7 - Jump

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Non era affatto una giornata piacevole da sostenere. Ero in piedi dietro la finestra semi aperta del soggiorno. Il vento faceva svolazzare le tende e mi accarezzava le caviglie. Il cielo si era completamente denudato del suo mantello dalla vivace azzurrità, lasciando scoperte decine e decine di nuvole a decorare una tavola plumbea. Mi sembrava di sentire già il triste e sommesso suono di un violino ad accompagnare l'odore penetrante della pioggia imminente. Era come se il tempo si fosse fermato, come se tutte quelle giornate positive e piene di luce non si fossero mai presentate ed ogni cosa fosse ritornata indietro.

"Luke, zio Trev è triste, che gli hai fatto?" Sentii dire alla vocina candida di Teddy alle mie spalle. Anche lui aveva un alone di tristezza attorno.

Mi voltai istintivamente e vidi Luke e Teddy seduti al tavolo della cucina. Il piccolo rimestava lentamente con un cucchiaino la tazza di latte che gli avevo preparato; le sue iridi colorate di un celeste spento rivolte verso il basso. Guardai Luke negli occhi, vedendolo preoccupato per me.

"Non mi succede niente piccolo. Mangia, così io e il tuo fratellone possiamo andare a scuola" risposi a Teddy, rivolgendogli un piccolo sorriso.

"Che succede Trevor?" Mi chiese Luke, stringendomi la mano.

Mi sedetti accanto a loro, dopo aver trascinato per qualche secondo una sedia sul pavimento.

"Nulla, Luke. Ho solo un brutto presentimento, mi fanno uno strano effetto questo tipo di giornate."

"Hai sentito come ti ha chiamato?" Mi chiese retoricamente in un soffio all'orecchio.

"Sì, gli voglio bene" gli risposi sorridendo, prendendo un biscotto dall'altro capo del tavolo.

"E a me neanche un po'?" Finse di essere affranto e deluso, allungando verso l'esterno il suo labbro inferiore ed esponendo le sue fossette.

"Anche a te voglio bene. Non fare il geloso."

Lo baciai velocemente sulla labbra per confermargli quanto avevo detto. Una risatina di Teddy ci fece separare per sorridere in sua direzione.

"Lo hai fatto sorridere di nuovo!" Esclamò entusiasta.

"Sì" gli rispose Luke, facendogli l'occhiolino e schiacciandogli il cinque.

"Aspetta Luke" lo fermai, con un dubbio in testa.

"Cosa?" Mi fissò preoccupato.

Gli poggiai una mano sulla fronte, per poi avvicinare le labbra sullo stesso punto.

"Scotti, hai la febbre, Luke" gli dissi, ritornando del tutto serio.

"Infatti non mi sento al massimo, però non credo sia molto alta."

"Per fortuna. Oggi rimani a casa. Se dovessi beccarti anche la pioggia, potresti solo che peggiorare. Due aspirine. Okay?"

"Okay, mammina" rispose, sbuffando sonoramente.

"Ma starà bene?" Chiese Teddy, quasi spaventato dalla situazione.

"Certo. E poi guarda i lati positivi: oggi batterlo al tuo videogioco sarà anche più facile" lo rassicurai, facendolo ridere a quell'idea.

"Ehi." Luke mise il broncio.

Mi alzai in fretta, notando di essere già in ritardo. Diedi un altro bacio a Luke ed uno a Teddy, sulla guancia sorridente.

"Fallo a pezzi, mi raccomando" gli dissi all'orecchio.

"Vedi che non sono ancora andato del tutto" puntualizzò Luke.

Remembrance - Tematica gayWhere stories live. Discover now