7-Intreccio

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La vita è una molla. Ci sono circostanze in cui è tanto compressa da farci sfuggire anche i momenti più importanti, sebbene essi, ed è loro caratteristica tipica, ci passino molto vicino. La molla è indifferente. Quando però quest'ultima è rilassata anche eventi poco significativi possono portare ad oscillazioni e vibrazioni degne di nota. Il palmo della mia mano sul dorso della sua. Un'enorme onda si propaga da dove la nostra pelle si è sfiorata. Una scossa. Impetuosa, ma indubbiamente piacevole. 

L'ha sentita anche lei? Una parte di me di certo lo vorrebbe. D'altro canto sono anche spaventato dal fatto che possa aver davvero avvertito qualcosa. Me ne convinco. Una qualche sensazione dev'essere stata trasmessa da quel breve tocco. Dopotutto come può essere ignorata tanta energia, tanta emozione. Proprio ora. Così vicini. Può aver sentito il mio nascente e inaspettato sentimento? I miei interrogativi vengono interrotti, e in qualche modo ottengono parte delle risposte, dalla sua reazione. Ritrae la mano. Mi guarda..

Disillusione. A rendere importanti determinate situazioni sono le idee condivise di più persone. Se manca questo elemento, questa adesione ai medesimi pensieri, la circostanza in questione si limiterà ad essere trascurabile ed ordinaria. Il disinteresse e l'indifferenza sono divoratori di sogni. 

«Scusami. Non ti avevo visto» dice lei. La sua espressione è a dir poco imperturbabile. Nessuna connessione particolare. Neppure una parvenza di consapevolezza di quanto fosse stato intenso per me. Tipico. Prima che possa dire qualcosa lei ripete il movimento, senza ostacoli questa volta, e prenota la fermata. Non so bene cosa pensare. Avevo visto un'occasione, ma apparentemente è sfumata. Anzi, questo presupporrebbe che per almeno un attimo ci fosse stato qualcosa, ma era solo un mio errore. Una valutazione inadeguata, infondata. 

È quando comincio a sentire la decelerazione del mezzo, mentre la vedo alzarsi con leggerezza dal suo posto, che mi rendo conto della potenzialità dell'avvenimento. Avevo analizzato quei pochi secondi appena passati solo sotto il punto di vista del contatto tra le nostre mani, senza accorgermi del significato dell'azione in sé. Scende alla mia fermata. Come me, ha uno zaino, fardello materiale della scuola. In un attimo è già fuori dall'automezzo, ed io devo affrettarmi per scendere insieme agli altri. "Non è finita". Sento riecheggiare queste parole dentro la mia testa. Mi ero stupito di come si fosse seduta vicino a me, di come casualmente avessi sentito la sua mano nella mia, ma adesso la convergenza lavorava a pieno ritmo, perché quella ragazza, con andatura sinuosa , si stava incamminando verso il mio stesso istituto. "Non è finita". 

Mi muovo svelto. Dopo un tragitto in autobus, con tante persone intorno, è bello sentire aria fresca sul viso. Ancora una volta mi muovo senza pensarci, il filo invisibile dell'abitudine mi guida. L'ombra della coincidenza è sopra di me. Una nuvola di passaggio. Ma fintanto che mi copre sento che potrebbe accadere di tutto. Sono abbandonato nella confluenza degli eventi. Scorrono attorno a me. Ora più che mai. 

È nuova di qui? Dato il mio modo di osservare quanto mi circonda ci potrei giurare. Ha la mia età? Difficile stabilirlo. Questa considerazione è però quasi coperta dalla voce della mia testa. Mi dice che di certo deve avere la mia età, perché mai dovrebbe essere altrimenti? Tutto è possibile finché la nuvola è sopra di noi. Quante probabilità ci sono che sia in classe mia? E qui nella confusione della mia mente si apre un'ulteriore ricerca. Ho sentito dell'arrivo di un nuovo compagno nelle ultime settimane? Ne ha parlato qualcuno? Ascoltando distrattamente le conversazioni dei miei compagni, il mio subconscio ha raccolto un avvertimento, un'informazione legata a ciò che sta per accadere? O meglio, quello che potrebbe accadere.

Quanta futilità in questi ragionamenti. Tutti questi esami e indagini su quanto potrei aver registrato nell'ultimo periodo diventano sempre più irrilevanti mano a mano che lei si avvicina all'ingresso della mia scuola. L'attesa ucciderebbe le persone se queste non fossero capaci di riempirsi la testa con qualcosa, anche se inutile. Sono dietro di lei. Pochi passi di distanza. La nuvola se n'è andata. Il suo passaggio però ci ha regalato un posto nella stessa ruota, quella della scuola. Già ci muoviamo insieme. Condividiamo una parte della nostra esistenza. Manca solo un particolare adesso. Questo fortuito combinarsi di possibilità ha lasciato solo una domanda. Insistente. Pericolosa. In che classe potrebbe essere? Varco l'ingresso.


-Si incontrano per caso e per opera di quest'ultimo le loro vite cominciano ad intrecciarsi. Commentate e ditemi come vi sembra, come sempre :) -




AbissoWhere stories live. Discover now