Capitolo 25

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"Michael?" Gli rivolsi una risatina falsa. "Vecchio amico, niente di più."

Luke alzò gli occhi al cielo.
"Vieni con me." Mi disse, prendendomi per il braccio ed imbattendosi nella strada per i nostri scogli, lontano da Michael.
Mi sentivo così stupida, ormai avrei dovuto spiegargli tutto. Tutto riguardo me e lui, ma almeno avrei avuto un punto di vista esterno sulla sua personalità da mettere a confronto con la mia.

Luke ed io ci sedemmo sugli scogli appena davanti al mare, e lui mi guardò profondamente.
"Allora, adesso potresti spiegarmelo, per favore?" Mi chiese, mentre si guardava furtivamente intorno, come se avesse paura di essere seguito.

"Luke, so benissimo che tu sei il suo migliore amico, e sai tutto su di lui." Risposi vagamente, guardandomi le unghie smaltate di blu.

Luke annuì. "Sì, sono io. Quindi sai benissimo che ruolo ha avuto mia sorella Jea nella vita di Michael. Parla tu, ora."

Sospirai. Aveva ragione, era giusto che Luke lo sapesse.
"Beh, ho conosciuto Michael quasi tre mesi fa, credo, sugli scogli sotto la piazza. Non era uno dei momenti migliori per me, mi ero appena lasciata con il mio rag- ex ragazzo, Matthew. E abbiamo iniziato a parlare, ci vedevamo sempre sugli scogli, io... A modo mio, gli volevo bene. Fino a quando, tempo fa, ha deciso di rovinare tutto dandomi un bacio. E, voglio dire, poteva anche starmi bene, ne avremmo parlato.... Ma lui mi ha detto di dimenticare tutto ed è andato via. Non ci parliamo più... Da un po'. Ma so praticamente tutto su di lui."

Luke alzò le sopracciglia, tirando fuori una sigaretta dalla tasca.
"Sai anche di me, allora. Sai di Jea, di Nicholas. E ho visto che conosci pure quel cazzone di Ashton." Sputò fuori una piccola nube di fumo.

Gli presi l'accendino dalle mani ed iniziai a giocherellare con la fiamma. Adoravo quel colore, blu gas. Era blu vivo, particolare, non il solito blu del mare o del mio smalto. Era il mio nuovo colore preferito.
"So tutto. Ma Ashton è a posto. Non capisco che abbia di male." Dissi, facendo uscire la fiamma più volte.

"Smettila, o mi scarichi l'accendino," mi disse Luke, riprendendosi l'accendino, "Ashton è un coglione. Mi auguro che tu non abbia mai niente a che fare con lui."

"Vuoi spiegarmi almeno il perché?" Gli domandai, nervosamente.

Guardò il mare e aspirò del fumo. "Sembra così innocente, ma non lo è affatto. Non da quanti cambiamenti ci sono stati in questi anni, lui non lo sa. Perché tutti cambiano, sono cambiato persino io."

Mi ripresi il suo accendino, facendolo saltare da una mano all'altra.
"Tratta così bene Jea. Sembrano una di quelle coppie perfette dei film." Gli dissi.

"Proprio per questo," rispose, "è troppo facile per loro. Jea prima stava con Michael. E io mi fidavo del mio migliore amico, adesso, come dovrei fare a fidarmi di un ragazzino deficiente di Orlando che potrebbe fare la qualunque?"

Sospirai, come per raccogliere tutta la forza necessaria per dire: "Non potrebbe mai farle tanto male quanto ha già fatto Nicholas."

Luke gettò la sigaretta per terra e la pestò, per poi guardarmi. Non rispose.
Sapevo che ci stava riflettendo, avevo risposto abbastanza... Pesantemente.
"Non potrebbe, hai ragione," rispose, "hai ragione."

"Posso farti una domanda, Luke?" Gli chiesi, notando che effettivamente si stava avvicinando l'ora di pranzo. Lui annuì. "Perché hai... Insomma, perché sei tornato qui senza dire niente a nessuno? Tu e Jea. E lei non si è nemmeno preoccupata di non farsi vedere."

Luke scoppiò a ridere acidamente, il che mi fece innervosire anche di più. Posò l'accendino in tasca e si sedette meglio sullo scomodo scoglio. "Te l'ho detto. Ashton le annebbia la mente, lei era con lui, e non ha pensato per niente all'elevata possibilità di incontrare Michael. All'inizio non saremmo dovuti tornare, ma Jea si trovava male a Nashville. Eccome, non aveva amici, non si fidava di nessuno, si spaventava persino quando la sfioravo io, anche per sbaglio. Qui aveva dei brutti ricordi, ma anche familiarità, è dove siamo nati e cresciuti, voleva tornare. Almeno qui ha degli amici, e a quanto pare ha trovato anche qualcun altro. Sai qual è il fatto? Non ho detto nulla a Michael, perché se glielo avessi detto, lo avrei fatto crollare a pezzi. Poi quella stupida glielo ha mostrato esplicitamente, il che gli avrà fatto anche più male. Per fortuna aveva te. Io lo vedevo da lontano, vedevo come stava. Era vuoto. E non ho la minima idea se tornare da lui o meno, mi ripudierebbe, odierebbe. Ormai so com'è fatto."

Three || Michael CliffordWhere stories live. Discover now