That's Amore

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Prendere in giro Preston, per uno come Derek, era qualcosa di fenomenale. Burke non se la prendeva mai se l'altro lo rimproverava bonariamente o se solo prova a fargli una qualche battuta spinta, anche perché quel teatrino lo riservavano a Meredith, prima che gli specializzandi della Bailey entrassero in quella stanza a disturbare la loro quiete.
«Io, comunque, ancora non mi capacito di come faccia lei a stare con te» aveva detto Derek in un sospiro stanco, accasciandosi sulla poltrona nella stanza di Meredith.
«Nemmeno lei lo sa, credo» aveva ridacchiato Preston e anche Meredith, ascoltandoli, si era messa a ridere.
«Tra qualche giorno torni in corsia, Grey» aveva annunciato la Bailey entrando nella stanza con, al suo seguito, la mandria di specializzandi addormentati.
«Toglietemi una curiosità» aveva detto la donna voltandosi verso i due medici stravaccati sulle poltrone nella stanza di Meredith, «Perché state sempre qui, voi?» aveva chiesto loro Miranda e i due medici si erano guardati un attimo negli occhi in cerca di qualcosa da dire.
«Be', si sa, per i colleghi, questo ed altro, no?» aveva biascicato Burke, al contrario di Derek che, guardando leggermente la Bailey negli occhi, si era dileguato in un istante.
Meredith avrebbe voluto evitare, ma, irrimediabilmente, guardando Preston negli occhi, si era messa a ridacchiare con lui.
«Se ti danno fastidio dillo, Grey, che li faccio rigare dritto» aveva affermato la donna con convinzione guardando Preston in modo negativo e, così, l'uomo se ne era andato.
«Non si preoccupi, dottoressa Bailey, saprei come mandarli via, se mi dessero fastidio» aveva affermato la ragazza in un sorriso e la donna non aveva più trattato l'argomento.
Sapeva che Derek era tra i suoi preferiti, rappresentava qualcosa di speciale per lei, però, pensava, fosse un rapporto costruito solamente durante la loro breve sosta a Berlino, non aveva pensato, nemmeno per un momento che potesse esserci qualcosa tra loro.
Nel momento in cui, anche Burke, aveva preso la via della porta, Miranda le si era avvicinata e aveva cominciato a visitarla.
«Come ti senti?» le avevano chiesto alcuni degli specializzandi, specialmente Cristina e George che, senza dubbio, erano i più preoccupati.
«Bene, grazie» aveva risposto lei con un sorriso rassicurante e, dopo aver effettuato tutti gli esami, Cristina, quella che, tra gli specializzandi era sempre pronta ad accaparrarsi i casi migliori, aveva insistito per rimanere lì con Meredith a farle compagnia e, nel frattempo, a tenerla d'occhio.
Così, le due ragazze, una volta che gli altri si erano messi al lavoro, avevano iniziato a parlare.
«Come va col principe azzurro?» le aveva chiesto la riccia, sfogliando svogliatamente un giornale di medicina che Meredith aveva sul comodino.
«A parte che non ricordo l'ultima volta che l'ho baciato, perché non c'è più stata occasione del genere, va tutto bene» aveva affermato l'altra guardando l'amica, che, in un attimo, aveva prestato la piena attenzione su di lei.
«Cioè, fammi capire» aveva detto lei con voce strozzata per la troppa foga, «Non ti ha più baciata? Nemmeno un bacio a stampo?» aveva chiesto l'amica in un momento di panico.
«Nemmeno un bacio sulla guancia» aveva detto lei con aria mesta, «Il fatto è che, a volte, vedo che ha voglia di baciarmi, ma altre volte penso lo vedo distante, come se non mi considerasse più di tanto» aveva continuato Meredith.
«Fai così, la prossima volta che arriva cerca di indagare sul motivo per cui faccia così, magari c'è una ragione ben più specifica del non mi ama più, non credi?» aveva affermato Cristina con convinzione e Meredith aveva annuito.
Sospettava che si fosse, indubbiamente, preso uno spavento enorme quando l'aveva vista stesa su una barella ad occhi aperti, morta...o quasi.
Il fatto era che quell'uomo aveva avuto troppe delusioni nella sua vita, aveva troppi fantasmi nel suo passato e, tutto ciò, gli era costato una maschera di freddezza -quantomeno apparente- tale da farlo andare avanti nella vita.
«Proverò a chiedergli delucidazioni» aveva detto Meredith in un sussurro e l'amica era scoppiata a ridere così, dal nulla, «Che hai da ridere?» aveva chiesto, quindi l'amica.
«Senti qui, testuali parole, una delle nuove promesse del Seattle Grace potrebbe essere Felicity Reilly, miglior cardiochirurgo dell'Ohio» aveva citato la donna con tono solenne scoppiando nuovamente in una fragorosa risata, «Felicity Reilly, la più patetica studentessa di medicina del mio corso verrà qui, ti rendi conto?» aveva ridacchiato ancora Cristina e Meredith si era limitata ad annuire in silenzio.
