2. Happy New Year

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2. Happy New Year

Le loro parole mi procurano una lieve fitta al cuore.

-Perchè?- E' l'unica parola che riesco a vociferare.

-Essendo che mio padre è in Inghilterra buona parte del tempo per motivi di lavoro, ha proposto che io, mia madre e mia sorella lo raggiungessimo. E' riuscito ad iscrivermi all'università di Oxford, opportunità che non vorrei perdere.-

-Io vado a Londra da mia zia. Sua figlia, ovvero mia cugina mi ha proposto un allenamento per partecipare ad un paio di test iniziali che se supero potrebbero portarmi ai campionati mondiali di Karate. Lo sai che è sempre stato il mio sogno...- Mi fissa con le lacrime agli occhi e sforza un sorriso.

Prendo un bel respiro e tento di ricacciare indietro le lacrime.

-Mi mancherete.- E' l'unica cosa che riesco a dire.

Sento che se dico una sola parola in più quelle lacrime scenderanno ad inondarmi il viso.

Odio piangere davanti alla persone, chiunque siano.

-Ti saluta Tan, l'è dispiaciuto non riuscire a salutarti prima di andarsene. E' partita per Boston ancor prima di Natale.-

L'unica persona che sapevo sarebbe partita, è Tan.

Ci aveva spiegato ancor prima che incominciassimo la scuola a Settembre, che eventualmente si sarebbe trasferita a Boston, dovuto al lavoro di suo padre. Solo che non sapeva il giorno preciso.

E' divertente il modo in cui io e le uniche amiche che ho mai avuto durante questi cinque anni, ci stiamo separando. Ognuno sta andando per la propria strada. Ognuno sta inseguendo il proprio sogno. Eppure abbiamo sempre sognato di laurearci insieme, ma sta accadendo tutto prima che ce lo potessimo aspettare. Si vede che Destino ha qualcosa di diverso inservo per ognuno di noi.

Non siamo destinate a seguire la stessa strada.

Non riesco comunque a superare il fatto che loro se ne stiano andando ora, mentre io sarò costretta a stare su una sedia a rotelle per parecchio tempo... O forse chi lo sà, per tutta la vita.

Sbatto le palpebre tornando alla vita reale.

-La saluto anch'io. D'altronde si sapeva che sarebbe partita.-

Il silenzio regna per un po' di tempo tra di noi.

-Maya...L'ultima cosa che vogliamo è che tu ti senta male per...Per...La tua... Situazione. Io... Sono certa che tu...Tornerai a camminare ed esaudiarai i tuoi sogni.-

Digrigno inconsicamente i denti.

-Come? Su una sedia a rotelle? Hai mai visto una ballerina danzare con una sedia a rotelle?- Sorrido amaramente. -O anche solo parlando di una semplice segretaria in ufficio. Hai mai visto una segretaria su una sedia a rotelle? Tu pensi davvero che questa società sia pronta ad accogliere a braccia aperte i disabili, nel mondo del lavoro? Ti prego, Liz...-

-Forse non diventerai la ballerina che hai sempre sognato di diventare. Ma persone d'affari in sedia rotelle, esistono. Che tu sia disabile non significa che tu abbia una vita insignificante, non significa che tu non possa costruirti un futuro.- Nami cerca di farmi ragionare.

Ma io continuo a pensare che finchè non si troveranno al mio posto, non potranno mai capire come ci si sente.

Sbuffo. -Vi prego. Sul serio? Magari sì, esistono. Ma chissà dopo quanto tempo troverò un lavoro...Forse quando inizieranno a crescermi i capelli bianchi, a 70 anni, quando ormai sarà giunta l'età della pensione.-

Inevitabile PassioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora