Un nuovo incarico .

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Il mattino seguente, il sole brilla alto nel cielo ed i suoi raggi prendono forza e calore minuto dopo minuto. Vengo svegliata da un fascio di luce gialla che si abbatte proprio sul mio viso e, non appena apro gli occhi, vengo accecata da quell'esplosione di luminosità che non mi da modo di svegliarmi. Mi porto una mano sul viso, mi stiracchio sbadigliando, e colpisco un corpo alla mia sinistra. Mi volto : è Kiran. Il suo petto nudo risplende sotto i raggi solari e si solleva con regolarità, vista l'espressione serena che lo accompagna nel sonno. Mi sollevo a malincuore ; il vestito ancora umido che lentamente riprende la propria forma e si scolla dal mio corpo. L'erba sotto i piedi è fresca, ed è ancora più fresca con l'avvicinarmi alla sponda del lago. Fisso la superficie cristallina per qualche secondo, giusto il tempo di realizzare che si tratta dello stesso specchio d'acqua della sera precedente e che tutto quel che ricordo è reale. Con un sorriso, mi sciacquo la faccia e spalanco le palpebre per abituarmi al sole. Torno da Kiran, ma lui dorme ancora come un sasso a pancia in su, ed il suo viso appare più giovane e rilassato di quanto non l'abbia mai visto. Mi chino su di lui e lo scuoto delicatamente per una spalla. Gli lascio un bacio all'angolo della bocca e sorrido, spostandogli i capelli dal viso.

«E' giorno, dormiglione» sussurro ancora china sul suo corpo.

Mugola qualcosa e si volta dall'altra parte. Scoppio a ridere, e allora solleva le palpebre ed i suoi occhi verdi brillano dal sonno.

«Buongiorno. Non immaginavo che un Ribelle come te avesse un sonno così pesante».

Solleva il busto a fatica «da quanto si è fatto giorno?» chiede ancora disorientato.

Faccio spallucce «non ne ho idea. Il sole sembra piuttosto caldo».

«Merda» borbotta lui, mettendosi in piedi «saranno già tutti all'assemblea».

«Di quale assemblea parli?»

«Di quella in cui Hira vi da ufficialmente il benvenuto tra i Ribelli e vi assegna le vostre nuove mansioni».

Non faccio nemmeno in tempo a replicare, che il ragazzo mi prende per mano e comincia a correre. L'intrico di rami e tronchi non è un problema. L'adrenalina pare aver riattivato a pieno i miei sensi, così corro rapidamente e salto qualunque ostacolo mi si pari davanti. Superiamo la foresta piuttosto in fretta e, quando raggiungiamo il campo, le uniche persone in giro a quell'ora, siamo noi. Il fuoco del falò è ormai spento, mentre dalla cenere si leva un sottile rivolo di fumo grigio quasi impercettibile. Kiran continua a correre con foga, senza rendersi conto di essere ancora a petto nudo. Rallento, trascinandolo con me.

«Dobbiamo sbrigarci, Ethel!» mi rimprovera lui.

Scuoto la testa, facendo un cenno verso la pelle scoperta «e dove vorresti andare in quelle condizioni? Non ho per niente voglia di beccarmi delle occhiatacce dagli altri o di essere la protagonista dei loro pettegolezzi».

«Ah, già. Fa così caldo che dimenticavo la camicia!»

Dopo essermi sfilata l'indumento di dosso, ed aver lasciato a Kiran il tempo di rivestirsi, torniamo a correre in direzione di un imponente edifico interamente di legno. Ha la forma di un grosso cerchio, ed il tetto è composto semplicemente da un enorme telo inamidato, bloccato con numerosi pezzi di legno. Ma pare solido, ed ha le giuste dimensioni per ospitare l'intera schiera di Ribelli. Dev'essere lì che si tengono le assemblee. Tiro quasi un sospiro di sollievo, una volta raggiunta l'entrata, ma a quanto pare non è finita qui : un ingorgo di persone ci blocca il passaggio e Kiran impreca, dopo avermi lasciato la mano.

«Fate passare, dannazione!» sbotta, spintonando i Ribelli con irruenza.

Ci becchiamo diverse occhiatacce, poi riusciamo a farci strada sino ad arrivare sotto un piccolo palco di legno lucido e ben intagliato. Su quest'ultimo, ovviamente, vi è Hira. Quando mi volto, Kiran non c'è più. Prendo a cercarlo con lo sguardo e lo ritrovo qualche decina di metri più in là, in prima fila, al fianco di Yuri e degli altri. Karma sposta la testa per intercettarmi, ma io torno a guardare di fronte a me, prima che riesca a scorgermi. Due file più avanti, vedo la testa dei miei amici Subterranei che ascoltano attentamente le parole dell'uomo. Cerco di concentrarmi su di loro, anche se mi resta difficile capire persino dove mi trovi.

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