di nuovo i miei occhi sulla folla. Credo siano almeno un centinaio di persone e non sono esclusi né i bambini o donne dall'aspetto maturo. Ma non è questo che cattura la mia attenzione, no. C'è un uomo che si fa spazio tra la schiera di Ribelli con un tiepido sorriso. Ad ogni suo passo, la fila si spacca letteralmente in due schiere disposte alle estremità, e il vociare diminuisce sino a scemare in un placido silenzio carico di aspettative. Dev'essere lui. Cammina lentamente, spostando il suo corpo alto e nerboruto, con le mani conserte. E' al tempo stesso inquietante e magnetico. I capelli biondo cenere che ricadono all'altezza delle spalle, il volto severo e le guance e il mento ricoperto da una fitta barba chiara. Man mano che si avvicina, mi rendo conto di quanto sia imponente la sua figura e del rispetto che questa impone. Eppure, in quei suoi piccoli occhi azzurri e curiosi, non scorgo brutalità, ma una sottile intelligenza caratterizzata da un animo sensibile e cordiale.

«Bentornati a casa, figli miei» esordisce una voce calda e graffiante.

Allora il boato torna ad infuocare la notte.

L'uomo solleva una mano con delicatezza, e nell'arco di pochi secondi torna ad aleggiare quello stesso silenzio di poco prima. Qualche altro passo in avanti, e l'uomo ormai dista soltanto poche decine di centimetri da Yuri.

«Ricordo quando l'uomo che ora mi è di fronte non era altro che un povero vagabondo ridotto alla fame.» dice ad alta voce, con un sorriso orgoglioso e soddisfatto «Chi avrebbe mai scommesso su uno scricciolo pelle ed ossa come lui?» fa una pausa, e la sua mano enorme si posa sulla spalla del ragazzo «Non la nostra cara Confraternita, che l'avrebbe reso schiavo della vita. Guardatelo!» esclama, voltandosi con un cenno verso gli altri Ribelli «Quello scricciolo è ora un uomo, e quest'uomo ha portato a compimento una missione impossibile. Ribelli, oggi è stato fatto un altro passo avanti verso la vittoria!»

Mi rendo conto di applaudire solo quando i palmi delle mani si scaldano sino a farmi male.

Tornato il silenzio, l'uomo riprende «voi tutti siete il nostro più grande orgoglio. Non importa chi eravate, non importa qual è la storia che nascondete, né quale sarebbe stato il vostro destino. Ora siete a casa, e questa notte voglio che i festeggiamenti siano infiniti! Voglio che beviate, voglio che balliate, voglio che urliate per la vittoria che i Ribelli hanno conquistato.» poi l'uomo tace, puntando gli occhi azzurri sul mio viso «Ma soprattutto, voglio che tutti voi siate pronti ad accogliere queste piccole anime finalmente libere!»

Gli occhi scavano ancora nei miei con un sottile scintillio «Subterranei, benvenuti nei Ribelli».

Non credo di aver ancora riacquistato del tutto la mia lucidità. I miei passi non sembrano affatto passi, e l'erba scura sotto i miei piedi pare frutto di un sogno lontano. I suoni s'insinuano nella testa ovattata e sembrano schizzare da una parete cranica all'altra. Confusa. Disorientata. Frastornata.

«Andiamo,» mi dice Karma con quel suo sorriso cordiale «voglio farti fare un giro del Fienile».

Ci metto un po' a focalizzarmi sulle sue parole «Fienile?»

Lei si volta verso di me piuttosto divertita «già, sarebbe il posto in cui dormiamo. Come i dormitori della città Subterranea, per farla breve».

Aggrotto le sopracciglia «cosa cavolo è un fienile?»

Davanti ai nostri occhi si para una lunga struttura in legno con il tetto bordeux. E' piuttosto malconcia, a dirla tutta, e sembra che chi abbia deciso di costruirla non si sia messo a badare troppo ai dettagli, ma ha un'aria piuttosto accogliente. Karma m'invita ad entrare con un cenno della mano, e mi segue a sua volta. Dalla grossa fessura rettangolare nel legno entra l'ultimo sprazzo di luce del crepuscolo. Piccole lampade ad olio sono appese sulle travi all'interno del capanno, ed attraverso il bagliore che emanano, riesco ad avere una visione piuttosto ampia di come sia adornato il posto. La prima cosa che noto e che salta all'occhio, è il fatto che la struttura sia divisa in due parti. Dal tetto, esattamente al centro, ricade un enorme telo verde inamidato che percorre l'intera lunghezza dell'edificio. Nel bel mezzo di questo sembra esserci una piccola porta di tessuto chiusa solamente da una zip.

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