Capitolo 42.

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| Christian | tre giorni dopo.

Sono le 19:00, sono davanti all'ufficio di Ana. Non vedo l'ora che esca, mi è mancata così tanto oggi. Prima che possa accorgermene entra in auto e prima che parli l'afferro per la base del collo e la bacio. Le nostre lingue si intrecciano, mi tira leggermente in capelli e allungo un braccio per chiudere lo sportello dal suo lato. Le stringo la vita e lei ansima con una gambe intrecciata alle mie. Preme il suo corpo contro il mio. Il sangue mi pompa in una base localizzata del mio corpo e Ana se ne accorge.
<< Mmh, sei contento di vedermi, eh? >> mormora al mio orecchio portando una mano sul mio inguine. Le afferro il polso e i nostri occhi si incrociano. Oh, i suoi occhi. Ho sempre pensato che i suoi occhi potessero leggermi dentro, mi fanno sentire così esposto. Le lascio il polso e lei ridacchia.

<< A casa. >> l'avverto. Lei alza gli occhi al cielo e si rimette al suo posto.

<< Oh, ma sei stato tu a cominciare! >> ribatte.

<< Si, e ho intenzione di finire a casa nostra. >> dico. Lei alza nuovamente gli occhi al cielo. Ci sta prendendo gusto.

<< oh, dimenticavo! Domani festeggiamo la mia prima settimana di lavoro! I miei colleghi vogliono festeggiare in un bar. >> dice. Ma che cazzo?

<< I tuoi colleghi? >> chiedo a denti stretti.

<< Già. >>

<< Perché, invece, non festeggiano solo noi due? >> chiedo accarezzandole un ginocchio. Lei scaccia via la mia mano.

<< Prima cosa, come hai detto tu, ho intenzione di finire a casa. - dice con un sorrisetto malizioso - seconda cosa, sono i miei colleghi, e voglio mantenere buoni rapporti con loro. >> dice.

<< Preferirei che tu mantenessi buoni rapporti con me. >> dico accarezzandole una guancia.

<< Non vorrai seriamente discutere di questo? >> chiede.

<< Ana, no, non voglio. Ma puoi festeggiare con loro un'altra volta. Per favore. >> dico. Scuote leggermente la testa. Oh oh. Comincia ad irritarsi..

<< Christian... Dico davvero, per favore. Potresti venire con noi.. >> dice.

<< No, non esiste. Passerai quella giornata con me, argomento chiuso. >>

<< Non è una cosa così importante! >> sbotta lei.

<< Motivo in più per non farne un affare di stato! >> dico io.

<< Oh, ma per favore! >> mormora e si morde il labbro.

<< Calmati.. >> sussurro accarezzandole un ginocchio. Si gira verso di me, e continua a mordersi il labbro.

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Entriamo in ascensore, premo il bottone per arrivare al mio appartamento e lei si appoggia alla parete.

<< Sul serio, smettila! >> dico. Siamo l'uno di fronte all'altra. Lei alza gli occhi e incrocia le braccia.

<< Mi fai incazzare! >> dice con la massima calma e si morde il labbro. Cazzo.

<< E tu mi fai impazzire. >> dico avventandomi su di lei. La bacio quasi con violenza. La voglio. La voglio così tanto. Lei mi morde il labbro inferiore e io ansimo contro la sua bocca. È come se fossimo in una bolla, una nostra bolla dove niente e nessuno può entrare o può disturbarci.

Ana & Christian • Il mio primo amore.Where stories live. Discover now