Gli abitanti di Venere

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"C-Chi sei?", ripetè Hannah, ritirando la propria mano da quella di lui. Era tutta rossa in viso. "Che ne hai fatto del gatto?".

Velton Drake la fissò con gentilezza. "Non sai mentire, tu" le disse in tono leggero. "Lo so che sei una ragazza sveglia. L'hai già capito da un bel po'! Io e quel gatto siamo la stessa cosa".

Cadde il silenzio. Ora che era in piedi, Hannah notò i lividi alla base del collo, in mezzo ai pettorali e su un fianco. I punti in cui i calci di Shin l'avevano colpito.

"Quindi sei tu l'assassino che sta uccidendo tutte le persone del villaggio", disse Hannah con voce dura. Non era una domanda.

Velton s'incupì e inclinò il capo di lato, come per guardarla da un'altra prospettiva. "E' una lunghissima storia, che dura anni luce. La vuoi sentire?".

"Se sai accorciarla in una notte, sì".

Velton sorrise di nuovo. E Hannah si sciolse tutta di un colpo. Perché un assassino doveva avere un sorriso così dolce, così reale? "Beh, ti devo più di una spiegazione". Velton s'inginocchiò accanto a lei e la guardò interessato. Porca miseria, pensò Hannah, perché non guarda da un'altra parte? "Dopotutto ti sei ritrovata me in camera e non credo sia una situazione facile".

"Menomale che l'hai capito! Altrimenti ci sarebbero voluti molto più di vari anni luce per spiegarti cosa succederebbe se mio padre ti vedesse qui".

Velton rise allegramente. Poi smise perché i lividi gli fecero male.

"Grazie di esserti presa cura di me", le disse sottovoce.

Lei annuì, cercando di decidere se fosse il caso di calmarsi e ascoltarlo o scappare e urlare. Decise per la prima opzione. "Ti ascolto", disse.

Velton fissò un punto remoto dinanzi a sé, come se si aspettasse di leggere un discorso scritto nell'aria. Poi, con voce incrinata, iniziò quella che sembrava una storia impossibile. "Sono una creatura extraterrestre. Vengo da Venere".

"Venere?", lo interruppe Hannah con un sussulto. "Cioè il pianeta?".

"Già", Velton tentò un sorriso che si spense all'istante. "Venere è abitato dai Cobalti, sin da quando l'universo è stato creato. Io ne sono il principe. Ho visto lo scoppio del Big Bang, sai? La creazione della Terra".

"Ma quanti anni hai?", intervenne di nuovo Hannah, stupita.

"Boh", fu la risposta. "Non lo so con esattezza. Molti, comunque".

"Non ne dimostri più di una ventina".

"Me li porto bene".

Hannah tacque. Si rese conto che per Velton non era facile raccontarle la storia della sua vita. Sembrava volesse piangere ma che si trattenesse. "Continua", lo esortò.

"Noi Cobalti siamo marchiati da questo tatuaggio", le disse lentamente, come se non ne fosse sicuro del tutto, e si sfiorò la croce gotica dietro l'orecchio che lei aveva già visto prima. "E' il nostro simbolo. I Cobalti sono... quelli che voi chiamate vampiri. Ma all'incontrario".

"All'incontrario!", ripetè Hannah senza guardarlo. Cercava di capirci qualcosa.

"Il mio corpo non ha acqua. Sono fatto del 100% di sangue. Noi buchiamo le persone proprio come i vampiri". Velton fece una smorfia e le mostrò due lucenti canini. Rise di cuore quando Hannah indietreggiò spaventata. "Ma invece di succhiare loro sangue, lo doniamo. Abbiamo sempre fatto così, salvando molti popoli quando avevano bisogno di sangue. Ma con gli esseri umani non funziona".

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