MI AMI? SI..MA...

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La Torre di Astronomia è alta e meravigliosa, quando il cielo è chiaro e le stelle limpide. Godi della brezza notturna con gli occhi chiusi, mentre l'orlo della veste verde smeraldo si agita attorno alle tue caviglie. Rabbrividisci, e un manto caldo si appoggia sulle tue spalle. Ti volti, sorpresa.

«Albus...» I suoi occhi chiari scintillano come se fossero stelle anche loro, stele luminose incastonate in un volto gentile.

«Non soffro il freddo quanto te, cara» Gli sorridi, grata.

«Il cielo è splendido, certe notti, vero?» Lui fissa il firmamento, cercando di leggervi chissà quali segreti, ma tu non segui il suo sguardo, osservi semplicemente il suo volto. Rabbrividisci ancora, e lui se ne accorge. Ti sorride e ti passa un braccio attorno alle spalle. Subito una vampa di calore ti sale alle guance, e non sai se è per il calore dell'abraccio o per l'abraccio stesso.

«Sì, lo è.»

«Quanta arcana bellezza deve esserci tra quelle stelle, la stessa dell'amore che ha spinto Lily Potter a morire per suo figlio.» Albus ti tiene ancora stretta a sé, mentre parla.

«Dicono che la morte è terribile e orrenda, eppure io vedo solo nobiltà e dignità in quella di Lily Potter come in quella di altre migliaia di persone. Credo che sia perché queste vite si sono spente, ma non senza uno scopo. Lily è morta per suo figlio, e ciò ha reso la sua morte più nobile agli occhi degli altri e meno tremenda ai suoi occhi.»

«Credo sia l'amore che rende meno terribile la morte. Morire per amore è quanto di più nobile esista in questo mondo.»

«E se allora è l'amore a rendere nobile la morte, è sempre l'amore a rendere nobile la vita?»

«Credo di sì, Minerva.»

«Lo credo anch'io.»

«E allora perché non rendiamo nobili anche le nostre vite?» Allontani lo sguardo dal cielo, e lo punti in un altro cielo.

«... Albus?»

«Sono infelice, Minerva, perché non vedo la felicità nei tuoi occhi, e forse, presuntuoso, credo di potertela offrire.» C'è incertezza nel suo sguardo, ma questa insicurezza lo rende ancor più dolce.

«Me la stai già dando con queste parole, Albus. Un giorno dicesti che mi avresti amata... è possibile che tu mi ami ancora, Albus?» Ti sei stretta a lui, appoggiandogli le mani sul petto, vicino alle spalle, e lo fissi con il capo reclinato leggermente all'indietro, abbandonata contro di lui.

«È inutile che tu me lo chieda, perché leggi già la risposta nei miei occhi.» Lacrime di felicità e intensa gioia ti rendono lucidi gli occhi. Lui ti accarezza la guancia con una mano, delicata e impalpabile come nel tuo sogno di tanti decenni fa.

«Albus, ti prego, leggi anche tu nei miei occhi, e dimmi cosa vedi.»

«Vedo che tu mi ami, ma la mia lettura potrebbe essere distorta dalla speranza.»

«Non lo è.» Le lacrime inondano anche i suoi occhi, quando la lunga attesa della sua vita giunge al termine.

«La mia vita non è mai stata nobile come lo è in questo istante, Minerva.»

«Così la mia.» Un dolcissimo bacio suggella le vostre promesse, un sigillo privo di ceralacca e parole, un giuramento eterno, che nemmeno la morte potrà mai spezzare.

Ti svegli, e piangi, perché? Perché era solo un sogno.

LA FENICE E IL GATTO SORIANOWhere stories live. Discover now