Three

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Londra, 19 Novembre

Caro Jared,
Sono sdraiata sul tuo letto, e guardo il soffitto.
Da quanto tempo sono appese quelle stelle?
Se penso a quando eravamo piccoli e avevamo implorato i tuoi genitori di attaccarle lassù, mi viene da ridere.
Tua madre era del tutto contraria, ma quando le presentai le mie motivazioni per cui tu dovessi assolutamente possedere un soffitto stellato, lei era scoppiata a ridere. Poi però mi aveva dato ascolto, e annaspando un po' le aveva attaccate al suo soffitto.
Era comunque un amore, nonostante la malattia la stesse mangiando viva.
Mi manca, sai? Se fosse qui probabilmente saprebbe guidarmi lei, e mi indicherebbe cosa fare e cosa no.
Gliene abbiamo fatte passare di tutti i colori, povera donna. Eravamo dei piccoli terroristi, te lo ricordi?
Probabilmente hai rimosso tutto quello che mi riguarda.
Però va benissimo anche così, non sono di certo il tuo pensiero principale.
Lo capisco.
Mi fa male, ma lo capisco.
Non pensi più a me.
Non pensi più ai miei occhi, in cui adoravi perderti.
Non pensi più alle mie ciocche di capelli neri fra cui adoravi avvolgere le dita.
Non pensi più alle mie labbra rosse, che ogni tanto dicevi di desiderare.
Non pensi più ai nostri abbracci, o alle nostre partite alla play station.
Non pensi più ai film che guardavamo, nè a quelli che avremmo tanto voluto vedere.
Non pensi più a me, semplicemente.
È comprensibile.
Ciò che trovo stupido è che tu ci abbia messo davvero poco a sostituirmi.
Perché? Perché non possiamo tornare quelli di prima?
E, soprattutto, perché non mi vuoi più nella tua vita?
Aspetto delle risposte.
Magari un giorno queste domande te le porgerò realmente, faccia a faccia.
Ora devo andare via, stai per entrare in casa. Sento i tuoi passi avvicinarsi sempre di più.
Ricordati di noi, solo per stasera, d'accordo?
Ti lascio la mia foto preferita sotto al cuscino.
Con infinito amore,

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Dear Best Friend.Where stories live. Discover now