Capitolo 30

1.4K 126 63
                                    

La sua testolina era lì, come sempre, e quando la scorsi dalla ringhiera della piazza un enorme sorriso si fece spazio sul mio volto. Ero felicissima, finalmente avrei potuto passare ancora del tempo con Michael, mi era mancato fin troppo.

Portai una ciocca di capelli dietro le orecchie, cercai di essere il più presentabile possibile, e mi avventurai scendendo le ripide scale di pietra che portavano agli scogli; lui non faceva il bagno - per fortuna, dato che c'era un freddo cane.
Era solo seduto lì, come molte altre volte. Guardava di fronte a sé come se fosse in cerca di qualcosa, ma evidentemente qualcosa c'era già, a giudicare dal suo sguardo attento ed immobile. Ero io a non vedere nulla?

"Che guardi, Michael?" Gli dissi, avvicinandomi subito a lui e sedendogli accanto.

"Il mio futuro." Rispose.

Magari era un momento di profonda riflessione per lui, ma io dovevo per forza rovinarlo. "Ma lì non c'è nulla." Gli dissi, infatti.

Michael girò la testa verso di me, con gli occhi assottigliati ed il vento che gli muoveva alcuni ciuffetti di capelli laterali.
"Appunto." Rispose.

"Quindi sei un ragazzo senza futuro?" Ricambiai l'occhiata e gli sorrisi.

Mi erano mancati tanto i suoi occhi verdi, quasi trasparenti. Sembravano fatti di vetro.
Michael annuì, e girò di nuovo la testa. "Dipende da come intendi questa affermazione." Disse.

Molte volte mi faceva girare i nervi per come mi rispondeva; spesso era solo nervoso, o non aveva voglia di parlare, o diceva cose senza senso, o troppo complicate direttamente. E in quel momento non lo capivo, stava solo contribuendo a confondermi le idee, come sempre.

"Come dovrei intenderla?" Tornai a chiedere, retoricamente.

Michael non riuscì a trattenere un piccolo e timido sorriso, che nascose con il palmo della mano, come se si vergognasse di me. Il che era insolito, dato che tra me e Michael c'era quello strano rapporto che però mi piaceva così tanto.
"L'intesa è una cosa personale, ma costruttiva. Dimmi come la intendi e ci confrontiamo." Disse. 

"Se guardi il nulla e lo interpreti come il tuo futuro, vuol dire che ti senti un ragazzo senza futuro; o sbaglio? Vuol dire che te ne andrai presto?" Sentii un brivido percorrermi le vene e scorrere per tutto il mio corpo. Quella sensazione non mi piaceva per niente.

Michael scosse semplicemente la testa. "No, Tea, no. O meglio, non ancora. In realtà, il mio discorso era molto più semplice, ma ti sei confusa in un groviglio di film mentali. Non guardavo il nulla, guardavo quell'isoletta lì di fronte, e credo che sarà lì dove costruirò il mio futuro."

Mi sbattei una mano sulla fronte. Ero così stupida, il fatto era solo che Michael ormai era troppo problematico e mi faceva racchiudere in pensieri a cui non avrei mai pensato di arrivare da sola. Beh, c'era il suo aiuto di sotto, ma era implicito.
"E cosa vorresti farci là? Non ci abita nessuno." Gli risposi, assottigliando gli occhi per scorgere meglio la piccola isoletta abbandonata di fronte alla scogliera, dove nessuno metteva ormai più piede da anni.

"Qualcosa come aprire un albergo, un ristorante, un lido, qualcosa che la faccia rinascere. Sembra così morta, e non se lo meriterebbe, è bellissima, fin troppo per essere dimenticata." Disse. Si tirò un po' su le maniche della felpa e le sfregò sulle gambe coperte dai jeans, per riscaldarsi.

Sospirai. Michael era un mondo sempre nuovo da scoprire, nessuno lo avrebbe mai conosciuto troppo a fondo, nemmeno una persona come Luke, forse nemmeno sua madre.
E poi c'ero io, che cercavo di scoprire ogni singolo dettaglio di lui giorno per giorno.

"Sarebbe un'idea interessante. I tuoi figli si divertirebbero tantissimo a vivere lì." Gli risposi. Ero davvero curiosa di ricevere una risposta da parte sua.

Has llegado al final de las partes publicadas.

⏰ Última actualización: Jan 13, 2016 ⏰

¡Añade esta historia a tu biblioteca para recibir notificaciones sobre nuevas partes!

Three || Michael CliffordDonde viven las historias. Descúbrelo ahora