L'inganno

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"Questo è tuo", disse Vane. Il campanellino tintinnò alla sua mano mentre lo passava ad Hannah. "Dallo a Velton per la seconda volta".

Hannah rise e abbracciò l'amica. La tenne così stretta che a Vane mancò il respiro ma non le disse nulla. Avevano cominciato in cinque, ed erano rimaste in due. Ultimamente la morte aveva distrutto ogni tipo di amicizia, di amore, di legame. E amicizia e morte non vanno così a braccetto. "Non lasciarmi mai, Vane".

"Non sia mai! Dovresti trovare qualcun altro che ti rompa le scatole, poi".

Risero l'una nei capelli dell'altra e sembravano volersi tenere abbracciate per un bel po' ma piombò Shin a disturbarle. La sensei disse alla classe di calmarsi perché doveva fare un annuncio prima della lezione di geografia. Ci volle del buono e del bello per far sedere Shin che ultimamente era su di giri ma poi piombò il silenzio. Fuori nevicava di brutto. "Si unisce a noi, quest'oggi, una nuova studentessa".

La classe prese subito a parlare. Era strano che qualcuno si trasferisse verso la fine dell'anno scolastico. Persino Hannah fu curiosa e allungò il collo per vedere oltre le teste dei ragazzi che le sedevano dinanzi. Entrò nell'aula una ragazza smilza, snella e con lunghi capelli rossi. Tutti la guardarono a bocca aperta: i suoi occhi rugiada si sposavano perfettamente con quella spruzzata di lentiggini. Si presentò come Miral Phoenix e andò a sedersi dinanzi a Velton. Mentre sistemava la cartella, gli lanciò un'occhiata apprezzante prima di voltarsi. Bene, ad Hannah stava già antipatica! Durante tutta la lezione, mentre prendeva appunti confusi sul territorio del Kanto, lanciava sguardi ansiosi nella stessa direzione. Ogni volta che era possibile, Miral si girava indietro e sorrideva maliziosamente a Velton che non poteva fare a meno di arrossire. La matita si spezzò tra le dita di Hannah mentre cercava con tutta sé stessa di non fissarli. Fu la lezione più lunga della sua vita. Mai e poi mai, Hannah aveva desiderato di prendere qualcuno per i capelli e trascinarlo per tutti i gradini della scuola ma con Miral l'avrebbe fatto volentieri.

"Andiamo!", esclamò Vane alzando gli occhi al cielo, quando Hannah le raccontò i suoi desideri di ribellione "Sei solo gelosa".

"Beh, lo fossi anche tu se quella Miral avesse guardato Shin a quel modo per tutta le lezione".

Battè un piede a terra e si voltò di nuovo nella loro direzione. Miral aveva avuto la faccia tosta di sedersi sul banco di Velton mentre la classe l'accerchiava per fare amicizia. Lui sembrava molto imbarazzato e Hannah fu sollevata nel vederlo alzarsi e raggiungere Shin. Molto meglio così; il radar gelosia di Hannah perse il segnale e lei si calmò. Vane la derise.

"Su, fa la brava, Emily", le carezzò la spalla come una madre. "Andiamo a presentarci".

"Manco morta".

Ma Vane la trascinò di peso. Quando le vide, Miral dondolò i piedi e sorrise come una bambina, ostentando un'innocenza che aveva colpito tutti. Chissà perché ad Hannah sembrava una finta? Nell'avvicinarsi, provò anche inferiorità. I suoi occhi rugiada sembravano quelli di una bambola e la sua pelle candida era invidiabile. I capelli rossi erano lisci come spaghetti e le arrivavano al sedere senza alcun tipo di nodo o irregolarità. "Ciao", disse radiosa. "Tu sei Vane Blacktail. Shin ha parlato di te!".

Stavolta fu il turno di Vane di irrigidirsi. Di solito, in una classe giapponese, chi si conosce da poco si chiama sempre per cognome. Miral era in classe da appena un'ora e già si dava quella confidenza. Hannah fu piacevolmente compiaciuta nel vedere il radar-gelosia attivarsi anche nell'amica. Ma vane fu più abile.

"Si, lui è il mio ragazzo, parla sempre di me", mise in chiaro. "Lei invece è Emily".

"Hannah Blood", si presentò lei senza inchino né porgere la mano. Nessuna di loro due pareva giapponese quindi perché attenersi alle regole di educazione di quest'ultimi? Ma Miral le fece un impacciato e gentile inchino.

LapislazzuloWhere stories live. Discover now