«Mi rendo conto, sì» avrebbe voluto dirle, ma si era trattenuta dall'elargire determinare informazioni.
«Che poi, miglior cardiochirurgo è ancora da vedere, Burke è mille volte meglio di lei» aveva affermato la donna con convinzione, «Ed è anche più figo» aveva affermato in un sussurro la riccia e Meredith l'aveva guardata completamente stupita.
Ecco cosa non andava nella sua amica negli ultimi tempi, ecco spiegato il motivo per cui voleva sempre andare in cardiochirurgia o, del perché, continuasse a chiederle notizie su Preston: si era innamorata -anche se, forse, era meglio dire invaghita- di lui.
«Cosa c'entra se è figo o no?» aveva chiesto Meredith guardandola con stupore e l'amica aveva ricambiato il suo sguardo insistente.
«No, no e ancora no!» aveva affermato l'altra con convinzione, sapendo già quello che stava insinuando Meredith.
«E, invece, ti dico che è si, si e ancora si» aveva detto la donna con convinzione con un sorriso beffardo sulla faccia, mentre l'amica continuava a lanciarle occhiate di sfida.
«È bello vedere come le donne si capiscono al volo» entrambe le ragazze si erano girate verso la porta, dalla quale, bello come il sole, era apparso un Derek sorridente.
«Non devi capire, infatti» aveva detto Cristina, completamente rossa in viso, correndo verso la porta.
«Come volete» aveva affermato Derek in un sussurro, facendo roteare gli occhi e si era avvicinato al letto di Meredith.
Cristina le era stata vicina tutta la giornata, era stata così presente tra risa e scherzi che, in quel momento, le mancava leggerete, ma sapeva che, di certo, non si sarebbe liberata così in fretta di lei, soprattutto dopo quello che aveva appena appreso.
«Di che stavate parlando?» aveva chiesto l'uomo facendo una carezza distratta al viso della ragazza.
«Di cose da donne» aveva risposto sbrigativa sotto il suo sguardo furbo, «Derek, che hai?» aveva chiesto la ragazza guardandolo dritto negli occhi e l'uomo si era stupito di quella risposta.
«Che ho?» aveva chiesto lui guardandosi con fare spiritoso dal camice alle scarpe.
«Seriamente, Derek» aveva detto lei con tono che non ammetteva repliche, specie battute poco furbe da parte del suo interlocutore, «Non sei più lo stesso, non mi hai nemmeno più provata a baciare, che ti succede?» aveva chiesto la ragazza con tono procurato.
«Meredith, io...io ho paura» aveva affermato lui abbassando il capo, mettendosi seduto sulla sponda del letto, prendendole le mani nelle sue, «Ho paura che ti possa succedere qualcosa di terribile e io di non riuscire a far nulla per te. Lo dissi, qualche tempo fa, non sono Dio, Meredith e, come tale, non posso prevedere cosa ti potrà accadere. Non voglio che nessuno ti faccia del male, l'unica cosa che vorrei è saperti proteggere come meriti, ma non credo di riuscire. Io...Meredith, io ti amo, ma ho paura. Ho paura perché ti amo e mi sono affezionato come se fossi l'unica cosa bella che mi sia mai capitata nella vita. Ho paura di non riuscire ad essere l'uomo che meriti al tuo fianco, ho paura che, un giorno, tu non mi vorrai più. Ho paura che di darti tutta la mia vita nelle tue mani, ho paura che qualcuno possa tentare di soffocarla, come quel bastardo voleva fare. Io ti amo, Meredith Grey, ma ho una paura folle del futuro» le aveva detto in un sussurro, lasciando che una lacrima sfuggisse al suo controllo.
Meredith era rimasta stupita dalle sue parole, era rimasta stupita dal fatto che lui le avesse aperto il suo cuore, non avrebbe potuto spezzarlo, nemmeno per un momento.
«Ti amo anch'io, Derek» aveva affermato lei in un sussurro e l'uomo l'aveva guardata in modo stupito, aspettando che continuasse il suo discorso, «Ti amo perché non sei Dio, ma vorresti esserlo. Ti amo perché sei tu, Derek Christopher Shepherd con tutti i tuoi -pochi, purtroppo- difetti, ma ti amo. Non morirò, lo prometto, mi impegnerò, quantomeno, a non farlo prima del previsto» aveva continuato lei con un sorriso dolce sulle labbra e, allungando una mano, gli aveva asciugato le lacrime che continuavano a scendere.
«Ora mi baci?» aveva chiesto lei in un sussurro, quando il suo volto si era fatto sempre più vicino a quello di lui.
Derek le aveva sorriso dolcemente e, in un attimo, aveva intrappolato le labbra dolci di Meredith nelle sue, per trasmetterle tutto il suo amore attraverso quel semplice gesto. Ah, l'amore!

Fifty Shades Of Seattle Grace HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora